abstract vol 71 : 1-3
Yann Redalié, Dio parla, e parla anche oggi. Una certezza di Calvino ricca di conseguenze
Giovanni Calvino si è sforzato nel far sì che tutti possano udire «le grandi cose di Dio nella propria lingua natia». Egli produce la sua opera letteraria in latino e in francese: nella cultura del suo tempo, teologia, religione e morale appartengono alla lingua latina, alla sfera intellettuale. Calvino trasferirà i codici, gli schemi retorici e stilistici della lingua latina umanistica nel linguaggio più adatto al pubblico nuovo delle comunità e, dunque, alla lingua volgare, al francese. Dal latino della globalizzazione internazionale e intellettuale del tempo, al francese del pubblico dei sermoni, della formazione biblica, delle comunità, che cresco- no in conoscenza biblica e teologica: Calvino non smette di tradurre se stesso.
Yann Redalié, God Speaks, and He Still Speaks Today. A Certainty of Calvin Rich in Consequences
John Calvin endeavoured to make it possible for everybody to hear “the great things of God in their own native language”. He produced his literary works in Latin and in French: in the culture of his time, Theology, Religion and Ethics be- longed to Latin, to the intellectual sphere. Calvin transferred the codes, the rhe- torical and stylistic schema of the humanistic Latin language into the language which was more suitable to the new public of the congregations and, therefore, into the vulgar language, French. From the Latin of the international and intellectual globalization of his time, to the French of the public of his sermons, of the biblical formation, of the congregations, which grow in biblical and theological knowledge: Calvin never ceased to translate himself.
Roberto Bottazzi, Formazione teologica non distante
Il tema della formazione teologica a distanza è proposto sia nella sua impo- stazione «a distanza», sia nella necessità di portare la formazione non distante dai suoi destinatari. Nella prima parte si accenna alla considerazione dinamica dei testi biblici, e ai temi delle religioni, delle spiritualità e dei «nessi»; nella se- conda alle dimensioni personali dell’esperienza, della riflessione, dell’impegno e del cambiamento.
Roberto Bottazzi, Non-Distant Theological Formation
The theme of distance theological formation is treated here, both in its definition of “distance” and with the meaning of offering a formation which is not distant from the recipients. In the first part, the dynamic aspect of the biblical texts and the themes of religions, spirituality and the “connections” are mentioned; in the second part, the personal aspects of experience, observation, commitment and change are treated.
Carla Busato, Un amico incontrato nel deserto
Carla Busato, con i suoi figli, ha ricevuto da parte di Yann Redalié una cura amicale, personale e spirituale, assai gradita, nel periodo del lutto per la perdita del marito Giuseppe Barbaglio: questo testo ne costituisce l’affettuosa testimonianza.
Carla Busato, A Friend Met in the Desert
Carla Busato, with her children, received from Yann Redalié a friendly, personal and spiritual care, very welcome in the period of the bereavement due to the loss of her husband Giuseppe Barbaglio: this essay is the affectionate testimony of that experience.
Corina Combet-Galland, Éloge des Écritures
L’articolo prende le mosse da un testo del Siracide evocativo della musica e della poesia, per presentare la Bibbia come prosa poetica e melodica. Lo fa attraverso la lettura di alcuni testi: II Timoteo 4, Efesini 2, Galati, Vangelo di Marco. La poetica biblica porta il senso al di là di una prima modalità di realtà, associando immagini spesso imprevedibili con innovazioni semantiche che risvegliano l’immaginazione e la sensibilità, giungendo a interrogare l’universo interiore dei lettori per i quali la lettura delle Scritture antiche è un’esperienza attuale di vita.
Corina Combet-Galland, Eulogy of the Scriptures
This article begins with a text from Sirach, evocative of music and poetry, in order to present the Bible as poetical and melodic prose. This is done by examining some texts: II Timothy 4, Ephesians 2, Galatians and the Gospel accord- ing to Mark. The biblical poetics carries the sense beyond the first mode of reality, associating images which are often unexpected, with semantic innovations which rouse imagination and sensitivity, going so far as to question the interi- or universe of the readers, for whom reading the ancient Scriptures is an actual experience of life.
Elian Cuvillier, Les collaborateurs dans la communication paulinienne: l’exemple de Timothée
Tema del saggio sono le tre modalità di presenza dell’apostolo Paolo nelle comunità che ha fondato: la visita personale, l’invio di lettere e di collaboratori – la focalizzazione è su questa terza modalità nel suo interagire con le prime due. L’autore sceglie a questo fine il personaggio di Timoteo, i riferimenti al quale sono rintracciati in I Tessalonicesi (sostituto di un assente), in Filippesi (imitatore di Paolo e di Cristo), e in I Corinzi (dove l’orizzonte di riferimento è la teologia della croce).
Elian Cuvillier, The Collaborators in Paul’s Communication: the Example of Timothy
The theme of this essay is the three modes through which the apostle Paul is present in the congregations which he has founded: the personal visit, sending letters and sending his collaborators. The focus is on this third mode and how it interacts with the other two. The Author chooses Timothy, who is referred to in I Thessalonians (substituting somebody who is absent), in Philippians (as the imitator of Paul and of Christ) and in I Corinthians (where the horizon of refer- ence is the theology of the cross).
Cesare De Michelis, La versione antico-russa dell’Epistola ai Laodicesi
L’Epistola ai Laodicesi, di cui si riproduce qui una versione latina del IV secolo, è un testo pseudo-paolinico, la cui traduzione nelle lingue slavo-ortodosse (russo-antico, céco ecc.) è investigata in questo contributo.
Cesare De Michelis, The Ancient Russian Version of the Epistle to the Laodiceans
The Epistle to the Laodiceans, of which a Latin version of the 4th Century is reproduced here, is a pseudo-Paulin text. Its translation into the Slav-Orthodox languages (Ancient Russian, Czech etc.) is investigated in this essay.
Fulvio Ferrario, Cristologia e teologia interculturale
L’articolo presenta un contributo al dibattito teologico interculturale in atto anche nel protestantesimo italiano. Vengono esaminati tre orizzonti tematici sui quali molti cristiani provenienti dal Terzo mondo esprimono spesso sensibilità diverse rispetto a quelle di matrice europea: critica biblica, spiritualità ed etica. Li si affronta riconducendoli al loro nucleo cristologico: ciò non semplifica bensì radicalizza la discussione, ma in tal modo essa può risultare costruttiva.
Fulvio Ferrario, Inter-cultural Christology and Theology
This article offers a contribution to the theological debate in progress also in Italian Protestantism. Three thematic horizons are examined, on which many Christians coming from the Third World appear to have different feelings from the ones of European origin: biblical criticism, spirituality and ethics. They are confronted and brought back to their Christological nucleus: far from simplifying the discussion, this radicalizes it, but this way it may become constructive.
Pawel Gajewski, Dogma cristiano e dialogo interreligioso: quale rapporto?
Per chi si professa cristiano ed è pronto ad affrontare la sfida del dialogo interreligioso, il dogma nella sua dimensione cristologica è uno dei punti di riferimento imprescindibili. La riflessione parte da Adolf von Harnack e, attraverso il pensiero di George Lindbeck, giunge alla dogmatica evangelica in una prospettiva interreligiosa elaborata da Hans-Martin Barth. Vengono quindi esaminati i principali modelli usati nella teologia contemporanea per analizzare il dialogo interreligioso nella prospettiva di uno spazio di confronto aperto, terreno fertile per nuovi significati.
Pawel Gajewski, Christian Dogma and Inter-religious Dialogue: What Relationship?
For those who profess themselves Christian and are ready to confront the challenge of inter-religious dialogue, the Christological dimension of the dogma is one of the indispensable points of reference. The study starts from Adolf von Harnack and, through George Lindbeck’s thought, reaches the protestant dog- matics in the inter-religious perspective as formulated by Hans-Martin Barth. Then the main models used by contemporary theology are expounded, in order to look at the inter-religious dialogue from the perspective of an open confrontation, fertile ground for new meanings.
Daniele Garrone, Lost in translation
Tradurre è il primo compito dell’esegeta, ed è anche l’approdo del suo lavoro. È convinzione dell’autore che non sia possibile, e neppure legittimo, tradurre senza note, cioè senza informare il lettore di quei casi in cui il testo presenta delle difficoltà di comprensione, polisemie o ambivalenze, giochi di parole che non sono riproducibili nella lingua di arrivo, senza esplicitare alcune scelte filologiche che il traduttore ritiene giustificate, ma che non escludono altre opzioni. Il lettore deve sapere che cosa si è perso nel corso della traduzione.
Daniele Garrone, Lost in Translation
Translating is the first task of an exegete, and also the landing-place of his/ her work. The Author is convinced that it is not possible, nor is it legitimate, to translate without any footnotes, that is to say without informing the reader of the cases in which the text is difficult to understand, for polysemies and ambivalences, puns which cannot be rendered in the language of arrival, without ex- plaining some philological choices which the translator feels are justified, but which do not exclude other options. The reader must know what was lost in the translation.
Ermanno Genre, Io ricomincio a… raccontare
La riflessione si riferisce al tema della missione della chiesa nella comunicazione del vangelo alle nuove generazioni, in un tempo in cui la pertinenza e la credibilità della fede cristiana sono messe in questione. Al centro delle considerazioni vi è l’attenzione alle generazioni dei digital natives: come proporre una catechesi in una cultura che vive nell’immediato di uno schermo e non mantie- ne la memoria viva dei volti? Il saggio interloquisce con la discussione in corso fra studiosi quali Norbert Mette, Danièle Hervieu-Léger, e André Fossion – la cui proposta di un «Dio desiderabile» costituisce una sfida aperta.
Ermanno Genre, I’ll Start Again … Telling
The study refers to the theme of the Church’s mission of communicating the Gospel to the new generations, at a time when the relevance and credibility of the Christian faith are doubted. The study is centred around the attention to the generations of digital natives; how should we offer catechesis in a culture which lives of the immediateness of a screen and does not keep a live memory of fa- ces? The essay enters the discussion in progress among scholars such as Nor- bert Mette, Danièle Hervieu-Léger and André Fossion – whose suggestion of a “desirable God” is an open challenge.
Corinna Landi, Dal Cristo storico al Cristo pantocrator
Alcuni aspetti dell’arte paleocristiana, arte figurativa cristologica e cristocentrica, sono illustrati in questo contributo circoscritto ai primi secoli in cui emerge un repertorio figurativo prettamente cristiano, e non necessariamente rivolto al culto. I riferimenti sono alla produzione pittorica e scultorea delle catacombe, con riferimenti all’orizzonte dell’arte del periodo. Si esaminano le immagini di Cristo come figura simbolo di salvezza, maestro e guaritore, per giungere allo sviluppo dell’epoca costantiniana in cui Cristo appare come rex o basileus.
Corinna Landi, From the Historical Christ to Christ Pantocrator
Some aspects of paleo-Christian art – Christological and Christocentric figurative art – are described in this essay, which is concentrated on the first centuries: the figurative repertoire which appears is specifically Christian, but not necessarily aimed at the Service. The paintings and sculptures present in the catacombs are studied, with reference to the rest of the art of that period. The images de- scribed are of Christ as a figure of salvation, a master and healer, culminating in the evolution of the time of Constantine, when Christ appears as rex or basileus.
Corinne Lanoir, Le livre de Ruth: pluralité interne des lectures, diversité des relectures interculturelles
L’autrice ha collaborato con Yann Redalié in un progetto realizzato nell’ambito di «essere chiesa insieme» dove ciò che importa è far credito ai lettori del- le loro letture, che non rivelano semplicemente un approccio amatoriale bensì una vera e propria capacità di riorganizzare il mondo. Il saggio, confrontandosi con le letture femministe e postcoloniali, percorre la vicenda di Ruth, nel corso della quale si passa dalla mancanza alla pienezza, dall’assenza di speranza, cibo, terra e discendenza a una soddisfazione raggiunta tramite il passaggio delle frontiere e la mescolanza delle generazioni.
Corinne Lanoir, The Book of Ruth: Internal Plurality of Readings, Diversity of Intercultural Rereadings
The Author collaborated with Yann Redalié in a project which was part of “essere chiesa insieme” (being a church together), where what counts is giving credit to readers of their readings, which reveal not simply a non-professional approach but rather a real capability to organize the world. The essay, confronting feminist and post-colonial interpretations, studies the story of Ruth, which goes from lack to fullness, from absence of hope, food, land and issue, to satisfaction achieved by passing the borders and mixing generations.
Maurizio Marcheselli, «Poiché ho cinque fratelli…» (Lc 16,28a): se c’è un padre ci sono dei fratelli
La fraternità in Luca è corollario di una paternità riconosciuta in Abramo. Nella parabola del ricco e di Lazzaro il nome «Abramo» ricorre più frequente- mente. Nello sviluppo dei dialoghi il fatto di poter invocare Abramo come «padre» si rivela tratto fondamentale dell’identità ebraica. La parabola è collocata tra due testi gemelli, che vedono coinvolta una donna «figlia di Abramo» (13,16), e un uomo «figlio di Abramo» (19,9). Nella parabola dei due figli (cap. 15), incentrata sui rapporti reciproci fra i protagonisti, lo snodo è che i due figli/fratelli in realtà sono «non figli» e «non fratelli»: la consapevolezza della fraternità discende solo dal riconoscimento del medesimo padre.
Maurizio Marcheselli, «For I have five brethren…» (Lk 16,28a): If There Is a Father There Are Brothers
Brotherhood in Luke is the corollary of paternity as recognized in Abra- ham. In the parable of the rich man and Lazarus, the name “Abraham” recurs frequently. In the development of the dialogues, being able to invoke Abraham as “father” proves to be a fundamental feature of Hebrew identity. The parable is placed in between two twin texts, in which there are a woman “daughter of Abraham” (13,16) and a man “son of Abraham” (19,19). In the parable of the two sons (chapter 15), centred on the reciprocal relationship of the two protag- onists, the pivot is that the two sons/brothers are in fact “non-sons” and “non- brothers”; the consciousness of their brotherhoods is based only on their recog- nizing that they have the same father.
Daniel Marguerat, Les trois conversions de Simon-Pierre. Un récit biographique
Nel dialogo ecumenico, Pietro risulta al tempo stesso figura comune e motivo di disaccordo: modello di fede? custode della tradizione di Gesù? figura capace di apostasia? Il saggio si concentra, a partire dallo spunto di un contributo di Redalié del 1974 in cui si definiva la conversione come una pratica di liberazione, su tre racconti di conversione che riguardano Pietro: nel momento della sua chiamata, della sua confessione di Cristo come Messia e nel confronto con Giuda; poi il Pietro leader sotto l’effetto della Pasqua; e infine Pietro nell’incontro a Cesarea raccontato in Atti 10.
Daniel Marguerat, The Three Conversions of Simon-Peter. A Biographical Tale
In the ecumenical dialogue, Peter appears to be at the same time a character in common and a cause of disagreement: a model of faith? The custodian of Jesus’s tradition? A character who was capable of apostasy? The essay starts from Redalié’s suggestion in a contribution in 1974, in which the conversion was de- fined a practice of liberation, and focuses on three tales of conversion which re- gard Peter: his call, his confession of Christ as the Messiah and the confrontation with Judas; then Peter as the leader under the effect of Easter, and finally Peter in the meeting at Caesarea as told in Acts 10.
Eric Noffke, «Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami». Creazione e sessualità secondo Paolo: ordine o disordine?
L’articolo affronta il tema della condanna delle relazioni omosessuali da parte dell’apostolo Paolo. La focalizzazione è su Romani 1,18-32 con riferimento al- le affermazioni secondo cui i rapporti tra persone dello stesso sesso sono «contro natura», affermazioni interpretate nel quadro della cultura e della teologia dell’apostolo. Di fronte ai tentativi di «ammorbidire» il discorso paolino, è poco corretto dire che la Bibbia non affronta gli argomenti in cui oggi siamo coinvolti: li affronta, ma non nel modo che molti di noi contemporanei vorremmo.
Eric Noffke, “For this cause God gave them up unto vile affections.” Creation and Sexuality according to Paul: Order or Disorder?
The article deals with the theme of Paul’s disapproval of homosexual relationships. The focus is on Romans 1, 18-32 where intercourse between persons of the same sex is considered “against nature”; this statement is interpreted inside the sphere of the apostle’s culture and theology. As regards the attempts to “soften” Paul’s thought, saying that the Bible does not deal with the subjects which we are involved in today is not very correct: the Bible deals with them, but not in the way which many of us today would like to.
Romano Penna, Presente e futuro della giustificazione nella Lettera di Paolo ai Romani
Il saggio riflette su quelle affermazioni dell’apostolo Paolo, specificamente nella Lettera ai Romani, che sembrano contraddittorie circa il compiersi della giustificazione del peccatore. L’autore si confronta con le considerazioni di James D. G. Dunn esposte nel recente volume sulla new perspective di Paolo, che vedono per il cristiano l’identificazione con Cristo come un processo che si deve svolgere e non semplicemente come una condizione che va accettata. La conclusione è che vi è un ambito di questa tematica sul quale varrebbe la pena di riflettere: quello dell’acquisizione di un «nuovo essere».
Romano Penna, Present and Future of Justification in Paul’s Letter to the Romans
This essay studies those statements of the apostle Paul, in particular in the letter to the Romans, which seem to be contradictory as regards the justification of the sinner. The Author examines the considerations of James D. G. Dunn as expounded in his recent book on Paul’s new perspective. These see the identification of the Christian with Christ as a process which must be developed and not as a simple condition which must be accepted. The conclusion is that the- re is a sphere of this theme which it would be worthwhile to study: the acquisition of a “new being”.
Daniele Pevarello, Dare la vita per gli amici in Giov. 15,13-15: simmetrie e reciprocità
Il riferimento al sacrificare la vita per gli amici di Giov. 15 è la ripresa dei te- mi tradizionali del mondo greco-romano, oppure il concetto giovanneo ne segna una presa di distanza? Si analizzano le tesi dell’utilizzo dell’idioma tradizionale, e quelle che evidenziano l’originalità dell’approccio giovanneo, per giungere a verificare come in Giovanni vi sia la proposta di un modello autonomo. L’amicizia tra Gesù e i suoi discepoli è asimmetrica, un rapporto che lega una persona di rango elevato ad amici di condizione inferiore, attraverso cui leggere il sacrificio unilaterale di Gesù.
Daniele Pevarello, To Lay down One’s Life for One’s Friends in John 15,13- 15: Symmetries and Reciprocities
Does the reference to sacrificing one’s life for one’s friends in John 15 derive from traditional themes of the Greek-Roman world, or does John’s concept mark a distance from it? Both the theses of the use of the traditional language and tho- se which highlight the originality of John’s approach are analyzed, to come to the conclusion that John offers an autonomous model. The friendship between Jesus and his disciples is asymmetrical, because it is a relationship between a person of a high status and friends of an inferior status, through which we can read Jesus’s sacrifice as unilateral.
Sergio Rostagno, Caro Yann
Il rapporto tra esegesi e teologia sistematica nella predicazione è il tema al quale si fa riferimento in questa lettera, che rileva l’inefficacia di tanta predica- zione contemporanea e pone l’interrogativo: «che cosa vuol dire recuperare il testo alla predicazione?».
Sergio Rostagno, Dear Yann
The relationship between exegesis and systematic theology in preaching is the theme of this letter, which highlights how ineffective a lot of contemporary preaching is and asks: “what does recuperating the text for preaching means?”
Lorenzo Scornaienchi, Paolo e la filosofia politica. La lettura del pensiero paolino nella filosofia contemporanea
La tesi di dottorato di Redalié si è basata sulla ricezione paolina nelle lettere pseudepigrafiche. Con la pseudepigrafia si risolse il problema della continuità e della diffusione del pensiero di Paolo in un’epoca che era divenuta estranea al- la sua originaria impostazione. Analogamente oggi assistiamo a una nuova permanenza del pensiero paolino: la teologia contemporanea su Paolo è interessata alla sua ricezione nell’opera di alcuni filosofi contemporanei, di matrice marxista (Taubes, Badiou, Agamben, Žižek). Nella loro ottica, Paolo appare in una luce diversa rispetto alla comprensione tradizionale: come un autore che giunge a sfidare il sistema complesso dell’impero romano.
Lorenzo Scornaienchi, Paul and Political Philosophy. The Interpretation of Paul’s Thought in Contemporary Philosophy
Redalié’s doctoral work was based upon Paul’s reception inside the pseudo- epigraphical letters. Pseudo-epigraphy solved the problem of the continuity and diffusion of Paul’s thought in a period which had become alien to his original approach. Likewise, today we see a new establishment of the apostle’s thought: contemporary theology on Paul is interested in its reception inside the work of some contemporary philosophers of a Marxist background (Taubes, Badiou, Agamben, Žižek). From their point of view, Paul appears in a different light vis- à-vis his traditional interpretation: like an author who goes as far as challenging the complex system of the Roman empire.
Jean-Louis Ska, Giovanni Diodati, Richard Simon e Vincenzo Brancia
Il saggio è dedicato alla traduzione della Bibbia di impronta calvinista operata dal Diodati. Dopo aver esaminato le sue caratteristiche, si illustrano due re- censioni/reazioni cattoliche all’edizione francese della Diodati. La recensione di Richard Simon, imperniata sull’Antico Testamento, propone un giudizio critico e abbastanza severo (vi rileva un’eccessiva influenza ginevrina); mentre quella di Vincenzo Brancia è una vera e propria reazione, un attacco frontale non con- divisibile dall’autore, che chiude citando una nota a Gal. 3 della traduzione CEI 2008 che si pone in sintonia con il pensiero riformato.
Jean-Louis Ska, Giovanni Diodati, Richard Simon and Vincenzo Brancia
This essay talks about the Calvinistic translation of the Bible made by Dio- dati. After examining its features, the Roman Catholic reviews/criticisms to the French edition of Diodati’s translation. Richard Simon’s review, focused on the Old Testament, offers a critical and rather stern judgment (highlighting too strong an influence of Geneva); whereas Vincenzo Brancia’s review is a real strong reaction, a frontal attack which is not accepted by the Author, who closes his essay quoting a footnote to Gal. 3 in the translation of CEI of 2008 which is in agreement with the reformed thought.
Lothar Vogel, La fede del pastore come criterio d’idoneità ministeriale? Alcune considerazioni storiche
L’articolo sviluppa la tematica della rilevanza della fede personale come criterio d’idoneità ministeriale. Per il Medioevo e la prima modernità sono determinanti le definizioni antidonatiste del v secolo; di conseguenza si nota una differenziazione fra l’efficacia salvifica dell’operato ministeriale e la condizione personale del ministro. La focalizzazione sulla predicazione e, nel xvi secolo, il diffondersi di convincimenti atei più qualificati portano all’introduzione della fede autentica come criterio ministeriale. Nei secoli xvii-xviii il criterio di autenticità diventa basilare.
Lothar Vogel, A Minister’s Faith as the Criterion of Ministerial Aptitude? Some Historical Thoughts
This article develops the theme of the relevance of the personal faith as a criterion of ministerial aptitude. During the Middle Ages and the beginning of the Modern Age the anti-Donatist definitions are decisive; consequently there is a differentiation between the saving efficacy of the ministerial actions and the personal condition of the minister. The focus on preaching and, in the 16th Cen- tury, the spread of more qualified atheist convictions lead to the introduction of an authentic faith as the ministerial criterion. In the 17th and 18th Centuries the criterion of authenticity becomes fundamental.
François Vouga, La bonne nouvelle de Marc, le poète, ou: comment parler d’un Dieu non religieux?
Come parlare del «Dio non religioso» di Gesù Cristo? Come parlare della tra- scendenza di Dio che, rivelandosi nel crocifisso, interrompe gli effetti perversi che ci rendono dipendenti da noi stessi, liberandoci dal vincolo della religione? L’autore ripercorre le linee teologiche che Paolo ha segnato, proponendo un’a- nalisi del Vangelo di Marco come invenzione della biografia del Risorto, dove Gesù è poeta e testimone dell’attualità del Regno, il terapeuta testimone della riconoscenza e della fiducia, per giungere all’interpretazione della croce come verifica della presenza reale.
François Vouga, The Good News of Mark the Poet, or: How Should We Speak of a Non-religious God?
How should we speak of Jesus Christ’s “non-religious God”? How should we speak of the transcendence of God, who revealed himself in the Crucifix thus interrupting the perverted effects which make us depend on ourselves, freeing us from the tie of religion? The Author goes over the theological lines marked by Paul in this direction, analyzing Mark’s Gospel as an invention of the biography of the Resurrected, where Jesus is a poet and a witness of the relevance of the Gospel in the present day, the healer who witnessed gratitude and confidence, to arrive to the interpretation of the cross as an ascertainment of the real presence.
Michael Wolter, Chi è colui «che è sopra tutte le cose» (Rm 9,5)?
In che misura Paolo abbia sentito la tensione rispetto agli israeliti non cri- stiani, si evince dall’osservazione che indica Dio come ὁ ὢν ἐπὶ πάντων, scegliendo, dall‘inventario dei possibili predicati, proprio quello che descrive la maestà di Dio e la sua onnipotenza. Poiché Dio è «sopra tutte le cose», Paolo può essere certo che egli è potente al punto da porre un termine alla lontananza dalla sal- vezza della maggioranza non cristiana d‘Israele.
Michael Wolter, Who Is «who is over all» (Rom 9,5)?
How much Paul felt the tension vis-à-vis the non-Christian Jews,can be deduced from the remark that defines God as ὁ ὢν ἐπὶ πάντων choosing, among the inventory of the possible predicates, that one which describes God’s majesty and His omnipotence. Because God is «over all», Paul can be certain that He is so powerful as to be able to eliminate the distance from salvation of the non-Christian majority of Israel.