Autore: wp_5978506

protestantesimo-vol-66-4

PROTESTANTESIMO VOL 66 : 4

Crescere insieme per essere chiesa
Le sfide dell’intercultura

A cura di  Andreas Köhn, Yann Redalié

Pino Luca Trombetta, Le religioni dei migranti. Appunti per uno studio sociologico; Paolo Naso L’immigrazione evangelica in Italia; George G. Ennin, Michael Nausner, Una visione africana del mondo. Alcuni approfondimenti sociali, religiosi e cul­turali; Yann Redalié, Piste bibliche per una teologia intercul­turale; Elymas D. Newell, Istanze etiche africane e l’interpretazio­ne del Nuovo Testamento. Le beatitu­dini del Sermone sul Monte (Mt. 5) e i proverbi africani; Corinne Lanoir, Quale didattica per una formazione teologica interculturale? Luana Redalié, Variabili culturali: comunicazione e conflitti in un contesto interculturale; Jonathan Terino, Insieme per essere chiesa: il cammino verso l’integrità della fede

protestantesimo vol 67 : 4

PROTESTANTESIMO VOL 67 : 4

Lothar Vogel, Il pastorato evangelico fra vocazione e scienza – considerazioni a partire da Martin Lutero e Giovanni Calvino; Fulvio Ferrario, Teologia tra vocazione, professione e scienza. La ragione credente tra chiesa e società secolare; Massimo Di Gioacchino, Evangelizzare gli italiani, salvare l’America: l’Italian Mission della Methodist Episcopal Church degli USA (1908-1916); Cesare Milaneschi, La cattolicità della chiesa nel pensiero di Ugo Janni

PROTESTANTESIMO vol 69 :3

PROTESTANTESIMO vol 69 : 3

Enrico Benedetto, Commemorare il futuro; Fulvio Ferrario, Vocazione e annuncio. A proposito del V centenario della Riforma; Sergio Rostagno, Riprendiamoci la Riforma!; Dietrich Korsch, Gli incontri ecumenici oggi; Claudio Tron, La predicazione dell’evangelo in schemi di polari­tà; Luca GhirettiPractical and experimental divinity e liberazione uma­na. Un tentativo di analisi critica gramsciana alla «religione di Wesley»

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PROTESTANTESIMO vol 68 : 1-2

Enrico BenedettoUna rivista unica ma non univoca; Gabriella CaramoreAi «rabdomanti della luce». La profezia nel mondo contemporaneo; Paolo RiccaUna teologa sul confine; Mare BossTesi per una teologia ecclesiale e scientifica, missionaria e civile; Yvonne zu DohnaGli sguardi dello Spirito: tra Ignazio, Lutero, Caravaggio, Rembrandt; Daniele Garrone«Perché proprio io?». Contestare la chiamata; Jean-Louis SkaChiamare ed essere chiamati; Yann RedaliéEssere presente al presente. Il «benessere» è un motivo biblico?; Roberto BottazziResilienza e resa. Psicologia, teologia e spiritualità in dialogo; Roberto BottazziFede e resilienza. Risonanze bibliche come ipotesi operativa; Letizia TomassoneIl valore della Parola. Laura Krauss o della ricezione crea­trice; Laura Greig KraussAn experimental Introduction to the Hermeneutic of Reception-History; Ilenya GossDalla filosofia del limite al testo biblico come traccia per il pensiero: libertà e male in Kant; Massimo MarottoliUna lettura sinottica alle figure di Edipo, Achab e Giobbe; Gesine von Kloeden-Freudenberg1517-2017: la Riforma, un cammino. Il Catechismo di Heidelberg , da Ursinus a Nemo e James Band; Gunnar WiegandProvvidenza versus finalità: un Kant semi-inesplorato; Fulvio FerrarloIl cielo vuoto di Umberto Galimberti

vol 70 : 2-3

PROTESTANTESIMO vol 70 : 2-3

MUSICA DONUM DEI

Editoriale Inneggiare; EricNoffke, La musica in prosa nel Nuovo Testamento; Jolando Scarpa, Il pensiero musicale in Lutero. Ein feste Burg oltre l’icona della Riforma; Gianni Long, Un’inutile abiura; Emanuele Fiume, Il Salterio ugonotto: una Confessione in musica; Daniele Cristiano Iafrate, Da Lipsia a Neviso passando per Rio… L’accompagnamento strumentale del canto comu­nitario; Giorgio Tourn, Psaumes ercantiquesuna teologia; Gabriella BallesioIl Canzoniere di Agape. La stagione rimossa; Sante Cannito, L’innologia pro­testante contemporanea; Ilenya Goss, Il canto in chiesa, preghiera in musica 

abstract N 75 : 2

Lothar Vogel, Umanesimo biblico e influenze sassoni

Questo contributo abbozza l’operato riformatore di Zwingli a Zurigo negli anni tra il 1519 e il 1523, contestualizzandolo nel tessuto cittadino. Come suggerito dalle affermazioni autobiografiche del protagonista, si pone in risalto, per questo periodo, la continuità di un approccio cristocentrico ispiratosi a Erasmo da Rotterdam, invece di ipotizzare una svolta o perfino conversione di Zwingli dovuta all’influsso di Lutero. Al tempo stesso, un confronto delle prime traduzioni del Nuovo Testamento stampate a Zurigo nel 1524 con le edizioni curate dall’équipe attorno a Lutero dimostra l’influsso di Wittenberg sulle attività zurighesi.

Lothar Vogel, Biblical Humanism and Saxon Influences

This contribution sketches the work of Zurich’s Reformer Huldrych Zwingli between 1519 and 1523, contextualising it in its urban setting. As is suggested by Zwingli’s autobiographical affirmations, this period is highlighted as a continuum of Christocentric orientation inspired by Erasmus of Rotterdam, instead of hypothesizing a sort of conversion caused by the influence of Martin Luther. At the same time, a comparison between the first translations of the New Testament printed in Zurich in 1524 and the editions produced by Luther’s working group show the impact of Wittenberg on the Swiss Reformation.

Emidio Campi, Dalla Riforma «zwingliana» alla Riforma «svizzera». Quattro decenni di ricerca: una panoramica bibliografica e prospettive future

In questo contributo si dà una sintesi degli ultimi quarant’anni di ricerca su Zwingli e sulla Riforma in Svizzera. Anzitutto, sono presentate le principali edi- zioni di fonti curate in quel periodo, tra le quali spiccano gli scritti esegetici di Zwingli sul Nuovo Testamento, la Disputa di Baden, il Consensus Tigurinus e gli epistolari di Oswald Myconius e Heinrich Bullinger. Per quanto concerne, invece, l’interpretazione del pensiero teologico di Zwingli viene rilevata la crescen- te difficoltà di ricondurlo a un tema centrale. Inoltre, in sintonia con il paradig- ma storiografico della confessionalizzazione, si individua un crescente interes- se per i riformatori della seconda generazione Un’approfondita valutazione del processo complessivo della Riforma svizzera nel suo contesto politico e cultura- le è infine presentata come esigenza della ricerca futura.

Emidio Campi, From the «Zwinglian» to the «Swiss» Reformation. Four Decades of Research. The Current Status and Future Prospects

This article gives an overview of the last forty years of research on Zwingli and the Swiss Reformation. Firstly, the most important recent editions of sources are brought in, among which we find Zwingli’s exegetical writings on The New Tes- tament, the Disputation of Baden, the Consensus Tigurinus and the correspondence of Oswald Myconius and Heinrich Bullinger. Furthermore, this contribu- tion emphasizes the increasing difficulty in identifying a common denominator of Zwingli’s theological thought and, in keeping with the paradigm of “confessionalization”, a growing interest in the second generation of Reformers. Lastly, a deepened understanding of the entire process of the Swiss Reformation in its political and cultural context is a desideratum of future research.

Ermanno Genre, La Riforma a Zurigo: Zwingli e lo jus liturgicum

Le chiese riformate hanno ricordato, nel corso del 2019, i cinquecento anni della Riforma a Zurigo, iniziata con la predicazione di Zwingli. In questo contributo l’autore ripercorre alcuni momenti centrali della riforma liturgica zwingliana, dall’inaugurazione della lectio continua al tentativo di riformare il canone della messa (1523), e ancora con la (prima) liturgia della cena del Signore inaugurata durante il triduo pasquale del 1525, che pose fine alla celebrazione della messa. La rivisitazione liturgica prosegue con l’ultimo testo liturgico del riformatore (fidei expositio) dedicato al re di Francia e pubblicato poco prima della sua morte (1531). Una eredità liturgica, quella di Zwingli, problematica per gli stessi riformati, oggi partecipi di una ricerca liturgica ecumenica a tutto cam- po. Una eredità che non può prescindere, in ogni caso, da una «libertà liturgica evangelica» in permanente ricerca, come attestano i lavori di Christian Walti e Ralph Kunz, difensori di una «libera agenda liturgica».

Ermanno Genre, The Reformation in Zurich: Zwingli and the Jus Liturgicum

Reformed Churches have celebrated, during 2019, the 500th anniversary of the Reformation in Zurich, which started with Zwingli’s preaching. In this article, the Author goes over some central moments of Zwingli’s reformation of the liturgy, from the inauguration of the lectio continua to the attempt to reform the canon of Mass (1523), and then the (first) liturgy of the Lord’s Supper, inaugurated during the Easter triduum in 1525, which marked the end of the celebration of Mass. The changes in the liturgy continues with the last liturgical text of the Reformer (fidei expositio) dedicated to the king of France and published not long before his death (1531). Zwingli’s liturgical inheritance has been problematic even for the Reformed, who nowadays share a complete ecumenical liturgical research. An inheritance which cannot rule out the «Protestant liturgical freedom» permanently being researched, as shown by the studies of Christian Walti and Ralph Kunz, who favour a «free liturgical agenda».

 

 

abstract N 75 : 1

Letizia Tomassone, Donne della Riforma, un soggetto imprevisto

I nuovi principi del sacerdozio universale dei credenti e del Sola Scriptura hanno influenzato la condizione delle donne, nell’accesso all’educazione e alla presa di parola pubblica e nella rinegoziazione dei rapporti di genere. Emerge dalle ricerche delle storiche l’evidenza di una presenza importante di donne, nel corso della Riforma, con una profonda conoscenza biblica e una alta consapevolezza di sé e della chiamata a parlare da parte di Dio che renderà capaci le donne di ogni classe sociale di leggere e scrivere, di conoscere a fondo la Bibbia e di essere soggetti attivi nelle chiese.

Letizia Tomassone, Women of the Reformation: an Unexpected Subject

The new principles of the universal priesthood of believers and of Sola Scriptura influenced the condition of women, as regards access to education, speaking in public and re-negotiating the relationship between the sexes. Researches of female historians bring to light the evidence of the important presence of women during the Reformation. These women had a profound knowledge of the Bible and a high consciousness of themselves, and of the call to speak received from God, which would make women of every social class able to read and write, to know the Bible deeply and to be active subjects in churches.

Mariano Delgado, Melantone e la Spagna, la Spagna e Melantone

L’articolo presenta tre tipologie della ricezione di F. Melantone – considerato esponente della «eresia tedesca», ma anche stimato per la sua formazione umanistica – nella Spagna del xVi secolo fino al Concilio di Trento. Il domenicano Bartolomé Carranza (1503-1576) cercò di estrarre dai Loci di Melantone affermazioni che gli sembravano conciliabili con il punto di vista cattolico. L’Apologia che Michele Serveto (1511-1553) pubblicò nel 1553 in appendice al suo Christianismi restitutio e le affermazioni di Melantone su di lui testimoniano di un dialogo impossibile. Il teologo domenicano Melchior Cano (1509-1560) utilizzò in prospettiva cattolica il metodo della individuazione di loci theologici.

Mariano Delgado, Melanchthon and Spain, Spain and Melanchthon

This article offers three different types of reception of P. Melanchthon – considered as a representative of the “German heresy”, but also estimated for his humanistic culture – in the Spain of the 16th century up to the Council of Trento. The Dominican Bartolomé Carranza (1503-1576) tried to extract from Melanchthon’s Loci those statements that seemed to him to be in agreement with the Catholic point of view. The Apologia which Michele Serveto (1511-1553) published in 1553 in appendix of his Christianismi restitutio and Melanchthon’s statements on him prove that a dialogue is impossible. The Dominican theologian Melchior Cano (1509-1560) used the method of individuating loci theologici in a Catholic perspective.

Lubomír Batka, Gli inizi della Riforma nel territorio della odierna Slovac- chia 1520-1614

Nell’Europa centrale, il protestantesimo era così diffuso per tutto il XVI secolo, che la Chiesa cattolica romana si era ridotta a una confessione minoritaria. Il pensiero di Lutero si propagò prima di tutto in quelle regioni dove la popolazione era in grado di leggere i testi della Riforma in tedesco. Nella prima metà degli anni Venti del Cinquecento, l’impatto di Lutero fu sporadico e scollegato in vaste zone. Dopo la battaglia di Mohács (1526) e la Dieta di Augusta, la spin- ta a una riforma ecclesiastica fu accolta più ampiamente, ad iniziare dalle città dove la popolazione di lingua tedesca era predominante. La forte posizione politica dei grandi proprietari terrieri e della nobiltà influenzò l’accoglienza della teologia luterana nella seconda metà del xVi secolo. Dal 1540 in poi, la Riforma fu appoggiata anche dagli ungheresi e dagli slovacchi. Il lavoro catechetico svolto nelle scuole a influsso umanistico caldeggiava le idee di riforma e di tolleranza religiosa. La pace di Vienna (1606) portò al riconoscimento legale delle comunità protestanti. Al sinodo di Žilina nel marzo 1610, e nel gennaio1614 al sinodo di Zipser Kapitel, venne adottato il Liber concordiae, e la Confessio Augustana invariata fu confermata come il fondamento dell’insegnamento pubblico e della vita privata del clero, e venne costituita legalmente la Chiesa luterana dell’alta Ungheria.

Lubomír Batka, The Beginnings of the Reformation in the territory of pres- ent Slovakia 1520-1614

In Central Europe, Protestantism was so widespread throughout the 16th century that the Roman Catholic Church was reduced to a minority confession. Luther’s thought spread primarily in those regions where the population was able to read Reformation texts in German. In the first half of the 1520s, the impact of Luther was sporadic and not connected throughout larger areas. After the battle of Mohács (1526) and the Diet of Augsburg, the call for ecclesiastical reform was more broadly accepted, starting from the cities with predominant German populations. The strong political position of the gentry and nobility influenced the reception of Luther’s theology in the second half of the 16th century. From 1540 onwards, the Reformation was supported also by Hungarians and Slovaks. The catechetical work carried out in schools under humanistic influence supported the idea of reformation and religious tolerance. The Peace of Vienna (1606) brought about the legal recognition of the Protestant communities. At the synod in Žilina in March 1610, and in January 1614 at the synod in Zips- er Kapitel, the Book of Concord was adopted, the Bible and Confessio Augustana Invariata were confirmed as the foundation for public teaching and the private life of clergy, and the Lutheran Church in Upper-Hungary was legally constituted