abstract vol 62 : 2
P. Ricca, Valdo Vinay: teologo valdese e pioniere dell’ecumenismo in Italia a cento anni dalla nascita
Nel centesimo anniversario della nascita di Valdo Vinay, Paolo Ricca, suo successore sulla cattedra di storia della chiesa (e, per un periodo, su quella di teologia pratica) alla Facoltà valdese, traccia un profilo teologico e spirituale dello storico e teologo valdese. Il testo è stato presentato come prolusione al 152° anno accademico della Facoltà valdese di Teologia.
P. Ricca, Valdo Vinay: Waldensian theologian and ecumenical pioneer in Italy,100 years after his birth
Paolo Ricca, Chair Professor in Church History at the Waldensian Seminary after Valdo Vinay, gives us a theological and spiritual portrait of his predecessor, who was born in 1907. This essay was given as the opening lecture for the opening of the 152nd academic year of the Seminary.
M. Marottoli, Anarchismo epistemologico e agape cristiana
La teoria di Popper del mondo 3 implica il riconoscimento di un’apertura degli schemi scientifici, espressa coerentemente nella visione anarchica della scienza sviluppata da Feyerabend. Quest’ultima, mentre legge la storia dell’evoluzione dell’uomo come storia di un’impresa scientifica alla quale tuttavia è mancato l’esplicarsi delle potenzialità delle teorie che non si sono affermate, corrisponde, secondo l’A., al modello epistemologico rappresentato dalla dottrina della croce.
M. Marottoli, Epistemological anarchy and Christian agape
Popper’s World 3 theory seems to suggest an openness in scientific models, which Feyerabend developed in his anarchical vision of scientific thought. According to Marottoli this vision sees the story of human evolution as a scientific activity which never managed to free itself from potentially valid but unproved theories. In this sense, the author claims, Feyerabend’s model corresponds epistemologically to the model of the doctrine of the Cross.
E. Cerasi, Quale ermeneutica narrativa? La critica di Frei a Ricœur
Il saggio, muovendo da un’apparente continuità fra la teologia narrativa di Hans Frei e l’ermeneutica di Paul Ricœur, espone le rilevanti differenze fra le due, spesso notate nella recente teologia nordamericana. Tuttavia, nonostante tali differenze, nelle conclusioni si cerca, se non un’alleanza, almeno una possibile convergenza tra le due proposte, animate dalla comune speranza di una ragione capace di esprimere anche nel nostro tempo la fede cristiana.
E. Cerasi, Which narrative hermeneutic? Criticism from Frei to Ricœur
This essay starts from the apparent continuity between the narrative theology of Hans Frei and Paul Ricœur’s hermeneutics and goes on to explain their differences, often noted in recent North American theological discussions. De- spite these differences however, the author find affinities or a sort of convergence between the two approaches, since both are intent on expressing Christian faith in our time.
P. Sgroi, Prolegomena filosofici alla questione dell’identità ecclesiale. Sulla scorta di Paul Ricœur
Le attuali difficoltà nel reciproco riconoscimento fra le chiese non hanno, per caso, un radicamento nella assunzione di una qualche implicita «filosofia ecclesiologica»? Sulla scorta di questo interrogativo, e delle riflessioni antropologiche di Paul Ricœur, il testo vuole tentare di disegnare un itinerario, in for- ma di tesi, che consenta di porre la questione dell’identità ecclesiale in termini che siano ecumenicamente produttivi: perché si deve riconoscere l’altro? Che cosa succede quando/se non lo si riconosce? In questo caso, forse, l’ecclesiologia può avere qualcosa da imparare dalla filosofia.
P. Sgroi, Philosophical preface to the question of denomination and identity, following Paul Ricœur
Are the impediments to reciprocal recognition of different churches possibly rooted in different implicit ecclesiological philosophies? The Author begins with this question, and using the anthropological ideas of Paul Ricœur tries to reformulate the question of church identity in terms which further the cause of ecumenism: why should one church recognise another? What happens when they do not recognise each other. In this case, perhaps ecclesiology can learn something from philosophy.
C.G. De Michelis, Il battesimo di Osip Mandel’§tam
La spiegazione più banale del battesimo di M. in una chiesa metodista, noto da trent’anni ma ancora al centro di polemiche, fu avanzata dal fratello minore come scelta strumentale per accedere all’università, ed è stata fatta propria da uno studioso come Sergej Avérincev. Riesaminando la questione con l’ausilio di documenti – in parte nuovi – sulla diffusione del metodismo in Russia, l’A. vi scorge il portato d’una lunga vicinanza al protestantesimo dell’ebraismo russo, e della personale attrazione di M. per il mondo protestante, in particolare metodista.
C.G. De Michelis, Osip Mandel’§tam’s baptism
The most banal explanation as to why M was baptised in a Methodist church, is the one proposed by his younger brother and publicly known for the last 30 years: he wanted to be admitted to university. Sergej Avérincev, for example, has embraced this theory. The Author re-examines the question, using documents about the spread of Methodism in Russia, some of which have not been considered before. De Michelis notes that Russian Judaism has a long history of interest in Protestanism, especially in Methodism.