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Philip Gossett, I protestanti nell’opera lirica
Testo della prolusione del prof. Philip Gossett, in occasione dell’apertura del CLI Anno accademico della Facoltà valdese di Teologia. A lungo, nell’opera lirica, le differenze religiose non appaiono caratterizzate da musicalità diverse. Nel secondo quarto del XIX secolo si incomincia a introdurre un colore locale cercando di tradurre in musica differenze etniche. Ne Les Huguenots (1836) di Giacomo Meyerbeer (1791-1864) la musica riflette la drammatica contrapposizione tra ugonotti (che cantano anche Forte rocca) e i nobili cattolici. In Stiffelio di Giuseppe Verdi (1850), il protestantesimo è fondamentale; non solo tutti i personaggi sono protestanti, ma si affronta un problema spirituale: come può un pastore predicare la Parola di Dio mentre la sua vita è travagliata dalle esperienze e dai sentimenti che possono capitare a tutti, in questo caso quelli legati alla scoperta del tradimento della moglie? La censura austriaca occultò ogni ri- ferimento alla Bibbia e al protestantesimo, ma dalla ricostruzione del testo critico emerge con quale incisività Verdi seppe affrontare un tema interiore e spirituale, che corrispondeva al suo proposito di innovare l’opera lirica, alla sua tensione etica e forse anche rispondeva all’ostilità che egli avvertiva per la sua relazione con una donna sposata. Nell’Ottocento l’opera non ebbe successo, nessuno capì la tensione che la animava. Oggi che la possiamo rivedere nella for- ma che Verdi le volle dare, essa ci parla, e con grande intensità.
Philip Gossett, Protestants in Opera
This is the text of a Lecture by Prof Philip Gossett for the opening of the 151st academic year of the Waldensian Theological Seminary in Rome. Religious differences were not characterised by particular musical differences in opera for a long time. In the second quarter of the 19th century composers began to intro- duce local colour in an attempt translate ethnic differences into a musical idiom. In Giacomo Meyerbeer’s Les Huguenots (1836) the music reflects the dramatic opposition between the Huguenots (who even sing A mighty fortress) and the noble Catholics. In Giuseppe Verdi’s Stiffelio (1850), Protestantism is fundamental. All the characters are Protestant and in addition the opera poses a spiritual question: how can a pastor preach the word of God while his own life is in crisis due to experiences and feelings which might happen to anyone, in this case connected to his wife’s adultery? Austrian censorship removed all references to the Bible and to Protestantism, but a critical reconstruction of the text shows us just how incisively Verdi treats this inner, spiritual theme. Indeed it is a good example of the way in which Verdi wished to renew opera and illustrates his own inner tensions and perhaps also the hostility he experienced for his relationship with a married woman. The opera was not a success in the 19th century and no one really understood the tension that breathes through it. Now that we can see and listen it in Verdi’s original version, however, it speaks to us with great intensity.
Gianni Long, Giorgio Peyrot. Un profilo
L’Autore, professore di diritto parlamentare alla LUISS e attuale Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, percorre sinteticamente (per l’approfondimento, si rinvia al contributo successivo) l’opera del giurista evangelico recentemente scomparso, dai dibattiti intorno all’Assemblea costituente fino a quelli relativi all’accettazione o meno dell’otto per mille da parte delle chiese valdesi e metodiste.
Gianni Long, Giorgio Peyrot. A Portrait
The Author – professor of Parliamentary Law at LUISS University and President of the Federation of Protestant Churches in Italy – gives a brief sum- mary of the work of this Protestant lawyer and legal expert who recently died. It covers the period from the Constitutional Assembly to the recent debates on whether the Waldensian and Methodist Churches should accept the eight per thousand from the state on tax returns.
Franco Giampiccoli, In memoria di Giorgio Peyrot
Nel trentennio in cui l’ordinamento valdese è stato profondamente rielaborato (1953-83), Giorgio Peyrot ha svolto un ruolo preminente in quattro ambiti. Ha impostato il lavoro del quindicennio che ha portato nel 1974 al varo della Disciplina generale, la cornice che racchiude l’unione delle chiese valdesi di qua e di là dell’Atlantico, centrata su un unico sinodo articolato in due sessioni. Ha condotto l’ultima fase delle trattative per l’integrazione tra valdesi e metodisti iniziate nel 1942 e concluse con i Patti di Integrazione del 1975-79. A par- tire dal 1948 ha propugnato l’utilizzo delle intese previste dall’art. 8 della Costituzione, in funzione di garanzia di libertà religiosa, fino alla trattativa effettiva, condotta con Giorgio Spini e Sergio Bianconi, tra il 1977 e il 1981. Nell’ambito della Commissione per le discipline, ha riordinato l’intera materia regolamentare in vista della pubblicazione della Raccolta delle Discipline vigenti nell’Ordinamento valdese (1983).
Franco Giampiccoli, In memory of Giorgio Peyrot
During the thirty years between 1953-1983 when the organisation of the Waldensian Church was profoundly transformed, Giorgio Peyrot played a key role in four different areas. He was responsible for the fifteen years of work which resulted in 1974 in the General Rules, the framework which unites Waldensians on both sides of the Atlantic in a single Synod with two sessions. He also led the final phase of the negotiations for the integration of the Waldensian and Methodist Churches, begun in 1942 and finally concluded in 1975-1979 with Integration Agreement. Then also, beginning in 1948 he was very much wanted to take ad- vantage of article 8 in the Constitution which offered churches the possibility of formal agreements with the Italian state. He saw this as a guarantee of religious freedom and participated in the negotiations led by Giorgio Spini e Sergio Bianconi between 1977 and 1981. Finally as a member of the Commission on Order he rearranged church rules for the publication of Collected Rules for the Ordering of the Waldensian Church (1983).
Yann Redalié, Il corpo e la prassi sportiva nella tradizione protestante
Lo sport moderno nasce nell’Inghilterra dell’Ottocento, risultato di una trasformazione educativa dei giochi popolari tradizionali e delle arti aristocratiche. In questa trasformazione, nella quale i movimenti, associazioni, scuole, collegi e università di tradizione protestante hanno avuto, in molti casi, un ruolo determinante, tutto accade come se i valori morali e educativi evidenziati nella gara sportiva, usata come metafora dalla filosofia del tempo di san Paolo e in parte rielaborata dall’apostolo, venissero reinvestiti direttamente nell’attività sportiva stessa. La gara non è più solo metafora, diventa diretta portatrice di va- lori morali. In questa valorizzazione dell’attività sportiva, un posto di rilievo vie- ne riconosciuto alle Young Men Christian Associations (YMCA), che con le palestre, le piscine, l’invenzione della pallacanestro e della pallavolo, hanno avuto un ruolo di primo piano nella creazione e nella diffusione internazionale di nuovi modelli sportivi e nella formazione universitaria relativa allo sport.
Yann Redalié, The body and the Protestant sports tradition
Modern sports began in England in the 19th century when folk games and aristocratic contests were transformed and incorporated into the educational scheme. Protestant movements, associations, schools, colleges and universities played a vital part in this transformation, which attributed the moral and formative values of competition to the particular sports themselves. The metaphor of the race had been used by philosophers for a long time, and indeed the Apostle Paul used it and in part developed it, but now the metaphor gives way to the idea of the race as a moral attribute. The Young Men’s Christian Association (YMCA) played a significant role in promoting sports. The ‘Y’ with its gyms, pools, with the invention of basket-ball and volley-ball was instrumental in crea- ting and popularising new models of sportsmanship round the world and sports as an integral part of university education.
Albert De Lange, Carlo Papini, Valdo di Lione e i «Poveri nello spirito»
Il contributo presenta l’importante monografia di C. Papini I Poveri nello spirito, dedicata al primo secolo di storia valdese, evidenziandone la portata inno- vativa nell’ambito della storiografia sul movimento valdese.
Albert De Lange, Carlo Papini, Valdo di Lione e i «Poveri nello spirito»
A discussion of Carlo Papini’s important book, I Poveri nello spirito, which examines the first century of Waldensian history. In particular, De Lange shows how Papini’s book is innovative in its treatment of the movement.
Paweł Gajewski, Introduzione e Documento di studio della Commissione sinodale ad referendum sull’ecclesiologia
Pubblichiamo il documento presentato al Sinodo 2005 delle chiese evangeliche valdesi e metodiste dalla Commissione nominata per approfondire alcuni aspetti dell’ecclesiologia protestante nell’attuale contesto. Il Testo è preceduto da una densa presentazione del coordinatore della commissione, past. dott. Paweł Gajewski.
Paweł Gajewski, Introduction and Study document from the Synodical Commission for a referendum on Ecclesiology
This is the document presented at the 2005 Synod of the Waldensian and Methodist Churches by the Commission named to explore certain aspects of Protestant ecclesiology in the present context. The text is preceded by a rich pre- sentation by the Convenor of the Commission, Revd Dr Paweł Gajewski.