Autore: wp_5978506

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Philip Gossett, I protestanti nell’opera lirica

Testo della prolusione del prof. Philip Gossett, in occasione dell’apertura del CLI Anno accademico della Facoltà valdese di Teologia. A lungo, nell’opera lirica, le differenze religiose non appaiono caratterizzate da musicalità diverse. Nel secondo quarto del XIX secolo si incomincia a introdurre un colore locale cercando di tradurre in musica differenze etniche. Ne Les Huguenots (1836) di Giacomo Meyerbeer (1791-1864) la musica riflette la drammatica contrapposizione tra ugonotti (che cantano anche Forte rocca) e i nobili cattolici. In Stiffelio di Giuseppe Verdi (1850), il protestantesimo è fondamentale; non solo tutti i personaggi sono protestanti, ma si affronta un problema spirituale: come può un pastore predicare la Parola di Dio mentre la sua vita è travagliata dalle esperienze e dai sentimenti che possono capitare a tutti, in questo caso quelli legati alla scoperta del tradimento della moglie? La censura austriaca occultò ogni ri- ferimento alla Bibbia e al protestantesimo, ma dalla ricostruzione del testo critico emerge con quale incisività Verdi seppe affrontare un tema interiore e spirituale, che corrispondeva al suo proposito di innovare l’opera lirica, alla sua tensione etica e forse anche rispondeva all’ostilità che egli avvertiva per la sua relazione con una donna sposata. Nell’Ottocento l’opera non ebbe successo, nessuno capì la tensione che la animava. Oggi che la possiamo rivedere nella for- ma che Verdi le volle dare, essa ci parla, e con grande intensità.

Philip Gossett, Protestants in Opera 

This is the text of a Lecture by Prof Philip Gossett for the opening of the 151st academic year of the Waldensian Theological Seminary in Rome. Religious differences were not characterised by particular musical differences in opera for a long time. In the second quarter of the 19th century composers began to intro- duce local colour in an attempt translate ethnic differences into a musical idiom. In Giacomo Meyerbeer’s Les Huguenots (1836) the music reflects the dramatic opposition between the Huguenots (who even sing A mighty fortress) and the noble Catholics. In Giuseppe Verdi’s Stiffelio (1850), Protestantism is fundamental. All the characters are Protestant and in addition the opera poses a spiritual question: how can a pastor preach the word of God while his own life is in crisis due to experiences and feelings which might happen to anyone, in this case connected to his wife’s adultery? Austrian censorship removed all references to the Bible and to Protestantism, but a critical reconstruction of the text shows us just how incisively Verdi treats this inner, spiritual theme. Indeed it is a good example of the way in which Verdi wished to renew opera and illustrates his own inner tensions and perhaps also the hostility he experienced for his relationship with a married woman. The opera was not a success in the 19th century and no one really understood the tension that breathes through it. Now that we can see and listen it in Verdi’s original version, however, it speaks to us with great intensity.

Gianni Long, Giorgio Peyrot. Un profilo

L’Autore, professore di diritto parlamentare alla LUISS e attuale Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, percorre sinteticamente (per l’approfondimento, si rinvia al contributo successivo) l’opera del giurista evangelico recentemente scomparso, dai dibattiti intorno all’Assemblea costituente fino a quelli relativi all’accettazione o meno dell’otto per mille da parte delle chiese valdesi e metodiste.

Gianni Long, Giorgio Peyrot. A Portrait 

The Author – professor of Parliamentary Law at LUISS University and President of the Federation of Protestant Churches in Italy – gives a brief sum- mary of the work of this Protestant lawyer and legal expert who recently died. It covers the period from the Constitutional Assembly to the recent debates on whether the Waldensian and Methodist Churches should accept the eight per thousand from the state on tax returns.

Franco Giampiccoli, In memoria di Giorgio Peyrot

Nel trentennio in cui l’ordinamento valdese è stato profondamente rielaborato (1953-83), Giorgio Peyrot ha svolto un ruolo preminente in quattro ambiti. Ha impostato il lavoro del quindicennio che ha portato nel 1974 al varo della Disciplina generale, la cornice che racchiude l’unione delle chiese valdesi di qua e di là dell’Atlantico, centrata su un unico sinodo articolato in due sessioni. Ha condotto l’ultima fase delle trattative per l’integrazione tra valdesi e metodisti iniziate nel 1942 e concluse con i Patti di Integrazione del 1975-79. A par- tire dal 1948 ha propugnato l’utilizzo delle intese previste dall’art. 8 della Costituzione, in funzione di garanzia di libertà religiosa, fino alla trattativa effettiva, condotta con Giorgio Spini e Sergio Bianconi, tra il 1977 e il 1981. Nell’ambito della Commissione per le discipline, ha riordinato l’intera materia regolamentare in vista della pubblicazione della Raccolta delle Discipline vigenti nell’Ordinamento valdese (1983).

Franco Giampiccoli, In memory of Giorgio Peyrot 

During the thirty years between 1953-1983 when the organisation of the Waldensian Church was profoundly transformed, Giorgio Peyrot played a key role in four different areas. He was responsible for the fifteen years of work which resulted in 1974 in the General Rules, the framework which unites Waldensians on both sides of the Atlantic in a single Synod with two sessions. He also led the final phase of the negotiations for the integration of the Waldensian and Methodist Churches, begun in 1942 and finally concluded in 1975-1979 with Integration Agreement. Then also, beginning in 1948 he was very much wanted to take ad- vantage of article 8 in the Constitution which offered churches the possibility of formal agreements with the Italian state. He saw this as a guarantee of religious freedom and participated in the negotiations led by Giorgio Spini e Sergio Bianconi between 1977 and 1981. Finally as a member of the Commission on Order he rearranged church rules for the publication of Collected Rules for the Ordering of the Waldensian Church (1983).

Yann Redalié, Il corpo e la prassi sportiva nella tradizione protestante

Lo sport moderno nasce nell’Inghilterra dell’Ottocento, risultato di una trasformazione educativa dei giochi popolari tradizionali e delle arti aristocratiche. In questa trasformazione, nella quale i movimenti, associazioni, scuole, collegi e università di tradizione protestante hanno avuto, in molti casi, un ruolo determinante, tutto accade come se i valori morali e educativi evidenziati nella gara sportiva, usata come metafora dalla filosofia del tempo di san Paolo e in parte rielaborata dall’apostolo, venissero reinvestiti direttamente nell’attività sportiva stessa. La gara non è più solo metafora, diventa diretta portatrice di va- lori morali. In questa valorizzazione dell’attività sportiva, un posto di rilievo vie- ne riconosciuto alle Young Men Christian Associations (YMCA), che con le palestre, le piscine, l’invenzione della pallacanestro e della pallavolo, hanno avuto un ruolo di primo piano nella creazione e nella diffusione internazionale di nuovi modelli sportivi e nella formazione universitaria relativa allo sport.

Yann Redalié, The body and the Protestant sports tradition

Modern sports began in England in the 19th century when folk games and aristocratic contests were transformed and incorporated into the educational scheme. Protestant movements, associations, schools, colleges and universities played a vital part in this transformation, which attributed the moral and formative values of competition to the particular sports themselves. The metaphor of the race had been used by philosophers for a long time, and indeed the Apostle Paul used it and in part developed it, but now the metaphor gives way to the idea of the race as a moral attribute. The Young Men’s Christian Association (YMCA) played a significant role in promoting sports. The ‘Y’ with its gyms, pools, with the invention of basket-ball and volley-ball was instrumental in crea- ting and popularising new models of sportsmanship round the world and sports as an integral part of university education.

Albert De Lange, Carlo Papini, Valdo di Lione e i «Poveri nello spirito»

Il contributo presenta l’importante monografia di C. Papini I Poveri nello spirito, dedicata al primo secolo di storia valdese, evidenziandone la portata inno- vativa nell’ambito della storiografia sul movimento valdese.

Albert De Lange, Carlo Papini, Valdo di Lione e i «Poveri nello spirito»

A discussion of Carlo Papini’s important book, I Poveri nello spirito, which examines the first century of Waldensian history. In particular, De Lange shows how Papini’s book is innovative in its treatment of the movement.

Paweł Gajewski, Introduzione e Documento di studio della Commissione sinodale ad referendum sull’ecclesiologia

Pubblichiamo il documento presentato al Sinodo 2005 delle chiese evangeliche valdesi e metodiste dalla Commissione nominata per approfondire alcuni aspetti dell’ecclesiologia protestante nell’attuale contesto. Il Testo è preceduto da una densa presentazione del coordinatore della commissione, past. dott. Paweł Gajewski.

Paweł Gajewski, Introduction and Study document from the Synodical Commission for a referendum on Ecclesiology 

This is the document presented at the 2005 Synod of the Waldensian and Methodist Churches by the Commission named to explore certain aspects of Protestant ecclesiology in the present context. The text is preceded by a rich pre- sentation by the Convenor of the Commission, Revd Dr Paweł Gajewski.

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E. Noffke, Il sacrificio e il Tempio nel mediogiudaismo: storia di un divorzio consensuale

Il mediogiudaismo segna il passaggio da una religione sacrificale a due nuove, interamente svincolate dal sacrificio (giudaismo rabbinico e cristianesimo): com’è possibile che questo sia avvenuto senza particolari traumi? In realtà, numerosi segnali indicano che altre pratiche stavano sostituendo il sacrificio. Nella diaspora ellenistica in particolare, l’attenzione si era spostata dalla vittima al- l’attitudine morale del sacrificante. In generale, si diffonde l’idea che il sacrificio volontario di una persona possa indurre Dio a intervenire in favore del popolo, fino a perdonare i suoi peccati. Alcuni gesti, come le abluzioni, stavano assumendo una proprietà purificatoria prima attribuita ai soli sacrifici (forse anche il battesimo di Giovanni), per non parlare delle forti critiche alla gestione del sacrificio a Gerusalemme e del crescente spazio occupato dalla preghiera e dalla lettura della Torah. La distruzione del Tempio nel 70 non ha fatto altro che accelerare un processo in atto da tempo.

Middle Judaism was characterized by the passage from a religion based on sacrifices to two new religions without sacrifices, namely Christianity and Rabbinic Judaism. The main signs of this passage are the following: the attention was shifting from the sacrifice itself to the attitude and moral character of the one sacrificing, especially in Hellenistic Judaism; the idea that a person’s voluntary sacrifice could induce God’s intervention in favour of the people, even to the forgiveness of sins. Some acts, ablutions for instance, were substituting sacrifices as purification rites, which were first attributed only to sacrifices. It is even possible that John’s baptism was intended for this purpose. There was also strong criticism on sacrificial rites practiced at the Temple in Jerusalem and a growing devotion to prayers and the reading of the Torah. The Temple’s destruction in 70 just accelerated an ongoing process.

R. Carbone, Temporalità, relazione e angustia nell’esperienza effettiva della vita: Heidegger a confronto con Paolo e Lutero

Negli anni 1920-1923 Heidegger si confronta con il cristianesimo delle origini, in particolare le lettere di Paolo e con le opere del giovane Lutero. Nelle Lezioni sulla Lettera ai Romani e nella Disputa di Heidelberg il filosofo tedesco scopre gli strumenti e le argomentazioni per mettere in discussione la filosofia e la teologia cristiane. L’articolo si propone di analizzare come Heidegger interpreti i testi del giovane Lutero in relazione al significato del cristianesimo delle origini.

During 1920–1923 Heidegger studied the earliest period of Christianity, especially Paul’s letters, and in the same period also looked at Luther’s early works. In Luther’s Commentary on Romans and his Disputation in Heidelberg, Heidegger discovered the tools and points of discussion which he would then apply to Christian philosophy and theology. This article shows how Heidegger’s interpretation of Luther’s early works is related to his understanding of primitive Christianity.

E. Cerasi, Verso una comunità confessante. Le tesi di Yoder su Barth

Il saggio espone le tesi di Yoder sulla teologia politica di Karl Barth, letta co- me crisi della sintesi costantiniana di chiesa e Stato. L’ecclesiologia, ma anche la dottrina della santificazione esposta in KD IV/2, nonché le posizioni pacifiste maturate dagli anni Cinquanta in poi avrebbero condotto Barth verso la tradizione della free church. Dopo aver esposto le obiezioni di Hunsinger alle tesi di Yoder, l’articolo discute in particolare il saggio di Barth Christengemeinde und Bürgergemeinde.

This article discusses Yoder’s theory about Karl Barth’s political theology. Yoder reads Barth’s work as a point of crisis in the synthesis between Church and State effected by Constantine. Yoder believes that Barth’s ecclesiology, his doctrine of sanctification as expressed in KD IV/2, and the the pacifist position he developed beginning in the ’50s urged Barth towards a free church tradition. The article goes on to look at Hunsinger’s objections to Yoder’s theory and then discusses Barth’s essay Christengemeinde und Bürgergemeinde.

S. Rostagno, Million Dollar Baby

Partendo dalla pellicola Million Dollar Baby si fa emergere il messaggio di speranza che il film trasmette. Il «milione di dollari» esprime il valore di ciascuno di noi, valore che non si può dosare o misurare, aumentare o abbassa- re, ma deve soltanto essere riconosciuto. Si esamina, infine, il problema del- l’eutanasia.

Rostagno discusses the message of hope which lies buried in the film ‘Million Dollar Baby’. ‘A Million Dollars’ stands for the value of every individual, a value which cannot be quantified, measured, increased or decreased, but is only to be recognised. The article goes on to look at the question of euthanasia.

F. Ferrario, L’ecumenismo secondo Walter Kasper

L’autore esamina due recenti raccolte di saggi del card. Kasper. Essi delineano un progetto ecumenico al quale, a parere del recensore, le chiese della Riforma non potrebbero aderire se non a prezzo della loro stessa ragion d’essere.

The author looks at two recent collections of essays by Cardinal Kasper. They outline an ecumenical programme to which the author believes it would be impossible for the Churches of the Reform to agree without compromising the very reason for their existence.

G. Genre, Un’assemblea consapevole

L’autore, rappresentante della chiesa valdese alla recente assemblea del Consiglio ecumenico, traccia un sintetico resoconto dei dibattiti, nel quadro dell’attuale situazione dell’ecumenismo e del Consiglio.

Gianni Genre represented the Waldensian Church at the recent meeting of the Ecumenical Council. Here he summarises the debates for us and situates them in present ecumenical situation and the Council as it now stands.

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E. Genre, Dietrich Bonhoeffer: la spiritualità di un cospiratore tra profezia e biografia

Prendendo come riferimenti il periodo di vicariato di Bonhoeffer a Barcellona (1928) e la lettera a Bethge, scritta il giorno dopo il fallito attentato a Hitler (21 luglio 1944), l’A. individua nel profetismo biblico classico, e in particolare nel profeta Geremia, il canovaccio di una spiritualità evangelica radicata nella Scrittura, tra promessa e giudizio, in cui la fede e l’etica sono sfidate, contraddette dagli avvenimenti della storia. Sfide e contraddizioni che si intreccia- no con la coscienza di una vocazione cristiana che si interroga coram Deo.

The author takes two reference points in his study of Bonhoeffer – the period of Bonhoeffer’s curacy in Barcelona (1928) and the letter he wrote to Bethge on the day after the attempt on Hitler’s life (21 July 1944). Genre maintains that the underpinning of Bonhoeffer’s radical scriptural spirituality is to be found in the Hebrew prophets, particularly Jeremiah. His life is a spiritual one in which God’s promise of salvation and the idea of God’s judgement contend, and in which historical events challenge and contradict Bonhoeffer’s faith and ethical convictions. But these challenges and contradictions are intertwined with Bonhoeffer’s aware- ness that he is called to a Christian witness which questions itself coram Deo.

A. Pangritz, Mistero e «disciplina dell’arcano» in Dietrich Bonhoeffer

L’interpretazione della categoria di «disciplina dell’arcano» costituisce uno dei problemi più dibattuti negli studi sulle lettere dal carcere. L’A., uno specialista della materia, percorre l’arco della produzione bonhoefferiana, seguendo l’evoluzione del concetto e la sua incidenza sull’insieme dell’impianto teorico di Bonhoeffer.

Students of Bonhoeffer’s letters from prison disagree about how to interpret ‘the discipline of hidden things’. Pangritz, who is a specialist in this field, looks at the whole of Bonhoeffer’s work to see how the concept develops and what impact it has on his theoretical work.

F. Ferrario, Mondo adulto e teologia della croce. L’immagine di Dio nelle lettere dal carcere di Dietrich Bonhoeffer

L’A. ripercorre alcuni temi centrali della teologia bonhoefferiana del periodo di Tegel, assumendo come filo conduttore dell’esposizione la poesia Cristiani e pagani. La teologia della croce, la tematica dell’autonomia del mondo e la particolare lettura bonhoefferiana dell’annuncio della giustificazione si intrecciano in modo denso e carico di implicazioni anche per l’oggi.

Ferrario uses the poem Christians and Pagans as a guide in his consideration of some of Bonhoeffer’s central themes during the Tegel period. The theology of the cross, the theme the separateness of the world, and especially Bonhoeffer’s understanding of justification are closely connected and of continuing importance for us today.

D. Garrone, Fede e religione nella post-modernità: riflessioni a partire da Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer

Il mondo completamente non religioso preconizzato da Bonhoeffer in Resistenza e resa appare oggi sostituito da una inattesa rinascita del religioso, non soltanto nelle aree di influenza del radicalismo islamico, ma anche nel cuore dell’Occidente: basti pensare agli evangelical negli Stati Uniti e alla chiesa cattolica in Italia e in Europa. Questa rinascita dà luogo a singolari alleanze tese a contrastare alcuni capisaldi della modernità democratica, soprattutto in materia di etica pubblica. Le considerazioni di Bonhoeffer sul rapporto tra Cristo e il mondo adulto mantengono la loro attualità, tanto più se si pone al centro la questione di una testimonianza alla rivelazione di Dio in Cristo fondata sull’evangelo.

The completely secular world which Bonhoeffer predicted in Resistence and Surrender, seems today to have given way to an unexpected blossoming of religion, not only in those parts of the world where radical Islam flourishes, but al- so right in the heart of the West. We might think of evangelicals in the United States, for instance, or the Roman Catholic Church in Italy and Europe. This re- birth of religion creates unusual alliances ready to challenge some of assumptions which inform modern democraies, especially on questions of public ethics. Bonhoeffer’s reflections on the relationship between Christ and our world continue to be relevant, especially when we consider his evangelical witness to God’s revelation in Christ.

F. Ferrario, Bonhoefferiana

Vengono presentate alcune opere su Bonhoeffer apparse in occasione delle celebrazioni del biennio 2005-2006.

F. Ferrario, Bonhoefferiana

The author introduces several works on Bonhoeffer published for the 100th anniversary of his birth.

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O. Abel, Elementi per un lessico disordinato dell’ermeneutica di Paul Ricœur

L’Autore traccia, in trenta concise «voci», un profilo critico dell’ermeneutica ricœuriana, suggerendo un percorso di lettura che fa del suo contributo una piccola introduzione al pensiero del filosofo.

O. Abel, A Disorderly Dictionary of Paul Ricœur’s Hermeneutics

Abel takes a critical look at 30 individual words in order to give us an outline of Ricœur’s theory of interpretation. The approach he suggests actually constitutes a brief introduction to the philosopher’s work.

F. Brezzi, Nominare diversamente Dio: «la preziosa dialettica di poetica e politica»

Nell’articolo si sceglie un filone particolare, tra le moltissime piste di ricer- ca percorse dal filosofo: quello definito da Ricœur in maniera minimizzante del «nominare Dio»; dapprima si segue Ricœur che, qualificata la sua come un’impresa ermeneutica in una lettura credente, disegna tre possibili cerchi: rapporto Parola-scrittura; legame parola-scrittura-comunità; e, infine, verità del testo e verità del soggetto.In un secondo tempo, si evidenzia come le soluzioni ricœuriane procedano «dal testo alla vita», in altre parole il «nominare diversamente Dio» possa indi- care anche un nuovo modo di abitare il mondo. Riprendendo le sue tesi relative alla ricchezza del linguaggio non obiettivante, Ricœur assimila i testi biblici ai testi poetici, nel senso originario di poiesis, da cui segue, da un lato, il ricco itinerario della polifonia biblica, e, dall’altro, il passaggio dalla poetica alla politica.

F. Brezzi, God by a Different Name: the precious discourse of poetry and politics

Brezzi considers one of the many trains of thought which Ricœur developed and which he somewhat dismissively called “naming God”. The author first con- siders Ricœur himself. He defined his analytic approach as a believer’s reading and offered three possible circles: the relationship: Word-scripture; the bond: word-scripture-community; and finally: the truth of the text and the truth of the subject. Brezzi then shows how Ricœur’s approach proceeds “from head to life”, meaning that “God by a different name” can also indicate a new mode of inhabiting the world. Ricœur returns to his theory about the richness of non-objectifying language and he compares Biblical texts to poetic texts, where poetic has its original meaning of poesis. This leads, on the one hand, to the rich itinerary of bi- blical polyphony, and, on the other, to the transition from poetry to politics.

D. Jervolino, Pensiero biblico e traduzione in Ricœur

Per Ricœur, i testi biblici offrono materia di riflessione al filosofo, perché rappresentano essi stessi una forma di pensiero, che va interrogato tenendo conto della storia delle letture fattane dalle diverse comunità di lettura e di interpretazione. Così, anche il rapporto fra il pensiero biblico e la cultura di accoglienza greca – con riferimento al celebre passo di Esodo 3,14 – può essere discusso facendo riferimento al problema ermeneutico della traduzione, problema che assume un particolare rilievo nell’ultimo Ricœur.

D. Jervolino, Biblical thought and translation in Ricœur

It was Ricœur’s view that Biblical texts offer material for philosophical reflection, because they themselves also represent a form of reflection, and so we need to approach those texts taking into account the ways in which different communities have read and interpreted them. In the same way we can discuss the relationship between Biblical thought and its reception into Greek culture, with reference to the hermeneutical problem posed by translation – the well known locus is Exodus 3.14. The question of translation occupies a particular place in Ricœur’s late work.

M. Miegge, Ermeneutica e libertà

Il passaggio dall’eteronomia alla autonomia è raffigurato da Kant come «uscita dell’uomo da uno stato di minorità imputabile a lui stesso». Analogamente, Paul Ricœur ha assegnato alla filosofia il compito di cooperare alla formazione di «un Sé adulto». Ma, nell’«età ermeneutica della ragione», la filosofia ha abbandonato le pretese di auto-fondazione. Affronta, invece, ed elabora ciò che sta “fuori”: un «mondo della cultura» già ricco di molteplici costruzioni di senso: simboli e testi, tradizioni e istituzioni. Per appropriarsi di quel mondo, la filosofia ermeneutica percorre la strada lunga dell’interpretazione, che attraversa i conflitti e il “sospetto”, senza perdere di vista il più distante orizzonte, della chiamata e della speranza.

M. Miegge, Hermeneutics and Freedom

Kant calls the transition from heteronomy to autonomy “man’s exit from the self-imposed condition of being a minor”. In a similar vein, Paul Ricœur said that the job of philosophy is to further the formation of “the adult Self”. However, in “the hermeneutic age of reason” philosophy has abandoned the pretence that it is self-created. Instead, it confronts and elaborates that which is “outside”; a “world of culture” already rich with multiple constructions of meaning – symbols and texts, translations and institutions. In order to appropriate that world, hermeneutics takes the long road of interpretation, crossing conflicts and “suspicion” without losing sight of the distant horizon of its calling and hope.

S. Rostagno, Saggi su Barth

L’Autore presenta una rassegna critica di sei recenti pubblicazioni sul pensiero di Karl Barth, sottolineando l’esigenza di una valutazione del XX secolo e del suo pensiero che ne evidenzi la problematica fecondità, alla quale la teologia protestante, e in particolare quella di Barth, hanno largamente contribuito.

S. Rostagno, Essays on Barth

The author takes a critical look at six recent publications about Karl Barth’s thought. Rostagno believes that it is important to evaluate 20th century thought with respect especially to the wealth of material it produced, and to which Protestant theology and particularly Barth’s contributed so much.

L. Scornachienchi, Ernst Lohmeyer, un martire nell’epoca degli estremi

L’Autore presenta la monografia di Andreas Köhn su uno dei più significati- vi esegeti del secolo scorso, la cui drammatica vicenda biografica non ha fino- ra ricevuto adeguata attenzione.

L. Scornachienchi, Ernst Lohmeyer, a martyr in extreme times

The author introduces an essay by Andreas Köhn on one of the most important Biblical scholars of the last century, whose dramatic personal story has received too little attention thus far.

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Wilhelm Hüffmeier, Protestantesimo come evento di comunione

L’Autore, per lunghi anni segretario della Comunità delle chiese protestanti in Europa (già Comunione ecclesiale di Leuenberg), traccia un bilancio del cammino ecumenico percorso dal protestantesimo, sottolineandone i risultati e le difficoltà. Nella conclusione, egli presenta le prospettive che la comunione rag- giunta tra le chiese evangeliche apre all’insieme del movimento ecumenico.

Wilhelm Hüffmeier, Protestantism as a communion event

For many years Hüffmeier was the Secretary of the Community of Protestant Churches in Europe (formerly the Leuenberg Ecclesial Communion). In this article he evaluates the development of ecumenism among Protestant churches, including the results achieved and the difficulties encountered. In his conclusion he outlines some possibilities which this communion among Protestant churches has opened up for the whole ecumenical movement.

Maria Cristina Laurenzi, Desperatio fiducialis: una rottura nel pensiero uniforme

Il pensiero non assume sempre la forma di una ricostruzione critica del dato mediante categorie razionali. Esso può anche riferirsi alla realtà nella forma di un rapporto che inizia e si svolge nel tempo e che dunque assume la forma di un processo. È il caso del pensiero biblico, rispetto al quale la critica storica deve confessare i propri limiti e lasciare che il senso si manifesti nei linguaggi storici. Ciò non significa rinunciare alla riflessione critica, bensì, al contrario, assumere un atteggiamento disincantato nei confronti delle pretese di autosufficienza di una ragione astrattamente concepita.

Maria Cristina Laurenzi, Desperatio fiducialis: a break with conformity

Biblical texts are not analytic, but rather narrative and poetic, and so refer to realities which are always in the process of becoming. Their deepest meanings emerge from the language in which they are expressed and from the reader’s response. That does not mean that Biblical texts are unsophisticated how- ever; rather it reminds us that critical historical analysis is not the best way to unlock their meaning.

Riccardo Maisano, Due note di Ernesto Buonaiuti su parousia ed epiphàneia

Viene proposta la rilettura di due saggi di Ernesto Buonaiuti, dedicati all’esame dell’influsso del linguaggio burocratico imperiale sull’uso dei vocaboli parousia ed epiphàneia nel Nuovo Testamento. Tale rilettura è l’occasione per proporre un approccio nuovo all’opera dello studioso, consistente nel definitivo superamento dei condizionamenti del passato e nell’individuazione del con- tributo propriamente scientifico e critico da lui dato al progresso delle conoscenze storico-religiose nell’Italia del primo Novecento e all’interpretazione delle Scritture.

Riccardo Maisano, Two notes of Ernesto Buonaiuti on parousia and epiphàneia

The authour examines two essays by Ernesto Bonaiuti on the influence of imperial bureaucratic language on the New Testament use of the words parousia and epiphàneia. Maisano proposes a new approach to Buonaiuti’s work.

Sergio Rostagno, Risurrezione della risurrezione

L’Autore mostra, attraverso una rassegna di opere uscite nel nostro paese, il ritorno alla ribalta, nella riflessione filosofica e teologica, di un tema che, nel recente passato, non sembrava attirare l’interesse degli studiosi. L’esame di queste opere recenti è anche l’occasione per sottolineare la vivacità del dibattito italiano, «al di là di un’atmosfera pubblica troppo determinata da battute pubblicitarie»

Sergio Rostagno, The Resurrection of Resurrection

Lately, theological and philosophical publications in Italy underline a renewed interest in the Resurrection, a subject which until recently did not much attract the attention of scholars. Rostagno takes a look at these recent publications and notes that discussion of the Resurrection is alive and well in Italy, above and beyond any effect created by advertising and publicity.

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P. Ricca, Valdo Vinay: teologo valdese e pioniere dell’ecumenismo in Italia a cento anni dalla nascita

Nel centesimo anniversario della nascita di Valdo Vinay, Paolo Ricca, suo successore sulla cattedra di storia della chiesa (e, per un periodo, su quella di teologia pratica) alla Facoltà valdese, traccia un profilo teologico e spirituale dello storico e teologo valdese. Il testo è stato presentato come prolusione al 152° anno accademico della Facoltà valdese di Teologia.

P. Ricca, Valdo Vinay: Waldensian theologian and ecumenical pioneer in Italy,100 years after his birth

Paolo Ricca, Chair Professor in Church History at the Waldensian Seminary after Valdo Vinay, gives us a theological and spiritual portrait of his predecessor, who was born in 1907. This essay was given as the opening lecture for the opening of the 152nd academic year of the Seminary.

M. Marottoli, Anarchismo epistemologico e agape cristiana

La teoria di Popper del mondo 3 implica il riconoscimento di un’apertura degli schemi scientifici, espressa coerentemente nella visione anarchica della scienza sviluppata da Feyerabend. Quest’ultima, mentre legge la storia dell’evoluzione dell’uomo come storia di un’impresa scientifica alla quale tuttavia è mancato l’esplicarsi delle potenzialità delle teorie che non si sono affermate, corrisponde, secondo l’A., al modello epistemologico rappresentato dalla dottrina della croce.

M. Marottoli, Epistemological anarchy and Christian agape

Popper’s World 3 theory seems to suggest an openness in scientific models, which Feyerabend developed in his anarchical vision of scientific thought. According to Marottoli this vision sees the story of human evolution as a scientific activity which never managed to free itself from potentially valid but unproved theories. In this sense, the author claims, Feyerabend’s model corresponds epistemologically to the model of the doctrine of the Cross.

E. Cerasi, Quale ermeneutica narrativa? La critica di Frei a Ricœur

Il saggio, muovendo da un’apparente continuità fra la teologia narrativa di Hans Frei e l’ermeneutica di Paul Ricœur, espone le rilevanti differenze fra le due, spesso notate nella recente teologia nordamericana. Tuttavia, nonostante tali differenze, nelle conclusioni si cerca, se non un’alleanza, almeno una possibile convergenza tra le due proposte, animate dalla comune speranza di una ragione capace di esprimere anche nel nostro tempo la fede cristiana.

E. Cerasi, Which narrative hermeneutic? Criticism from Frei to Ricœur

This essay starts from the apparent continuity between the narrative theology of Hans Frei and Paul Ricœur’s hermeneutics and goes on to explain their differences, often noted in recent North American theological discussions. De- spite these differences however, the author find affinities or a sort of convergence between the two approaches, since both are intent on expressing Christian faith in our time.

P. Sgroi, Prolegomena filosofici alla questione dell’identità ecclesiale. Sulla scorta di Paul Ricœur

Le attuali difficoltà nel reciproco riconoscimento fra le chiese non hanno, per caso, un radicamento nella assunzione di una qualche implicita «filosofia ecclesiologica»? Sulla scorta di questo interrogativo, e delle riflessioni antropologiche di Paul Ricœur, il testo vuole tentare di disegnare un itinerario, in for- ma di tesi, che consenta di porre la questione dell’identità ecclesiale in termini che siano ecumenicamente produttivi: perché si deve riconoscere l’altro? Che cosa succede quando/se non lo si riconosce? In questo caso, forse, l’ecclesiologia può avere qualcosa da imparare dalla filosofia.

P. Sgroi, Philosophical preface to the question of denomination and identity, following Paul Ricœur

Are the impediments to reciprocal recognition of different churches possibly rooted in different implicit ecclesiological philosophies? The Author begins with this question, and using the anthropological ideas of Paul Ricœur tries to reformulate the question of church identity in terms which further the cause of ecumenism: why should one church recognise another? What happens when they do not recognise each other. In this case, perhaps ecclesiology can learn something from philosophy.

C.G. De Michelis, Il battesimo di Osip Mandel’§tam

La spiegazione più banale del battesimo di M. in una chiesa metodista, noto da trent’anni ma ancora al centro di polemiche, fu avanzata dal fratello minore come scelta strumentale per accedere all’università, ed è stata fatta propria da uno studioso come Sergej Avérincev. Riesaminando la questione con l’ausilio di documenti – in parte nuovi – sulla diffusione del metodismo in Russia, l’A. vi scorge il portato d’una lunga vicinanza al protestantesimo dell’ebraismo russo, e della personale attrazione di M. per il mondo protestante, in particolare metodista.

C.G. De Michelis, Osip Mandel’§tam’s baptism

The most banal explanation as to why M was baptised in a Methodist church, is the one proposed by his younger brother and publicly known for the last 30 years: he wanted to be admitted to university. Sergej Avérincev, for example, has embraced this theory. The Author re-examines the question, using documents about the spread of Methodism in Russia, some of which have not been considered before. De Michelis notes that Russian Judaism has a long history of interest in Protestanism, especially in Methodism.

abstract vol 62 : 3-4

E. Busch, Interpretazione e interpretazioni di Calvino in epoca recente

Una delle più autorevoli voci a livello mondiale sulla vicenda teologica e umana del Riformatore di Ginevra presenta le ricerche e le interpretazioni più re- centi nel dibattito su Calvino. Soffermandosi in maniera particolare sulle pubblicazioni degli ultimi anni – che hanno la tendenza ad affrontare aspetti molto specifici della vicenda del Riformatore – e sui risvolti etici del suo insegna- mento, l’A. provvede un’immagine di Calvino vivida e capace di affascinare.

E. Busch, Recent interpretation and interpretations of Calvin

A world renowned expert on the theology and life of Calvin discusses some very recent research on Calvin. In particular Busch considers the ethical implications of Calvin’s thought and also discusses research published in the last few years, where the tendency has been to examine very specific aspects of Calvin’s work. The picture of Calvin which emerges is vivid and prepossessing.

E. Campi, Nuovi studi su Heinrich Bullinger

L’A. affronta, oltre all’attività pastorale del Riformatore di Zurigo, il tema sul quale la ricerca non ha ancora individuato una prospettiva del tutto condivisa, quello del patto. In una fase precedente esso era visto da molti autori (per esempio, Baker) come la discriminante rispetto a Calvino; studi più recenti (per esempio, Opitz) lo leggono in relazione alla dottrina della predestinazione. Esaminando la problematica relativa alla Santa Cena, l’A. presenta Bullinger come tessitore della rete di relazioni che si colloca all’origine del protestantesimo riformato.

E. Campi, New studies on Heinrich Bullinger

Campi looks at Bullinger’s pastoral work but also considers his idea of covenant, a subject about which there is still quite a lot of disagreement. Earlier authors like Baker saw Bullinger’s idea of covenant as something that distanced him from Calvin. More recently authors like Opitz tend to interpret it in relationship to the idea of predestination. In his discussion of the Lord’s Supper, Campi presents Bullinger as instrumental in establishing a series of relation- ships which are at the heart of reformed Protestantism.

M.E. Hirzel, Prospettive odierne della ricerca storica su Huldrych Zwingli

L’A. presenta la figura di Huldrych Zwingli attraverso due studi che si collocano nel quadro della riscoperta del Riformatore che ha caratterizzato gli ulti- mi vent’anni. Bolliger rivisita Zwingli nella prospettiva dell’influenza di Duns Scoto, che con la distinzione tra creatore e creatura offre la chiave di volta del- le sue posizioni caratteristiche sulla Santa Cena e sulla cristologia. La seconda indagine, quella di Meyer, si concentra sull’escatologia di Zwingli, individuando in essa il punto di svolta del suo pensiero, il motore della riscoperta della rivelazione di Dio nelle Scritture come energia liberatoria.

M.E. Hirzel, Recent historical research on Huldrych Zwingli

Hirzel looks at two studies on Huldrych Zwingli which are typical of Zwinglian studies over the last 20 years. An article by Bolliger examines the influence of Duns Scotus on Zwingli. Scotus’ distinction between creator and creature provides a key to understanding Zwingli’s change of mind about the Lord’s Sup- per and the nature of Christ. An article by Meyer identifies Zwingli’s eschatology as the critical point in his thought, where the reformer rediscovered the li- berating energy of God’s revelation in scripture.

E. Genre, «Sine dilectione… nihil sumus» (Martin Bucero). L’eucaristia alla prova del vincolo di fraternità

Il celebre colloquio di Marburgo tra Lutero e Zwingli è tematizzato dall’A. attraverso due lettere di Bucero, il quale sviluppa un suo paradigma di discussione teologica: la fraternità cristiana. Secondo l’A., tale prospettiva non costituisce un facile ripiego irenico, bensì una prospettiva che consente di superare non solo i contrasti evidenziatisi a Marburgo cinque secoli fa, bensì anche molte delle attuali controversie che minacciano di bloccare l’effettivo progresso del- la comunione tra le chiese, sul punto nevralgico della Cena del Signore.

E. Genre, «Sine dilectione… nihil sumus» (Martin Bucero). The Eucharist as a test of brotherly love

Genre applies a paradigm which Bucer developed to the famous discussion between Luther and Zwingli in Marburg. According to an idea which Bucer ex- presses in two letters, Christian brotherly love is a paradigm for theological discussion. Genre believes that the metaphor of brotherly love is not simply a peaceful way out of disagreement, but rather a perspective which allows us to over- come the points of contrast expressed 500 years ago in Marburg and indeed pre- sent day theological differences which tend to block communion between churches on the critical question of the Lord’s Supper.

E. Mazza, La preghiera eucaristica come sacrificio. La testimonianza delle antiche anafore sulla concezione sacrificale dell’eucaristia

L’A. indaga, da un punto di vista della scienza liturgica (non della sistematica) l’interpretazione della Santa Cena documentata nelle anafore antiochene e alessandrine, in particolare per quanto attiene al tema del sacrificio, che resta controverso tra le confessioni cristiane. Viene disegnata una linea evolutiva che parte da una comprensione non rituale del sacrificio, per comprendere poi la preghiera di ringraziamento all’interno del culto e approdare al sacrificio della preghiere del pane e del vino. Tale evoluzione, tuttavia, non arriva a identificare la celebrazione con il sacrificio stesso di Cristo. Per chi intendesse coglierla, si tratta di una rilevante chance ecumenica.

E. Mazza, The eucharistic prayer as sacrifice; evidence from ancient anaphorae

Mazza presents a liturgical interpretation of the Lord’s Supper as we find it in the Antiochene and Alexandrine anaphorae. He is particularly interested in the idea of sacrifice, which remains a point of contention among different Christian traditions. Mazza finds an evolution that begins with a non-ritual understanding of the sacrifice, then includes the prayer of thanksgiving within the Eucharist and finally sees the prayer and the elements of bread and wine as constituting the sacrifice. However, this development does not identify the Eucharistic celebration with Christ’s own sacrifice. This investigation offers rich possibilities for ecumenical understanding, for those who wish to accept the challenge.

M. Meyer-Blanck, Eucaristia e predicazione nella teologia evangelica e cattolica contemporanea

L’A., confrontandosi anche con la produzione italiana in ambito liturgico, propone una breve rassegna dello sviluppo delle concezioni relative all’eucari- stia e alla predicazione, in ambito cattolico ed evangelico, nel corso degli ulti- mi quarant’anni. Ricollegandosi al concetto di «ritualità» elaborato da Andrea Grillo, tenta di chiarire i malintesi tra concezioni evangeliche e cattoliche su ta- li temi, proponendo un quadro più equilibrato nel quale far rientrare eucaristia e predicazione.

M. Meyer-Blanck, Eucharist and preaching in contemporary Protestant and Catholic theology

Meyer-Blanck takes a look at liturgies in Italy and then offers an over-view of developments in Protestant and Catholic understanding of the Eucharist and preaching over the past 40 years. He uses Andrea Grillo’s idea of ‘ritual’ in order to clear up misunderstandings between Catholics and Protestants on the Eucharist and preaching, and then proposes a more integrated understanding of these two aspects of worship.

H. Mottu, La Cena del Signore come gesto profetico. Conseguenze teologiche ed ecclesiologiche di un’ipotesi

Il contributo si riallaccia a una precedente ricerca dell’A., presentando un’interpretazione dei sacramenti radicata nella tradizione del profetismo veterotestamentaria. In tale prospettiva, egli riprende criticamente alcune sottolineature fondamentali della teologia e della spiritualità riformate, sottolineando al con- tempo l’esigenza di un ricupero protestante della dimensione simbolica e del rapporto tra gesto profetico e dimensione rituale.

H. Mottu, The Lord’s Supper as prophetic gesture; theological and ecclesiological consequences of a hypothesis

In this article Mottu develops on his earlier research and presents an interpretation of the sacraments rooted in the prophetic tradition of the Old Testament. In this context he comments critically on some fundamental suppositions of reformed theology and spirituality. At the same time he proposes that Protestants rediscover a symbolic dimension and relationship between prophetic gesture and ritual.

J. Arnould, Ritorno al Giardino dell’Eden

Se, in questo XXI secolo, l’umanità sembra tornare ad abitare nel Giardino, non vi ritrova lo stato perfetto, sognato e mitologico dei nostri progenitori. Essa ha gustato i frutti della conoscenza e quelli del potere; essa sa meglio oggi di che cosa è fatta l’argilla di cui è stata plasmata; essa scopre i flussi, le tensioni, gli umori che possiede in comune con gli altri viventi; inoltre e soprattutto, es- sa misura il peso della storia. La condizione umana non è né quella sognata degli angeli, né quella delle bestie; è quella dell’ospite di un giardino dove piace ancor oggi a Dio di incontrarlo. Il compito dei teologi, dunque, è ben lungi dall’essere compiuto.

J. Arnould, Return to the Garden of Eden

Although in this 21st century human beings seem to have returned to live in the Garden, they do not find there the perfect, mythological state imagined by our ancestors. For they have tasted the fruits of knowledge and of power, they know better the clay from which they are made; they have discovered the flux, the tensions, and the feelings which they share with all living creatures. Above all, they bear the weight of history. The human condition is neither that of an- gels nor that of animals, rather we come as guests into the Garden where even today God is well pleased to encounter us. The job of theology then, is far from finished.

H.M. Barth, Il confronto con le religioni non cristiane nella teologia tedesca contemporanea

L’A. offre una panoramica del dibattito recente sul tema del dialogo con le religioni non cristiane. Considerando principalmente la prospettiva evangelica, presenta i diversi paradigmi elaborati dai teologi impegnati nel dibattito, rilevando sia un forte impegno in questo ambito da parte di vari organismi ecclesiali, sia un notevole interesse al tema da parte della società civile. La proposta dell’A. è l’elaborazione di un confronto con le religioni non cristiane che trovi i suoi fondamenti nella teologia trinitaria.

H.M. Barth, A comparison with non-Christian religions in contemporary German theology

Barth offers an over-view of recent discussions about dialogue with non-Christian religions. He is principally interested in the Protestant perspective as he presents different paradigms developed by theologians engaged in these discussions. He notes that various church organisations are committed to this work and also that there is considerable public interest in it. Barth suggests that engagement with non-Christian religions be grounded in Trinitarian theology.

F. Ferrario, Chiesa e teologia in un cristianesimo di diaspora

L’intervento presenta un’ipotesi relativa al presente e al futuro dell’impresa teologica nel contesto di radicale secolarizzazione che caratterizza soprattutto il continente europeo. La fine del cristianesimo sociologicamente egemone ri- chiede, a parere dell’A., una chiesa e una teologia concentrate sul loro tema. L’enfasi sulle questioni di metodo che ha largamente caratterizzato la seconda parte del XX secolo dovrebbe essere superata da una rinnovata centralità dei con- tenuti. Particolarmente interessanti in tale direzione appaiono alcuni recenti ap- porti della teologia nordamericana detta postliberal.

F. Ferrario, Church and theology in a Diaspora-Christianity

Ferrario suggests that theology has a particular job to do in the present and future context of the radical secularisation, which is evident especially in Europe. In a world where Christianity is no longer the accepted norm, Ferrario believes that the Church and theology must focus on the Christian message. During the second half of the 20th century theology tended to concentrate on methodology, it is time now to put the emphasis back on content, according to the author. In particular he suggests some recent so-called post liberal theological contributions from North America.

abstract vol 63 : 1

J.L. Ska, Genesi 2 – 3: qualche domanda di fondo

Dopo una breve storia della ricerca su Genesi 2 e 3, l’A. si dedica alla questione se nel testo siano da individuare due racconti originari o uno più antico e la sua rielaborazione successiva, concludendo che, salvo alcune aggiunte redazionali quali 2,10-14, il testo è essenzialmente unitario. Viene proposta, sul- la base dell’esame di alcuni motivi presenti nel testo e delle poche allusioni ad esso in Siracide Sapienza, una data di origine in epoca post-esilica, probabimente verso la fine dell’epoca persiana. Il testo, basato con ogni probabilità su antiche tradizioni locali, rappresenta la visione della creazione del «popolo del paese», rimasto in Giuda durate l’esilio ed è sviluppato in una certa tensione con la cosmologia sacerdotale di Gen. 1. La presenza dei due racconti di creazione uno accanto all’altro è conseguenza di una sorta di «compromesso storico».

J.L Ska, Genesis 2-3, some basic questions

Ska begins with a brief history of the research on Genesis 2 and 3. He then asks whether there were originally two different stories here, or an older ver- sion of a story which was later reworked. He concludes that except for some editorial additions (2. 10-14) this is essentially a single story. He dates these chapters to the post exile period, probably towards the end of the Persian era, on the basis of certain themes and also because Sirach and Wisdom include very few references to them. The text, which is very probably based on ancient local traditions offers a vision of the creation of the ‘people of the country’, those who remained in Judea during the Exile. It took form in tension with the priestly cosmology of Genesis 1. The presence of these two creation stories next to each other is the result of a sort of ‘historical compromise’.

D. Garrone, «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne […] e saranno una sola carne» (Gen 2,23-24). Matrimonio come ordinamento della creazione? Alcune considerazioni esegetiche

L’articolo si confronta criticamente con i principali argomenti avanzati di recente nell’ambito degli studi sulla Bibbia ebraica a sostegno di una interpretazione di Gen. 2,23-24 istituzione del matrimonio, in alcuni casi concepito come un «patto» indissolubile, difendendo invece la tesi che problemi istituzionali e normativi sono fuori dell’orizzonte del testo biblico, e che tutte le espressioni in esso utilizzate e il contesto spingono a leggerlo come eziologia della sessualità umana.

D. Garrone, At last this is bone of my bone and flesh of my flesh … and they will be one flesh (Genesis 2. 23.24) Some thoughts on exegesis

The author takes a critical look at important recent interpretations of the Hebrew Bible which argue that Genesis 2. 23-24 supports the idea of marriage as an indissoluble ‘pact’. Garrone believes that normative and institutional questions are outside the focus of the biblical text. Its wording and context sugge- st that we should understand it instead as an etiological explanation of human sexuality.

E. Noffke, «Adamo, dove sei?». Il peccato e la responsabilità umana nel Tanak e nella letteratura mediogiudaica

Il mediogiudaismo segna il passaggio da una religione sacrificale a due nuove, interamente svincolate dal sacrificio (giudaismo rabbinico e cristianesimo): com’è possibile che questo sia avvenuto senza particolari traumi? In realtà, numerosi segnali indicano che altre pratiche stavano sostituendo il sacrificio. Nella diaspora ellenistica in particolare, l’attenzione si era spostata dalla vittima al- l’attitudine morale del sacrificante. In generale, si diffonde l’idea che il sacrificio volontario di una persona possa indurre Dio a intervenire in favore del po- polo, fino a perdonare i suoi peccati. Alcuni gesti, come le abluzioni, stavano assumendo una proprietà purificatoria prima attribuita ai soli sacrifici (forse an- che il battesimo di Giovanni); per non parlare delle forti critiche alla gestione del sacrificio a Gerusalemme e del crescente spazio occupato dalla preghiera e dalla lettura della Torah. La distruzione del Tempio nel 70 non ha fatto altro che accelerare un processo in atto da tempo.

E. Noffke, Adam, Where are you? Sin and Human Responsibility in Middle-Judaism Literature

Middle Judaism was characterized by the passage from a religion based on sacrifices to two new religions without sacrifices, namely Christianity and Rabbinic Judaism. The main signs of this passage are the following: the attention was shifting from the sacrifice itself to the attitude and moral character of theone sacrificing, especially in Hellenistic Judaism; the idea that a person’s voluntary sacrifice could induce God’s intervention in favor of the people, even to the forgiveness of sins. Some acts, ablutions for instance, were substituting sacrifices as purification rites which were first attributed only to sacrifices. It is even possible that John’s baptism was intended for this purpose. There was al- so strong criticism on sacrificial rites practiced at the Temple in Jerusalem and a growing devotion to prayers and the reading of the Torah. The Temple’s de- struction in 70 just accelerated an ongoing process.

E. Bein Ricco, Religioni e politica

L’A. offre una ricognizione dei modelli di pensabilità del rapporto tra le religioni e la politica messi a punto da John Rawls, Jürgen Habermas e Michael Walzer, i quali, al di là delle loro specificità argomentative, convergono nel pro- spettare una forma di laicità storicamente aggiornata rispetto alla classica concezione liberale, che sia in grado di misurarsi con il carattere multiculturale e multireligioso delle attuali democrazie complesse.

E. Bein Ricco, Religion and politics

The author reviews the models for thinking about religion and politics constructed by John Rawls, Jürgen Habermas and Michael Walzer. Although the individual arguments of these philosophers differ, the all agree in proposing a form of religious neutrality historically up-to-dated with respect to the classic liberal conception. They hold that their concepts of the separation of church and sta- te are appropriate to the present-day multi-cultural, multi-religious situation of advanced democracies.

M.C. Laurenzi, Libri scritti e oltre

L’A. presenta una fenomenologia del linguaggio della fede. Essa si esprime in modo eminente nella forma della testimonianza: essa invita a una relazione e non può essere adeguatamente tradotta nel linguaggio dell’essere. Il messag- gio della risurrezione di Gesù indica, nella relazione, un primato della «possibilità» sull’essere, che trova nella testimonianza narrativa la propria trascrizione linguistica.

M.C. Laurenzi, Books and beyond

The author offers a phenomenology of the language of faith. This is a language which preferentially takes the form of witness. It invites us into a relationship and cannot be completely translated into the familiar language of our existence. The message of Christ’s Resurrection, in its relation to us, indicates a preference for ‘possibility’ over existence, and this preference finds it most appropriate linguistic transcription in narrative witness.

L. Savarino, In Vineis veritas

Le difficoltà del modello bioetico laico e liberale derivano dall’aver accentuato in modo unilaterale l’aspetto della libertà decisionale dell’individuo. La situazione non sembra più felice se si guarda a quelle posizioni di matrice religiosa, in gran parte di stampo cattolico, che sembrano considerare la capacità di scelta degli individui come immatura o addirittura pericolosa, e intendono limitar- la in nome di una norma oggettiva o attraverso il ricorso al diritto naturale. Al centro del dibattito sulla bioetica si colloca oggi, in tal modo, la questione dei li- miti dell’autonomia, e della distinzione tra autonomia e autoreferenzialità.

L. Savarino, In Vineis veritas

The problems with a liberal, non-religious model of bio-ethics are the result of a one-sided over-emphasis on the right of the individual to make decisions. The situation of the religious model of bio-ethics, which for the press generally means Roman Catholic, is no brighter however. On that side individual freedom of choice is considered immature or even dangerous, something to be limited in the name of objective norms or natural law. The question of limits to autonomy and the distinction between autonomy and taking the self as the measure of all things is thus at the heart of today’s discussion of bio-ethics.

abstract vol 63 : 2

W. Huber, Fede e ragione

L’Autore , vescovo della Chiesa evangelica di Berlino-Brandeburgo e presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica in German ia, disc ute il rapporto tra il cristianesimo e la ragione moderna di matrice illuministica, in dialogo critico con la lezione tenuta da Benedetto XVI all’Università di Ratisbona . Considerare l’ Illuminismo, e in particolare il pensiero kantiano , co me pura e semplice auto limitazione della ragione appare riduttivo. La fede cristiana ha un rapporto particolarmente stretto con la ragione critica, non solo nella sua forma greca, ma anche in quella moderna. Anche su questo punto vale il programma ecclesia semper reformanda.

W. Huber, Faith and Reason

The author of this article is a bishop in the Protestant church of Berlin-Brandenburg and president of the Council of the Protesta nt Church in Germany. He discusses the relationship between Christianity and modern thought originating in the Enlightenment, in critical dialogue with Benedict XVI’s lesso n at Rat is- bon . He believes that it is an over-simplification to consider the Enlightenment, and Kant in particular pur ely as a self-imposed limitation of reason. He main- ta ins that Christian faith has a close relationship with critical thinking, as it comes to us fro m Greek thought and fro m the Enlightenment. Here too the formula ecclesia semper reformanda remains relevant .

S. Morandini, La ragione teologica nel tempo della scienza

Come pensare il valore e il senso della ragione teologica in un tempo in cui la possibilità stessa del disc orso su Dio appare mess a in discussione dai saperi scientifici, in particolare dall’evoluzionismo postdarwiniano ? La pro spetti va di questo saggio non è quella della contrapposizione polemica al disc orso scientifico, ma piuttosto quella della positiva valorizzazione di quella delimitazione del campo che è costitutiva per esso , come descrizione del reale in termini di relazioni di causa-effetto . Si apre così naturalmente uno spazio per una teologia che sia ermeneutica dello stesso reale, alla luce dell’esperienza di fede. Una teologia che sappia dire di un mondo che è creazione, abitabile e aperto all’indagine razionale, ma anche abitato da uno Spirito, che lo conduce a un compimento oltre se stesso .

S. Morandini, The theological Reason in a scientific Age

How can we ascribe value to or make sense of theological discourse, when scientific reasoning, and particularly the theory of evolution, see ms to question any inclusion of God at all. This article does not oppose scientific discourse, but rather enters into the positive confines established by science, that is to say, a description of reality in terms of cause and effect. This creates a space for theology as an interpretation of that same reality, in the light of faith. This is a theology which interprets the world as creation, inhabited by and ope n to rational investigation, but inhabited also by a Spirit which leads it to a completion beyond its self.

F. Ferrario, Fede e ragione. Quale dialogo possibile?

L’articolo prende le mosse dal vivace confronto tra un modello di ragione che si dichiara illuminista e in generale ateo (presentato sulla base di un testo di Paolo Flores d’Arcais) e quella fatta propria da Benedetto XVI nella lezione tenuta a Ratisbona . La teologia evangelica concorda con il pontefice romano nella sottolineatura della dimensione pensante della fede; la ragione, tuttavia, non è preliminare rispetto al credere e non fonda l’idea di Dio. Piuttosto , il pensiero accompagna la fede e l’attraversa. Ciò ha conseguenze anche per quanto riguarda il modo di comprendere il rapporto tra chiesa e società: su questo punto, la prospettiva evangelica può individuare importanti punti di convergenza con quella fatta propria, tra gli altri, da Flores d’Arcais.

F. Ferrario, Faith and Reason. What kind of Dialogue

This article start s from a lively comparison between an Enlightenment and generally atheist model of thought (here represented by a text of Paolo Flores d’Arcais) and the model proposed by Benedict XVI in his lesson at Ratisbon . Protestant theology agrees with Pope Benedict in pointing out that faith includes an element of reason. Reason is not a prerequisite to faith however, nor is it the basis of our belief in God. Rat her, reason accompanies our faith, but is not limited by it. This point of view affects our understand ing of the relationship between the church and society, and on this question Protestant theology sometimes agrees with Flores d’Arcais, among others.

S. Rostagno, Ius ratio basi della laicità

Presentando due pubblicazioni recenti, rispettivamente di Aldo Schiavone e di Italo Sciuto, l’Autore propone un modello di razionalità, sia teoretica, sia pratica, che eviti i corto circuiti dell’oggettivismo dogmatico e del comunitarismo. L’esigenza di oggettività rest a ovvia mente important e: essa però non è identificabile co n un livello qualsiasi raggiunto da tale o talaltra formula nella storia.

S. Rostagno, Ius e rat io as basis of Laicity

The author of this article looks at two recent publications by Aldo Schiavone and Italo Sciuto respectively. He proposes a theoretic al and practic al model of thought which is neither dogmatically objective nor defined by the community. Objectivity is obviously important , but should not be defined by an particular historical formula.