Autore: wp_5978506

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E. Genre, La teologia pastorale alla ricerca di nuovi equilibri e di nuovi paradigmi: tra ars vivendi e ars moriendi

I concetti di ars vivendi ars moriendi sono qui assunti come riferimenti strutturanti per un discorso di teologia pastorale. Sollecitata sia dalle discipline umane sia da un confronto critico con la propria tradizione teologica, la teologia pastorale si trova oggi più occupata dai problemi dell’ars moriendi (bioetica) che dell’ars vivendi (pastorale giovanile). Un riequilibrio è oggi proposto dalla teologia pastorale nordamericana che avanza l’idea di una «teologia pubblica» capace di essere realmente al servizio dei cittadini. Accogliendo questa prospettiva, l’A. si domanda se e come questa ipotesi possa essere ecumenicamente praticata in Italia, nel pieno rispetto della laicità dello Stato.

E. Genre, Pastoral Theology in Quest of new Equilibriums and new Paradigmas; between Ars Vivendi and Ars Moriendi

The concepts of ars vivendi and ars moriendi are used here as framing references for an argument of pastoral theology. Urged both by humane disciplines and by a critical confrontation with its own theological tradition, pastoral theology today is engaged more with the problems of ars moriendi (bioethics) than with ars vivendi (pastoral theology for the young). A new balance is offered to- day by North American pastoral theology which propounds the idea of an “public theology” capable of being genuinely at the service of citizens. Welcoming this perspective, the Author wonders if and how this hypothesis might be ecumenically put into practice in Italy, in the full respect of a lay state.

S. Mancini, Eberhard Jüngel: l’esperienza con l’esperienza

Nello studio sono analizzate alcune intersezioni tra filosofia e teologia presenti in dio, mistero del mondo (in particolare di carattere gnoseologico: non viene dunque trattata la problematica di Dio come «più che necessario»). Per prima cosa si enuclea la convergenza dell’elaborazione teologica di Jüngel. con la costellazione fenomenologico-ermeneutica, con riferimento in particolare a Husserl, Heidegger e Merleau-Ponty; essa si realizza nel porre come cooriginari la percezione, il linguaggio e il pensiero. Il prosieguo dell’indagine mostra come «l’esperienza dell’esperienza» porti a evidenza che l’incontro con la parola di Dio può essere pensata come mistero, se non si riduca questo all’ordinarietà dell’enigma e se ne colga l’originarietà insieme alla dimensione di intelligibilità. Così inteso, il mistero è colto e dispiegato dal dispositivo teorico costituito dalla analogia fidei, mediante la quale si dispiega come il salvifico mysterium trinitatis.

S. Mancini, Eberhard Jüngel: Experience with Experience

This study analyses some intersections between philosophy and theology which are found in God as the Mystery of the World (in particular gnoseological intersections: therefore the problems of God as «more than necessary» are not treated). First of all, the convergence of Jungel’s theological elaboration with the phenomenological-hermeneutical constellation, with particular reference to Husserl, Heidegger and Merleau-Ponty, is explained; this is achieved by the assumption that perception, language and thought originate together. The study then continues, showing how «the experience of experience» highlights that the en- counter with God’s word can be considered as a mystery, if this is not reduced to something as ordinary as an enigma, and the originality, together with the dimension of intelligibility, are grasped together. Thus understood, mystery is gra- sped and unfolded by the theoretical instrument of analogia fidei, through which it is unfolded like the redeeming mysterium trinitatis.

S. Rostagno, significato della dottrina della giustificazione

Rostagno legge la Libertà del cristiano di Lutero alla luce dei controversi temi occidentali della identità e della alterità, adattando a essi la terminologia luterana di fides caritas. La condizione del cristiano è rispecchiata da due termini antitetici, chiaramente distinti seppur legati fra loro, libertà e relazione. Contro la figurazione convenzionale di Lutero come «frate ribelle», l’articolo sottolinea la portata filosofica e la possibile attualità del suo paradossale insegna- mento sulla giustificazione.

S. Rostagno, The Meaning of the doctrine of Justification

Rostagno reads Luther’s on the Freedom of a Christian in the light of the controversial themes of the western civilization: identity and otherness, adapting to them the Lutheran terms fides and caritas. The condition of a Christian is mirrored by two antithetical terms, clearly distinct and yet tied to each other – freedom and relationship. Against the conventional representation of Luther as a “rebel friar”, the article underlines the philosophical significance and possible relevance to the present day of his paradoxical teaching on justification.

M. Miegge, Un’opera recente su Emanuele Tremelio. Alcune note di lettura

Viene presentata la monografia di Kenneth Austin su Emanuele Tremelio, evidenziando l’importanza del singolare itinerario spirituale di un grande eru- dito del xvi secolo, largamente ignorato dalla cultura italiana.

M. Miegge, A recent Work on Emanuele Tremelio. some reading notes

Kenneth Austin’s monograph on Emanuele Tremelio is presented here, highlighting the importance of the unusual spiritual itinerary of a great scholar of the xvi century, vastly ignored by Italian culture.

A. Amatulli, Cattolicesimo oggi

Il 6-7 novembre 2010 si è tenuto a Roma un convegno internazionale di teologia ecumenica, sul tema: «Cattolicesimo oggi». Viene presentata una sintetica cronaca dell’evento, volta a indicare i termini del dibattito e alcuni tra i principali impulsi al dialogo, forniti dalle relazioni.

A. Amatulli, Catholicism Today

On 6-7 November 2010 an international convention of ecumenical theology was held in Rome, on the theme: Catholicism Today. A synthetic chronicle of the event is given here, to present the terms of the debate and some of the principal impulses to dialogue offered by the reports.

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M. Guasco, Il dibattito sul Vaticano II: prospettive storiografiche e teologiche

L’Autore, storico della chiesa e del pensiero politico, nonché sacerdote cattolico, traccia una panoramica di alcuni dei più significativi snodi problematici del Vaticano II, rilevando come alcune difficoltà evidenziatesi nello sviluppo delle traiettorie conciliari non debbano impedire di cogliere i potenti stimoli innovativi scaturiti dall’assise. Il contributo è stato presentato dal prof. Guasco al convegno «Cattolicesimo oggi. Prospettive ecumeniche», organizzato a Roma dal Centro Ecumenico Melantone, nel novembre 2010.

M. Guasco, The Debate on the Second Vatican Council: Historiographic and Theological Perspectives

The Author, a historian of the Church and of political thought as well as a catholic priest, outlines a general view of the most significant problematic pivots of the Second Vatican Council, highlighting how some difficulties which came out in the development of the paths traced by the Council should not hinder us from grasping the powerful innovative stimuli arisen from the assize. This contribution was presented by Prof. Guasco at the Convention «Catholicism Today. Ecumenical Perspectives», organized in Rome by the Melanchthon Ecumenical Centre in November 2010.

I. Benedetti, Missione cristiana e cultura postmoderna

In questi ultimi anni si è parlato molto di crisi del cristianesimo. Ci sono vistose e preoccupanti indicazioni di disaffezione verso le chiese, ma emergono anche chiari segnali di modi nuovi e creativi di essere chiesa. In crisi sembra es- sere il paradigma con cui le chiese, in Occidente, si sono identificate con la cultura dominante, mentre nuova vitalità si nota nelle chiese più connesse con il territorio, più sensibili alla cultura circostante, più reattive verso la comunità civile e con una chiara vocazione missionaria.

I. Benedetti, Christian Mission and Post-modern Culture

In the last few years, much has been said about a crisis of Christianity. The- re are considerable and worrying signs of an estrangement from churches, but at the same time clear signals appear of new, creative ways of being a church. What seems to be undergoing a crisis is the paradigm with which the churches in the West have identified themselves with the prevailing culture, whereas a new vitality is to be found in the churches which are more connected with their background, more sensitive to the surrounding culture, more reactive towards the civil community and having a clear missionary vocation.

M.C. Laurenzi, Empirismo dall’alto

L’articolo cerca di descrivere l’incontro del lettore con il testo biblico, in cui un’esperienza particolare si propone come portatrice di un’apertura universale. Si tratta, in ultima analisi, di comprendere la dinamica dell’espressione religiosa: essa si riferisce a un soggetto che afferma se stesso, o costituisce una risposta alla trascendenza che interpella?

M.C. Laurenzi, Empiricism from Above

The article aims to describe the encounter of the reader with the biblical text, in which a particular experience appears as the bearer of a universal opening. At the end of the day this means understanding the dynamics of religious expression: does it refer to a self-asserting subject, or is it a response to the transcendence that it solicits?

E. Noffke, Lo straniero nella Bibbia

Si esaminano qui testi dell’AT e del NT riguardanti lo straniero, dai quali emergono due modelli: da una parte quello «esclusivista», che vede nello straniero il nemico da eliminare o da evitare; dall’altra il modello dell’«accoglienza»: lo straniero è come un fratello e viene dichiarato oggetto di diritti. Entrambi sono presenti nel NT, dove si colgono due elementi di novità. Il primo è la fede in Gesù il messia; essendo riconosciuto anche dai pagani, secondo le promesse il popolo di Dio viene ora allargato fino a comprendere gli stranieri. Il secondo è che ora si sottolinea che chi diviene parte di questo popolo rinnovato, diventa straniero al mondo. Ne nasce un concetto del tutto nuovo di «straniero».

E. Noffke, The Foreigner in the Bible

Texts from the Old and from the New Testament regarding the foreigner are examined here. Two models emerge: on the one hand the «excluding» model, according to which the foreigner is the enemy to be eliminated or avoided; on the other hand the «welcoming» model is to be found: the foreigner is like a brother and is declared as having rights. Both are present in the New Testament, where two new features can be found. The first is faith in Jesus the Messiah: because Jesus was recognized also by the heathens, according to the promises God’s people is now enlarged to include foreigners. The second element which is now underlined is that whoever becomes part of this renewed people, becomes a stranger to the world. A completely new concept of «foreign» springs from this.

F. Ferrario, Resta con me

L’Autore presenta un recente romanzo della scrittrice americana Elizabeth Strout, il cui titolo rinvia a un celeberrimo canto cristiano, proponendo alcuni spunti per la riflessione della chiesa in materia di spiritualità

F. Ferrario, Abide with Me

The Author presents a recent novel of the American writer Elizabeth Strout, the title of which refers to a well-known Christian hymn, and he suggests a few ideas for the Church’s reflection on spirituality.

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E. Parmentier, Il teologo pratico, artigiano di linguaggi

Il testo affronta il problema fondamentale della teologia pratica a partire dal rapporto tra contenuti e pensiero della fede e sua espressione nella vita quotidiana, nella significatività di un credere che vive immerso nelle tensioni e nelle contraddizioni del mondo contemporaneo. Cogliendo tale dialettica anche nel titolo del lavoro di E. Genre, Cittadini e discepoli, la riflessione è condotta attraverso un riferimento costante alle categorie della filosofia del linguaggio e in ascolto dei contributi di Viau ed Ebeling. Al centro si colloca la dimensione performativa dell’annuncio della Parola, riferito nel culto, ma che, estendendosi ad altri momenti e situazioni, avviene e agisce nella vita dei singoli e delle comunità.

E. Parmentier, The Practical Theologian, an Artisan of Languages

This article confronts the fundamental issue of Practical Theology, starting from the relationship between the content and the thought of faith, and its manifestation in everyday life, in the significance of living one’s faith while immersed in the tensions and contradictions of the contemporary world. This dialectic is found also in the title of E. Genre’s book, Citizens and Disciples. This reflection is carried out with constant reference to the categories of the Philosophy of Language, and takes into account Viau and Ebeling’s contributions. At the centre of the issue we find the performative dimension of the announcement of the Word referred to in the Service, but which, extending to other instances and situations, occurs and acts in the lives of individuals and of congregations.

J. Cottin, Dio è bello? La dimensione estetica della teologia

Il saggio presenta il tema dell’estetica in teologia a partire dall’apparente paradosso di una frattura tra il discorso teologico su dio e la bellezza con l’intenzione esplicita dell’A. di dare risonanza a quanto è stato elaborato a tal proposito dal teologo Ermanno Genre. La riflessione si addentra in una indagine di storia delle idee che parte dai Riformatori, passa per Bohren e Viau, per giungere a Tomatis e alla sua riflessione sul rapporto tra aesthetica gloriae aesthetica crucis.

J. Cottin, Is God Beautiful? The Aesthetic Dimension of Theology

The essay deals with the theme of aesthetics in theology, starting from the apparent paradox of a fracture between a theological approach to God, and beauty, the Author’s intention explicitly being to give relevance to what has been said on the subject by the theologian Ermanno Genre. The reflection enters into a profound examination of the history of ideas which, beginning with the Reformers, through Bohren and Viau, arrives at Tomatis and at his reflection on the relationship between aesthetica gloriae and aesthetica crucis.

H. Mottu, Salvare l’onore dell’“altra Germania”? Dietrich Bonhoeffer e la congiura del 20 luglio 1944 contro Hitler

Il contributo affronta il tema dell’onore come elemento culturale e “valore” a partire dal quale è possibile comprendere il significato della scelta di una parte della Germania di opporsi al regime nazionalsocialista, fino alla congiura anti- hitleriana. Il riferimento al teologo luterano Dietrich Bonhoeffer si snoda attraverso una ricostruzione della presenza culturale dell’onore nella famiglia di origine, e successivamente cogliendo le istanze che conducono al suo superamento nell’Etica, fino a considerare il significato del sacrificio di un certo modo di intendere l’onore stesso testimoniato nelle Lettere dal carcere.

H. Mottu, Saving the Honour of the «Other Germany»? Dietrich Bonhoeffer and the Conspiracy of 20 July 1944 against Hitler

The article deals with the theme of honour as a cultural element and a social value, which enable us to understand the meaning of the choice made by a part of Germany when it opposed the National Socialist regime, to the extent of the anti-hitler conspiracy. The reference to the Lutheran theologian dietrich Bonhoeffer moves from the cultural value of honour as held in his family of origin, and subsequently probes the issues which led him to go beyond such a value in his Ethics, and finally considers the reason why he sacrificed his former ideas of honour, as shown in his Letters and Papers from Prison.

F. Pajer, Da Toledo a Roma via Strasburgo: per una cultura religiosa pubblica secondo Costituzione

L’A. affronta l’annoso problema del riassetto dell’insegnamento religioso nella scuola pubblica, esponendo alcuni lineamenti del dibattito e tracciando le coordinate di un esito auspicabile: un insegnamento culturalmente attrezzato, tendenzialmente oggettivo, attento alle scienze religiose e capace di interloquire con la teologia; pluralista, curricolare, proposto in chiave interdisciplinare e destinato a tutti; condotto da insegnanti preparati da istituzioni accademiche pubbliche.

F. Pajer, From Toledo to Rome via Strasbourg: for a Public Religious Culture according to the Constitution

The Author confronts the age-old problem of establishing a new system of Religious Education in state schools, outlining the debate and drawing the co- ordinates of a desirable result: a teaching which uses the necessary cultural to- ols, objective, interested in religious sciences and which is capable of having a dialogue with theology: pluralistic, curricular, offered in an inter-subject key, aimed at everybody, carried out by teachers who are prepared by state-run academic institutions.

Y. Redalié, Il ministero ecclesiale. Un’«opera bella» oggetto di legittimo desiderio (I Tim. 3,1)

Nella lettura delle condizioni di accesso al ministero ecclesiale indicate in I Tim. 3,1-13, colpisce la ripetizione del motivo della bellezza: alla bellezza proclamata dell’incarico corrispondono requisiti assai simili a quelli necessari all’esercizio di un qualsiasi ruolo ufficiale nella città ellenistica per il quale il candidato si qualificava più per le virtù dell’uomo onesto che per una competenza specifica. Il ministero ecclesiale considerato dalle epistole pastorali, alla stregua degli altri incarichi ufficiali della città, una «bella opera» per il bene comune rappresenta un appiattimento, un conformarsi colpevolmente al mondo, oppure uno stimolo per una riflessione sul ministero ecclesiale come ministero pubblico?

Y. Redalié, The Ecclesiastical Ministry, a «Beautiful Work» the Object of a Legitimate Desire

When reading about the conditions necessary to access the ecclesiastical ministry as described in 1 Tm 3,1-13, one is impressed by the fact that the idea of beauty is frequently re-iterated: the appointment, proclaimed as beautiful, has requisites which are very similar to those necessary for exercising any official role in a hellenistic town, where the candidate was qualified more for his virtues as an honest man than for any specific skills. does the ecclesiastical ministry as described in the Pastoral Epistles – a «beautiful work» for the common good the same as official positions in town – represent a flattening, a guilty con- forming to the world, or else is it a stimulus to ponder on the ecclesiastical ministry as a public ministry?

E. Benedetto, Appunti sulla «diaconia del gesto» nel Vangelo secondo Marco

L’articolo esamina la funzione del gesto nel Vangelo di Marco, con particolare attenzione al tema del «toccare», centrale nell’evangelo. In questo contesto, viene anche studiato lo «sguardo», che costituisce un elemento importante del- la comunicazione non verbale di Gesù, com’è presentata da Marco. dall’analisi emerge che, nella narrazione marciana, il gesto non costituisce una semplice illustrazione della parola, bensì una forma specifica di comunicazione. L’articolo si conclude con una lettura “coreografica” di Mc. 9,36 s., letto come messaggio trasmesso dall’atteggiamento dei corpi e dal loro rapporto reciproco.

E. Benedetto, Some Notes on the «Deaconry of Gestures» in the Gospel according to Mark

The article discusses the function of gestures in the Gospel according to Mark, with particular reference to the theme of «touch» which is central in this gospel. The «look» is also considered in the same context, as it is an important element in Jesus’ non-verbal way to communicate as described by Mark. The analysis shows that, in the Marcan narrative, the gesture is not just an illustration of speech, but specific form of communication. The article ends with a «choreographic» reading of Mark 9,36-37, interpreted as a message conveyed by the attitude of the bodies and their reciprocal rapport.

F. Ferrario, Dall’accoglienza alla benedizione. Una riflessione etica, tra dogmatica e teologia pratica

L’A. esamina la problematica affrontata dall’ordine del giorno del sinodo 2010 delle chiese evangeliche valdesi e metodiste, relativo alle benedizioni di unioni di coppie omosessuali, nonché alcune discussioni che ne sono seguite. Ne emerge una valutazione positiva del testo, unita all’esigenza di esplicitarne alcuni pre- supposti, il silenzio sui quali favorisce equivoci rilevanti.

F. Ferrario, From Acceptance to Blessing. An Ethical Reflection between Dogmatics and Practical Theology

The Author examines the issue confronted by the Resolution of the 2010 Sy- nod of the Waldensian and Methodist Evangelical Churches, regarding the blessing of homosexual couples and some discussions which followed. The article gives a positive evaluation of the text, but also points out the necessity to ex- plain some assumptions, because silence on these would give vent to significant misunderstandings.

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P. Luca Trombetta, Le religioni dei migranti. Appunti per uno studio sociologico

Le religioni dei migranti assumono, nell’immigrazione, forme nuove frutto di reinterpretazioni delle dottrine, dei simboli, delle devozioni e dell’organizzazione. Queste trasformazioni fanno delle religioni dei migranti luoghi privilegiati degli aggiustamenti cognitivi e comportamentali necessari all’adattamento alla società ospitante. In questo intervento si illustrano alcune di queste trasformazioni a partire da ricerche condotte presso alcune comunità immigrate e si mette in luce il ruolo svolto dal pentecostalismo nei processi d’integrazione.

P. Luca Trombetta, The Religions of Immigrants. Notes for a Sociological Study

In immigration, migrants’ religions take on new forms which are a consequence of the reinterpretation of the doctrines, symbols, devotion and organization. Thanks to these transformations, religions play a privileged part in the cognitive and behavioural adjustments which are necessary for adapting to the society of the new country. Some of these transformations are illustrated in this article, starting from a research carried out in some communities of immigrants, highlighting the role played by Pentecostalism in the integration processes.

P. Naso, L’immigrazione evangelica in Italia

Negli ultimi decenni, in Italia si è consolidata la presenza di oltre duecento- mila immigrati di fede evangelica che, insieme a musulmani e ortodossi, contribuiscono a ridefinire il profilo religioso dell’Italia. Di fronte a questo fenomeno alcune denominazioni evangeliche hanno incoraggiato la nascita di chiese “etniche”, mentre altre – in particolare quelle aderenti alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia – si sono impegnate a promuovere comunità multietniche e interculturali. Anche all’interno delle chiese evangeliche si gioca quindi una partita importante sul piano dell’integrazione e dell’inclusione che meriterebbe più attenzione da parte delle istituzioni e degli operatori sociali.

P. Naso, Protestant Immigration in Italy

In the last few decades, over two hundred thousand immigrants of evangelical faith have settled in Italy who, together with Moslem and Orthodox immi- grants, contribute to redefining the religious profile of the country. This phenomenon has encouraged some evangelical denominations to create “ethnic” churches whereas others – mainly the churches which belong to the Federation of Evangelical Churches in Italy – have committed themselves to the promotion of multi-ethnic and intercultural congregations. Therefore, evangelical churches play an important role vis-à-vis integration and inclusion, and this should receive more attention from public bodies and social workers.

G.G. Ennin, Una visione africana del mondo. Alcuni approfondimenti sociali, religiosi e culturali

Questo articolo esamina in breve alcuni aspetti della cosmologia sociale e religioso-culturale dell’Africa, ed esamina l’influsso che questi concetti africani del mondo hanno sugli immigranti africani nel loro modo di rispondere alle sfi- de che devono affrontare nelle varie circostanze e realtà nel contesto della loro diaspora in Europa. L’articolo cerca anche di offrire alla chiesa europea alcuni approfondimenti missionari utili per il suo impegno con gli africani, sia all’interno sia all’esterno della comunità ecclesiastica.

G.G. Ennin, Some Missiological Insights into Aspects of African Social and Religious-Cultural Worldviews

This article takes a brief look at some aspects of African social and religio-cultural cosmology, and how these African world views impact African immigrants in their response to the diverse challenging circumstances and realities that con- front them in their diasporan context in Europe. The article also seeks to provide some missiological insights to the European Church in its mission engagement to Africans, both inside and outside of the Church community.

M. Nausner, Alla luce di Lampedusa. Una riflessione teologica sulle frontiere europee

Questo articolo parte dal presupposto che l’isola di Lampedusa sia il centro simbolico europeo, come punto di partenza per riflettere sul significato teologico delle dinamiche di confine dell’Europa meridionale al momento attuale. Esso parte da una riflessione sul potenziale epistemologico dell’analisi dei confini post-coloniali, poi contestualizza la questione dell’eredità coloniale della Germania, e infine enfatizza l’importanza dell’analisi di confine per una teologia che voglia essere autenticamente interculturale.

M. Nausner, In the Light of Lampedusa. Theological Reflections on European Border Dynamics

This article takes the claim that the Mediterranean island Lampedusa is Europe’s symbolic center as starting point to reflect on the theological significance of current southern European border dynamics. It does this first by reflecting on the epistemological potential of postcolonial border analysis, secondly by contextualizing the question in the German colonial legacy, and thirdly by emphasizing the importance of border analysis for a theology that wants to be truly intercultural.

L. Redalié, Piste bibliche per una teologia interculturale

Nell’AT la definizione dello straniero dipende dal modo nel quale Israele esprime la sua identità. Due sono i modelli, il modello genealogico secondo l’appartenenza a una delle dodici tribù e il modello vocazionale, spesso rappresentato dal profeta, secondo il quale si tratta di aderire a un progetto comune fedele al Dio del Patto. Teoricamente, anche lo straniero potrebbe aderire a tale progetto. Nel NT la questione dello «straniero» non viene trattata in quanto tale. L’uso della terminologia relativa allo «straniero» serve a esprimere la condizione cristiana nel mondo. Lo straniero non è il pagano, bensì Gesù e il discepolo. E questo porta a qualcosa come una doppia cittadinanza di pellegrini e forestieri nel mondo, che si può leggere attraverso vari testi (Fil. 3,20; I Pie. 2,11; Ebr. 11,13-16; Ef. 2,19 ecc.). La trasformazione vissuta da Israele dall’Esodo all’itinerario sembra una pista biblica feconda per una lettura interculturale. Più che declinare la propria appartenenza genealogica, etnica, nazionale, religiosa, raccontare il proprio itinerario come espressione della propria identità e confessione di fede (Deut. 26,5 ss.) permette di condividere dei percorsi significativi che si incrociano.

L. Redalié, Biblical Hints for Intercultural Theology

In the Old Testament, the definition of the alien depends on the way in which Israel expresses its identity. There are two models, the genealogical model based on belonging to one of the twelve tribes and the vocational model – often represented by the prophet – which is based on complying with a communal plan which is faithful to the God of the Covenant. In theory, also the alien might comply with this covenant. In the New Testament, the question of the «alien» as such is not treated. The terminology related to the «alien» is used to signify the condition of the Christian in the world. «Alien» does not mean «heathen» – it means Jesus and his disciple. This brings about something like a double citizenship of pilgrims and aliens in the world, which can be read through various texts (Phil 3,20; 1 Peter 2,11; Heb 11,13-15; Eph 2,19 etc.). The transformation lived by Israel from the experience of exodus to that of an itinerary seems to be a fertile trail for an intercultural reading. Rather than stating one’s belonging to a genealogical, ethnic, religious group, recounting one’s itinerary as an expression of one’s identity and confession of faith (Deut 26, 5 ff) enables one to share significant roads which intertwine.

E.D. Newell, Istanze etiche africane e l’interpretazione del Nuovo Testamento. Le beatitudini del Sermone sul Monte (Mt. 5) e i proverbi africani

L’articolo propone una lettura delle beatitudini di Mt. 5 alla luce dei prover- bi africani considerati «serbatoio di esperienze accumulate che sono sopravvissute alla prova del tempo» e fonte della «comprensione etica africana». L’insegnamento etico di Gesù è ricevuto come un approfondimento della riflessione africana espressa attraverso questi proverbi che sono «l’olio di palma con cui si mangiano le parole». Questa prossimità tra etica biblica e norme etiche africa- ne tradizionali è, secondo l’Autore, uno dei motivi della grande espansione del cristianesimo in Africa ancora oggi.

E.D. Newell, African Ethical Issues and the Interpretation of the New Testament. The Beatitudes of Mt 5 and African Proverbs

The article offers a reading of the Beatitudes of Matt 5 in the light of Afri- can proverbs considered as «a reservoir of accumulated experiences which ha- ve survived the tests of time» and the source of the «African ethical comprehension». Jesus’ ethical teaching is received like a deeper African reflection carried out through these proverbs which are «the palm oil with which words are eaten». This proximity of biblical ethics and traditional African ethical norms is, according to the Author, one of the reasons of the great expansion of Christianity in Africa even today.

C. Lanoir, Quale didattica per una formazione teologica interculturale?

Partendo dall’esperienza biennale del «Percorso di Formazione Interculturale per Predicatori Locali» (PFIPL) deciso dal Sinodo delle chiese valdesi e metodiste del 2009, l’articolo riflette su questo tentativo molto concreto di tenere conto della dimensione interculturale della formazione alla responsabilità ecclesiale, resa necessaria dalla presenza crescente di membri di chiesa dalle origini geografiche e culturali diverse. Sono indicati alcuni nodi fecondi di tensioni e di speranza, per un approfondimento non solo della riflessione didattica ma anche per rinforzare il progetto di formazione. Si tratta di elaborare un sapere e un saper fare condivisi nel rispetto di una grande diversità di rappresentazioni e di esperienze vissute. Affrontare temi e situazioni dove la diversità cultura- le può diventare spesso incomprensione e conflitto, come l’esercizio dell’autorità del leader, l’organizzazione della comunità, la presa di decisione, le norme etiche e la loro relazione alla Bibbia come fonte di verità.

C. Lanoir, Which didactics for a Theological Intercultural Education?

Starting from the biennial experience of the «Intercultural Training Course for Local Preachers» (PFIPL) deliberated by the Synod of the Waldensian and Methodist Churches in 2009, the article reflects on this very concrete attempt at taking into account the intercultural dimension in the training of people with ecclesial responsibilities, which was made necessary by the growing number of church members of different geographical and cultural origin. Some aspects, rich in tension and in hope, are highlighted, in view of a deeper didactical reflection and also to strengthen the training project. It is a question of creating a knowledge and know-how which can be shared, with due respect to the great diversities of representations and experiences of life. This means confronting themes and situations where cultural diversity can give vent to misunderstandings and conflict, such as the authority of the leader, the organization of the community, decision making, ethical norms and their relationship with the Bible as source of truth.

L. Redalié, Variabili culturali: comunicazione e conflitti in un contesto interculturale

La comunicazione interculturale è utile a favorire il confronto tra persone di culture diverse e a permettere il raggiungimento di scopi comuni; per questo l’abbiamo utilizzata per promuovere la partecipazione attiva alla Formazione PFIPL da parte dei tutor. La comunicazione interculturale passa attraverso tre fasi: la consapevolezza che esistono diversi schemi mentali originati da cultura ed esperienza, la conoscenza di altre culture attraverso le «variabili culturali» e l’abili- tà di comunicare. In questo articolo presentiamo alcuni spunti teorico-pratici proposti nella formazione PFIPL per facilitare il lavoro dei tutor, tecniche specifiche di colloquio con persone migranti e una panoramica su alcune variabili culturali, cioè sugli “ingredienti” che compongono una cultura, come per esempio i concetti di spazio, tempo, potere, regole, relazione ai gruppi.

L. Redalié, Which didactics for a Theological Intercultural Education?

Intercultural communication is useful for the encouragement of dialogue between people of different cultures and can enable them to reach common goals; that is why we used it to promote active participation of the tutor in the PFI- PL training course. Intercultural communication goes through three stages: the awareness that there are different mental patterns, created by culture and experience, the knowledge of other cultures through «cultural variables» and the ability to communicate. In this article we offer a few theoretical-practical ideas which were suggested in the PFIPL Training Course to make the tutor’s work easier, some specific techniques of dialogue with migrants and an outlook on so- me cultural variables, that is on the “ingredients” which make up a culture, such as for instance the concepts of space, time, power, rules and relating to groups.

J. Terino, Insieme per essere chiesa: il cammino verso l’integrità della fede

La scelta di camminare insieme per essere chiesa riconosce una realtà solo in apparenza multiculturale. L’empowerment politico, più che celebrativo, colmerà i vuoti generazionali. L’evangelo mette fine a superiorità ermeneutica nei conflitti tra concezioni del mondo, per rispondere alle percezioni di declino morale e spirituale delle chiese europee e per evitare l’enclave monoculturale che difenda la prefigurazione del mondo contro il mondo. Manca ancora trasparenza nel confronto democratico, nelle assemblee e nello studio biblico comune condotto dal pastore, il cui ruolo è oggi in crisi. Essenziale una formazione catechetica italiana. Il disincanto tradisce una schizofrenia storica della chiesa italiana. Il patto d’integrazione comporta rischi, ma il criterio ecclesiologico riformato impedirà che si scivoli nel caos del pragmatismo.

J. Terino, Together to be Church: the Path to the Integrity of Faith

The choice of being church by walking together acknowledges that our reality is only apparently multicultural. Political rather than celebrative empowerment will fill the generation gaps. The Gospel puts an end to hermeneutical superiority in world view clashes, while responding to perceptions of moral and spiritual decline in European churches, to avoid a monocultural enclave defending a world preview against the world. Transparency in democratic confrontation is still lacking both in the assemblies and in joint Bible studies led by pastors, whose role is undergoing a crisis. An Italian catechetical training is essential. This disenchantment reveals an historic schizophrenia on the part of the Italian church. The integration pact involoves some risks, but the Reformed ecclesiological criterion will prevent us from sliding into pragmatic chaos.

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Enrico Benedetto, Celebrare! La liturgia cristiana fra (in)comunicabilità e mediatizzazione nell’era dell’Homo Numericus

Il saggio è dedicato al celebrare, come dimensione dell’esperienza umana, in ascolto di prospettive diverse, da Calvino al cristianesimo orientale, alle pro- poste «evangelical». L’Autore sottolinea il significato del carattere ciclico della ripetizione che caratterizza la celebrazione e lo pone in tensione con la moltiplicazione incontrollata di immagini e segnali caratteristica dell’odierna società della comunicazione.

Enrico Benedetto, Celebrating! Christian Liturgy between (In)communicability and the Use of the Media in the Era of Homo Numericus

This essay is dedicated to celebrating as a dimension of the human experience bearing in mind different perspectives, from Calvin to oriental Christianity to Evangelical proposals. The Author underlines the meaning of the cyclical character of repetition which characterizes celebration and compares it with the un- controlled multiplication of images and signals typical of present society, which is based on communications.

Angelo Maffeis, La situazione attuale del dialogo: ecumene del consenso e delle differenze. Una prospettiva cattolica

Dopo aver analizzato gli sviluppi recenti del dialogo ecumenico e alcune pro- poste per uscire dall’attuale situazione di difficoltà, l’Autore evidenzia la necessità di individuare una figura fondamentale della chiesa che svolga la funzione di criterio e di riferimento comune rispetto alle diverse comprensioni dell’unità che oggi si confrontano.

Angelo Maffeis, The Present State of Dialogue: Ecumene of Consensus and of Differences. A Roman Catholic Perspective

After analysing the recent developments of ecumenical dialogue and some suggestions for emerging from the present difficult situation, the Author highlights the necessity of finding a fundamental figure in the Church who may play the role of criterion and common reference vis-à-vis the different comprehensions of unity which face one another today.

Claudio Tron, Dalla «Eredità dei padri» all’«Evangelo della natura». Giovanni Miegge e Vittorio Subilia, teologi di fronte al creato

L’articolo individua, nell’opera dei due teologi valdesi del secolo scorso, lo svilupparsi di una teologia della natura. Essa prende le mosse, in particolare nel caso di Miegge, dal rapporto con la terra degli avi, per svilupparsi nel più ampio contesto di una comprensione della creazione. Essa è accompagnata dall’ascolto attento della lezione barthiana, ma mantiene una considerevole originalità, oggi ancora assai istruttiva.

Claudio Tron, From the “Inheritance of the Fathers” to the “Gospel of Nature”. Giovanni Miegge and Vittorio Subilia, Two Theologians Confronting Creation

The article finds the development of a Theology of Nature in the works of these two Waldensian theologians of the last century. This originates, especially in Miegge, from the relationship with the land of his ancestors, and it deve- lops in the larger context of a comprehension of Creation. It carefully follows the Barthian teachings, but it retains a considerable originality, which remains instructive to this day.

Sergio Rostagno, Parlare bene di Gesù

Vengono esaminate due opere recentemente pubblicate, rispettivamente di Giorgio Bouchard e Armido Rizzi. L’analisi critica è accompagnata da una riflessione dell’Autore dedicata alla sempre risorgente centralità della dimensione interpretativa. Dove essa è sacrificata, ad esempio in omaggio a un preteso sapere che vorrebbe collocarsi al di fuori del conflitto ermeneutico, fraintende la propria stessa natura.

Sergio Rostagno, Talking kindly about Jesus

Two books, by Giorgio Bouchard and Armido Rizzi respectively, which have been recently published, are analysed here. The critical analysis goes with a re- flection by the Author; this analysis is dedicated to the ever-returning central position of the interpretative dimension. Where this has been sacrificed, for in- stance in favour of a knowledge which seeks to stay out of the ermeneutical conflict, it misunderstands its own nature.

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Lothar Vogel, Confessioni di fede valdesi negli anni Quaranta e Cinquanta del xvi secolo

Questo contributo si propone di mettere in evidenza l’importanza per la ricerca sul valdismo della nuova edizione di Reformierte Bekenntnisschriften, di cui sono usciti negli anni 2002-2009 i primi due volumi. In essi Emidio Campi, coadiuvato in parte del lavoro da Christian Moser, ha curato l’edizione dei testi simbolici valdesi del Cinquecento. Per quanto riguarda la parte dogmatica della confessione del 1541 davanti al Parlamento di Aix-en-Provence, viene identificato come modello una descrizione della fede valdese stesa nel 1538 da Giovanni Calvino, probabilmente sulla base di un testo stabilito da Antonio Saunier. Resta però difficile valutare in che misura le caratteristiche evidentemente calviniane di gran parte dei testi valdesi editi nella raccolta rispecchino l’influsso fattivo del teologo ginevrino sulla popolazione delle Vallate già prima del 1556.

Lothar Vogel, Waldensian Confessions of Faith in the Fifth and Sixth Decades of the 16th Century

This article wants to highlight the importance of the research on Waldensian thought in the new edition of the Reformierte Bekenntnisschriften, the first two volumes of which were published between 2002 and 2009. In them Emidio Cam- pi, with the help of Christian Moser, edited the symbolical Waldensian texts of the 16th century. As regards the dogmatic part of the Confession held in 1541 in front of the Parliament in Aix-en-Provence, the model on which it was based is identified in the description of the Waldensian faith which was written by John Calvin in 1538, probably on the basis of a text by Antonio Saunier. However it is difficult to assess how much of the clearly Calvinian features present in most of the Waldensian texts edited in this collection reflect the effective influence of the theologian from Geneva on the people of the Valleys already before 1556.

Eric Noffke, Tra Gesù e Paolo: chi ha fondato il cristianesimo?

Fu Gesù a fondare il cristianesimo, oppure esso nacque dalla fantasia speculativa di Paolo? Questa è la tesi, ad esempio, di Flores d’Arcais. Contro le banalizzazioni di questa pubblicistica, si analizzano qui le recenti risposte di alcuni accademici: Dunn, Barbaglio, Theissen e Wright. Vengono, quindi, proposti due ambiti di ricerca in cui la continuità tra Paolo e Gesù sembra interessante: il riferimento alla teologia essenica non qumranica e l’interesse per le implicazioni politiche dell’azione di Dio.

Eric Noffke, Between Jesus and Paul: Who Founded Christianity?

Was it Jesus who founded Christianity, or did it originate from Paul’s speculative imagination? This is, for instance, the thesis held by Flores D’Arcais. Against the banal reductions of this kind of journalism, the recent answers given by so- me academicians, such as Dunn, Barbaglio, Theissen and Wright are analysed here. Two areas of research are then illustrated, in which continuity between Paul and Jesus seems to be relevant: reference to the Essenic theology not connected with Qumran and the interest in the political implications of God’s action.

Fabio Traversari, La dottrina dei mandati di Dietrich Bonhoeffer nel contesto della teologia luterana

L’Autore si propone di presentare la dottrina dei mandati di Dietrich Bonhoeffer nel contesto della teologia evangelica del Novecento. Tale dottrina è vista come il tentativo del teologo luterano berlinese di criticare, da un lato, il concetto neo- luterano di ordinamento della creazione e, dall’altro, lato di reintegrare quest’ultimo all’interno di una posizione teologica ed etica marcatamente cristocentrica.

Fabio Traversari, Dietrich Bonhoeffer’s Doctrine of Mandates in the Context of Lutheran Theology

The Author wants to present Dietrich Bonhoeffer’s Doctrine of Mandates in the context of the Evangelical theology of the 20th century. This doctrine is seen as the attempt made by the Lutheran theologian from Berlin to criticize on the one hand the neo-Lutheran concept of the order of creation, on the other hand to reintegrate it within a theological and ethical position which markedly puts Christ at the centre.

Carlo Guerrieri: Flessibilità del lavoro ed etica protestante: un incontro possibile?

Flessibilità del mercato del lavoro ed etica protestante possono sposarsi? L’Autore ritiene di sì: una flessibilità che si ponga come possibilità di migliora- mento della propria condizione lavorativa e di valorizzazione dei propri talenti; che preveda strumenti sia di formazione professionale, sia di tutela per i periodi di inoccupazione; che sia frutto di cooperazione tra i differenti soggetti coinvolti, è da ritenersi coerente con la dimensione vocazionale, della domanda di senso e della bontà del cambiamento di condizione professionale dell’etica pro- testante classica.

Carlo Guerrieri, Work Flexibility and Protestant Ethics: A Feasible Encounter?

Can flexibility of the work market and protestant ethics marry? The Author thinks they can; if flexibility means the possibility to better one’s work conditions and to increase the value of one’s talents, by means of both professional training and protection during the periods of unemployment, if it is the result of cooperation between the various subjects involved, then it is to be considered coherent with a vocational dimension of the demand of sense and goodness of change of the professional condition of the classical protestant ethics.

Fulvio Ferrario, Etica della speranza

Viene brevemente presentato l’ultimo volume di Jürgen Moltmann: un contributo importante che, in un tempo di iperspecializzazione dell’etica, propone una riflessione di ampio respiro e, al tempo stesso, capace di confrontarsi con le grandi sfide poste da questo tormentato inizio di xxi secolo. Come già il titolo indica, la riflessione etica di Moltmann è integrata nel progetto teologico che, con diverse flessioni e accenti, ha attraversato il suo lavoro.

Fulvio Ferrario, The Ethics of Hope

The latest book by Jurgen Moltmann is presented here: an important contribution which, at a time when ethics is hyper-specialised, offers a vast reflection and at the same time is capable of confronting the great challenges offered by the restless beginning of the 21st century. As the title already shows, Moltmann’s ethical reflection is integrated in the theological project which, with different inflections and accents, runs through his work.

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Eric Noffke, A che punto siamo con la Third Quest for the Historical Jesus?

A che punto siamo con la ricerca sul Gesù storico? Stiamo entrando in una nuova fase degli studi? Per rispondere a queste domande il presente articolo ripercorre alcune delle principali tappe seguite finora dalla ricerca, anche con l’ausilio del numero monografico della rivista “Henoch” sul tema (2/2010), per poi introdurre alcune delle nuove piste di lavoro. In particolare vengono richiamati sia il lavoro di J. Dunn e M. Pesce, i quali approfondiscono il lavoro sulle fonti offrendo nuovi strumenti di analisi della tradizione orale su Gesù, sia la nuova ricerca politica, che chiarisce e analizza le conseguenze politiche e socia- li, oltre che religiose, della predicazione del Nazareno.

Eric Noffke, Where Have We Got up to with the Third Quest for the Historical Jesus?

Where have we got up to with the research on the historical Jesus? Are we entering a new stage of the research? In order to answer these questions, this article goes over some of the main stages of the research so far, also with the aid of the monographic issue dedicated to the subject by the “Henoch” review (2/2010), and then proceeds to introduce some of the new directions for this re- search. In particular, the article mentions the works by J. Dunn and by M. Pesce, who investigate in depth the research on sources, offering new instruments to analyse the oral tradition on Jesus, and mentions also the new political rese- arch, which clarifies and analyses not only the religious, but also the social and political consequences of the Nazarene’s preaching.

Fulvio Ferrario, Cristologia nel xxi secolo. Appunti di lavoro

L’articolo propone alcune possibili coordinate per la riflessione cristologica nell’epoca convenzionalmente definita «postmoderno». Dopo aver collocato la cristologia nel quadro di una visione ecclesiale dell’impresa teologica, vengono esaminati due snodi ritenuti fondamentali: ancora una volta, il tema del rapporto tra esegesi (in particolare la ricerca sul Gesù storico) e cristologia, e le potenzialità di una rilettura conseguente del dogma di Calcedonia per l’insie- me dell’impresa teologica. Il saggio si conclude con la proposta (per nulla nuo- va, ma in larga misura ancora da svolgere) di una cristologia pneumatologica.

Fulvio Ferrario: Christology in the 21st Century. Some Work Notes

The article offers some possible directions for a Christological reflection at the time that we conventionally call «post-modern». After inserting Christology in the background of an ecclesial point of view, two directions are examined, which are considered essential: once again, the theme of the relationship be- tween exegesis (in particular the research on historical Jesus) and Christology, and consequently the potentials of a new interpretation of the Dogma of Calcedonia for the theological field as a whole. The essay is concluded with the suggestion (not altogether new, but in great part still to be investigated) of a pneumatological Christology.

Marina Beer, Da Calvino a Calvino.«Calcoli della memoria» e divagazioni a proposito dell’educazione valdese di Italo Calvino

«Una civiltà comune che è sensibilmente diversa da quella presupposta da tanta letteratura italiana». Così Primo Levi, ebreo, riconosceva una comune alterità rispetto alla civiltà maggioritaria italiana anche in Italo Calvino. Non so- lo Calvino aveva frequentato i primi cicli scolastici nella scuola valdese di San- remo, per scelta non casuale dei genitori Calvino, laici e anticonformisti, ma le origini “ugonotte” della famiglia Calvino, radicata nella “Punta di Ponente” ligure, vengono trasfigurate nel ciclo «degli antenati» (Il visconte dimezzato), e sono presenti in molte altre opere dello scrittore, fino alle Città invisibili.

Marina Beer, From Calvin to Calvino. «Calculations of Memory» and Digres- sions Concerning Italo Calvino’s Waldensian Education

«A common culture which is markedly different from the culture assumed by much Italian literature». Thus Primo Levi, a Jew, recognised that also Italo Calvino shared with him an otherness vis-à-vis the majority of the Italian culture. Not only had Calvino attended the first cycles of his education in the Walden- sian School in Sanremo, a deliberate choice made by his non-confessional and non-conformist parents, but the “Huguenot” origins of the Calvino family, root- ed in the westernmost end of Liguria, are transfigured in his cycle «Our Ancestors» (The Cloven Viscount), and are present in many of the writer’s works, up to Invisible Cities.

Ivan Macut, Oscar Cullmann e il Concilio Vaticano II

In questo lavoro si cercherà, da una parte, di presentare brevemente il con- tributo di Cullmann al Concilio e, dall’altra, in qualche parola, presentare i limiti e le novità del Concilio, secondo lo stesso teologo. Secondo Cullmann, il decreto Unitatis redintegratio è il punto di partenza per un futuro dialogo tra i cristiani. La parte più importante si trova nel paragrafo 11, dove si parla di un ordine o “gerarchia” nelle verità della dottrina cristiana. Importanza storica del Concilio, secondo Cullmann, sta nel fatto che i padri conciliari sono riusciti ad attenuare il rigore dei dogmi senza cambiare nulla del loro testo.

Ivan Macut, Oscar Cullmann and the Second Vatican Council

In this article the Author will try, on the one hand, to introduce briefly Cullman’s contribution to the Council and, on the other hand, to show in a few words the limits and the novelties of the Council, according to the same theologian. According to Cullmann, the Unitatis redintegratio decree is the starting point for a future dialogue among Christians. The most important part is Paragraph 11, which deals with an order or “hierarchy” in the truths of the Christian doctrine. The historical importance of the Council lies, according to Cullmann, in the fact that the Council Fathers managed to tone down the rigour of the dogmas with- out changing anything at all of their text.

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Lothar Vogel, Il ministero pastorale fra chiamata e scienza – considerazioni a partire da Martin Lutero e Giovanni Calvino

L’articolo analizza il rapporto fra la concezione del sacerdozio universale e il ministero pastorale nel pensiero di Martin Lutero e Giovanni Calvino. A differenza della comprensione medioevale e cattolica romana dell’ordine clericale, il ministero pastorale non è considerato una condizione superiore di salvezza, ma semplicemente una necessaria funzione della chiesa cristiana, i cui membri sono tutti sacerdoti. Per questo motivo Lutero accentua non solo la dimensione esterna della vocazione ma anche l’importanza della argomentazione razionale nell’esegesi biblica e nella teologia. L’accento che Calvino pone sulla dimensione interna della vocazione ministeriale non respinge questo pensiero, ma chiarifica i limiti dell’intenzione umana in questo campo. La Storia della chiesa, disciplina che l’Autore insegna alla Facoltà valdese, ha il compito di promuovere una comprensione sobria della chiesa visibile come corpo composto di esseri umani, per evitare le deviazioni della theologia gloriae.

Lothar Vogel, The Protestant Pastoral Ministry between Calling and Science – Considerations Starting from Martin Luther and John Calvin

This article analyses the relationship between the concepts of universal priesthood and of pastoral ministry in the thought of Martin Luther and of John Cal- vin. Unlike the medieval and Roman catholic understanding of the clerical order, ministry is not a superior status of salvation but a necessary function in the Christian Church, whose members are all priests. That is why Luther emphasizes not only the external dimension of vocation but also the importance of rational argumentation in biblical exegesis and theology. Calvin’s emphasis on the internal dimension of ministerial vocation does not reject this way of thinking, but seeks to highlight the limits of human intent in this field. The discipline of the History of the Church, which the Author teaches at the Waldensian Faculty, has the task of promoting a sober understanding of the Visible Church as a body made up of human beings, in order to avoid the deviations of theologia gloriae.

Fulvio Ferrario, La teologia tra vocazione, professione e scienza. La ragione credente tra chiesa e società secolare

L’articolo esamina lo statuto della teologia come disciplina che si considera critica, nel contesto della messa in discussione di tale pretesa, da parte della cultura secolare. L’autore prende le distanze dal progetto, sostenuto da più par- ti, di tutelare la collocazione universitaria della teologia mediante una sua progressiva assimilazione alle «scienze religiose». Il futuro della riflessione teologi- ca, sia esso interno o esterno all’istituzione accademica, dipende piuttosto dalla piena consapevolezza della propria identità ecclesiale e dalla capacità di far valere la pertinenza pubblica della specificità irriducibile del discorso teologico, in quanto riflessione razionale sulla fede della comunità cristiana.

Fulvio Ferrario, Theology in Vocation, Profession and Science. The Believing Reason between the Church and Secular Society.

The article analyses the state of Theology as a discipline which considers it- self critical, vis-à-vis the pretension of the secular culture to call that in question. The Author keeps his distance from the idea, which is supported by various authorities, of defending the position of Theology in the Universities by progressively assimilating it into «Religious Sciences». The future of theological reflection, whether it be inside or outside of an academic institution, depends rather on the full consciousness of its ecclesial identity and on the capability of imposing the public pertinence of the irreducible specificity of the theological argument as a rational reflection on the faith of the Christian community.

Massimo Di Gioacchino, Evangelizzare gli italiani, salvare l’America: l’Italian Mission della Methodist Episcopal Church degli USA (1908-1916)

L’Italian Mission della Methodist Episcopal Church è stata una delle grandi missioni di evangelizzazione religiosa che il protestantesimo americano, il metodismo in particolare, ha organizzato nel suo territorio nel corso della sua storia. L’obiettivo del saggio, frutto di un lavoro fondato sulla consultazione di un’ampia documentazione inedita, è quello di definire uno spaccato importante della storia del protestantesimo italiano, prima di adesso pressoché sconosciuto, e di arricchire l’indagine sulle dinamiche storico-sociali dell’integrazione religiosa.

Massimo Di Gioacchino, Evangelizing the Italians, Saving America: the Ital- ian Mission of the Methodist Episcopal Church of the USA (1908-1916).

The Italian Mission of the Methodist Episcopal Church was one of the great missions of religious evangelization which American Protestantism – and Methodism in particular – has organized on its territory during its history. This es- say, which is the result of a wide research based upon many documents never published, aims at describing a vast section of Italian Protestantism, hardly known so far, and at enriching the research on the historical and social dynamics of religious integration.

Cesare Milaneschi, La cattolicità della chiesa nel pensiero di Ugo Janni

La concezione che Ugo Janni aveva della cattolicità ebbe la sua radice nel- la formazione ricevuta alla Facoltà vecchio-cattolica dell’Università di Berna e nei testi dei vecchi cattolici Eugène Michaud e Hyacinthe Loyson, con il qua- le conservò una lunga frequentazione e amicizia. In uno dei suoi primi scritti espresse il pensiero che la chiesa «è essenzialmente una come il Dio di cui manifesta la gloria». Sulla base di questa premessa lo Janni riteneva che il «pan- cristianesimo» (parola che includeva sia la sua concezione dell’universalità del- la chiesa sia il movimento ecumenico attivo) fosse «una realtà già in atto nell’unità mistica della Chiesa».

Cesare Milaneschi, The Catholicity of the Church in Ugo Janni’s Thought

Ugo Janni’s conception of Catholicity was based on the education which he had received at the Old-catholic Faculty of the University of Berne and on the texts of the Old-catholics Eugène Michaud, and Hyacinthe Loyson with whom he had a long-lasting friendship. In one of his first writings he said that the Church «is essentially one thing with the God whose glory it manifests». On the basis of this premise, Janni thought that «Panchristianity» (a word which included both his conception of the universality of the Church and the active ecumenical movement) was «a reality already active in the mystic union of the Church».

abstract vol 68 : 1-2

Gabriella Caramore, Ai «rabdomanti della luce». La profezia nel mondo contemporaneo

Nella sua prolusione all’anno accademico 2012-2013, la dottoressa honoris causa Gabriella Caramore affronta «le difficoltà che alcuni tratti della profezia biblica suscitano in noi». Partendo dall’espressione cabbalistica «rabdomanti della luce perduta», l’Autrice esamina fra l’altro – sottolineando che non c’è critica senza crisi – il «contatto con la verità», non meno problematico della «dimensione tempo» e dell’«idea di popolo in rapporto ai popoli», invitandoci «a soffiare fuori dalla cenere le braci nascoste e ancora accese che possono ridare fiamma alla nostra vita».

Gabriella Caramore, To the “Dowsers of Light”. Prophecy in Today’s World

In her inaugural lecture of the Academic Year 2012-2013, Dr. Honoris Causa Gabriella Caramore discusses “the difficulties aroused in us by some features of the Biblical prophecy”. Starting from the cabalistic expression “dowsers of the lost light”, the Author underlines how there is no criticism without crisis and examines, among other themes, the “contact with truth” which is not less problematic than the “time dimension” and the “idea of one people vis-à-vis pe-oples”, inviting us to “blow out of the ashes the hidden and still burning cinders which can rekindle the flame of our lives”

Paolo Ricca, Una teologa sul confine

Si può essere teologi senza appartenere a nessuna chiesa e nessuna religione? Ricca risponde positivamente nella laudatio (elogio accademico) per il con-ferimento della laurea honoris causa a Gabriella Caramore. Nel suo itinerario di ricerca non solo professionale è decisivo, afferma, il «pathos per la profanità» (Tillich) che la pone a «vivere sul confine», respirando «la libertà di chi si assume il compito non lieve di parlare responsabilmente di Dio agli uomini, e degli uomini a Dio».

Paolo Ricca, A Borderline Theologian

Can one be a theologian without belonging to any churches or any religion? Ricca answers in the positive in his Laudation (academic praise) on the occasion of the award of the Honoris Causa Degree to Gabriella Caramore. In the course of her not only professional research, the “pathos for profaneness” (Tillich) is crucial; this brings her to “live on the border”, breathing “the freedom of someone who takes on the not easy task of speaking responsibly of God to men, and of men to God”.

Marc Boss, Tesi per una teologia ecclesiale e scientifica, missionaria e civile


L’articolo, redatto in forma di lista di tesi e corollari, si interroga sulla legittimità della presenza delle scienze teologiche all’interno del sistema universitario pubblico. Al di là delle polemiche sulla loro scientificità, è fatto valere il criterio politico, che ne riconosce la pertinenza quando siano proposte in vista di un servizio alla comunità civile.
L’Autore menziona le situazioni francese e svizzera, per poi soffermarsi sul-la laicità alla canadese che parrebbe favorire lo sviluppo di un «consenso per intersezione» (John Rawls) in grado di esprimere un fondo comune. La teologia, come parte di un’agatologia capace di fornire un quadro d’espressione più am-pio, potrebbe trovarvi il proprio ruolo e partecipare alla definizione dinamica dei valori comuni necessari alla coesione civile, a partire dalla tradizione propria a ogni comunità.

Marc Boss, A Thesis for an Ecclesial, Scientific, Missionary and Civil Theology

The article, which is written as a series of theses and corollaries, questions whether it is legitimate for Theological Sciences to be part of a State University system. Without entering into a controversy on whether they are scientific or not, a political criterion is made prevalent, which recognizes their pertinence when they are offered in view of a service to the community. The Author mentions the French and Swiss situations and examines in detail the Canadian approach, which seems to favour the development of a “Consensus by Intersection” (John Rawls) which can express a shared background. Theology as part of an agathology which can offer a wider spectrum of expression, could find its role in this agathology and take part in the dynamic definition of the shared values which are necessary to a civil cohesion, starting from the traditions of each community.

Yvonne Zu Dohna, Gli sguardi dello Spirito: tra Ignazio, Lutero, Caravaggio, Rembrandt

In questo saggio, l’Autrice vuole dimostrare come, a partire dal Rinascimento, si siano sviluppati due approcci distinti nell’arte, in particolare nell’arte di ispirazione religiosa, basati su due elaborazioni teologiche diverse, quella cattolica di san Ignazio e quella protestante di Martin Lutero. Per dimostrare ciò, Dohna prende in esame due pittori, Caravaggio e Rembrandt, e in particolare i quadri dello stesso soggetto dipinti da entrambi: le due versioni del San Matteo e l’an-gelo di Caravaggio e il San Matteo e l’angelo di Rembrandt. L’ Autrice mostra come Caravaggio sia stato influenzato dalla visione cattolica e in particolare dagli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Ciò lo porta a rappresentare l’ispirazione di Matteo come qualcosa che viene dall’esterno, che coinvolge l’essere umano nella sua interezza e interessa i cinque sensi, mentre nel Matteo di Rembrandt l’ispirazione viene dall’interno, come voce di Dio udita dal singolo essere umano che ha una responsabilità più personale nell’atto creativo. L’ Autrice conclude il suo saggio con una domanda che lascia la strada aperta per studi futuri: si chiede, infatti, se questi due approcci siano ancora presenti nell’arte contemporanea e se essa sia tuttora influenzata da queste due diverse elaborazioni teologiche.

Yvonne Zu Dohna, The Gazes of the Spirit: Between Ignatius and Caravaggio, and Luther and Rembrandt

In this essay, the Author seeks to demonstrate that during the Renaissance two different approaches to art, in particular to religious art, developed. They were based upon two different theological schools, the Catholic theology of Saint Ignatius and the Protestant theology of Martin Luther. In order to demonstrate this, Dohna examines two artists, Caravaggio and Rembrandt, and in particular the same subject painted by both: the two versions of St Matthew and the Angel by Caravaggio and the St Matthew and the Angel by Rembrandt. The Author shows that Caravaggio was influenced by the Catholic view and in particular by the Spiritual Exercises of Ignatius Loyola. This brings him to represent Matthew’s inspiration as something which comes from outside, which involves the human being in his entirety and involves the five senses, whereas in Rembrandt’s painting Matthew’s inspiration comes from the inside, as God’s voice which is heard by the individual human being who has a more personal responsibility in the work of creativity. At the end of the essay, the Author wonders if these two different approaches are still present in contemporary art and if art today is still influenced by these two different theological schools, thus leaving the door open to further studies.

Daniele Garrone, «Perché proprio io?» Contestare la chiamata

Nella Bibbia ebraica abbiamo vari casi in cui il chiamato risponde con un assenso convinto e risoluto alla vocazione rivoltagli (Is. 6,8) oppure rivendica, an-che in situazioni di opposizione e rifiuto, la vocazione ricevuta (Is. 49,1-6; 50,4-6; 61,1-3; Am. 7,10-17). È assai significativo che la resistenza del chiamato sia un elemento strutturale di vari racconti di vocazione, ad esempio quelli di Geremia e Mosè. Proprio queste due figure sono accomunate anche da momenti di aperta contestazione della vocazione ricevuta (ad esempio, Ger. 20,7-10.14-18; e Num. 11,10-15). La presenza di questi motivi è intesa come forte legittimazione della loro opera, compiutasi nonostante tutto. Il fatto che anche Mosè abbia vissuto la dimensione della protesta, come Geremia, aggiunge un ulteriore significativo tassello alla presentazione che la Bibbia ebraica fa di lui come il più grande di tutti i profeti

Daniele Garrone, “Why Me?” Contesting the Call

In the Jewish Bible, we encounter various cases in which the person called responds with a convinced and resolute assent (Is 6,8), or claims the vocation received even in situations of opposition or refusal (Is 49,1-6; 50,4-6; 61,1-3; Am 7,10-17). It is significant that the resistance of the person called is a structural element in various vocation stories, for example those of Jeremiah and Moses. Both have moments when they contest the vocation received (for example Jer 20,7-10.14-18 and Num 11,10-15). Their strong opposition made their action even stronger and more legitimate, because it was accomplished in spite of everything. The fact that even Moses experienced protest like Jeremiah, adds another important facet to the fact that the Jewish Bible considers him the greatest among the Prophets.

Jean-Louis SKA, Chiamare ed essere chiamati

Chiamata e vocazione non possono essere considerati biblicamente sinonimi, non tanto perché connotino esperienze sostanzialmente diverse, ma perché esistono due tipi di racconti scritturali in proposito. Dopo un excursus sulla chiamata nel mondo antico e nel mondo moderno, con incursioni nell’Odissea e nel-la tradizione buddista, l’Autore affronta la chiamata di Samuele (I Sam. 3,1-21), quindi la vocazione di Mosè (Es. 3,1 – 4,18), sottolineando come l’obiezione sia il vero perno dei racconti di vocazione e ne costituisca l’emblematicità. Mosè, considerato il più grande profeta della storia d’Israele, totalizzerà in effetti il re-cord di obiezioni: cinque, di cui l’ultima è un puro e semplice rifiuto.

Jean-Louis SKA, To Call and to Be Called

Call and vocation cannot be considered synonyms in a biblical sense, not be-cause they define different experiences, but because there are two types of scriptural stories connected to them. After an excursus in the ancient and modern world, including the Odyssey and the Buddhist tradition, the Author examines Samuel’s call (I Sam 3,1-21), and Moses’ vocation (Ex 3,1-4.18), highlighting how objecting is the real pivot in the stories of vocation and is emblematic in them. Moses, considered the greatest prophet in the history of Israel, makes the highest number of objections: five, the last of which is a pure and simple refusal

Yann Redaliè, Essere presente al presente. Il “benessere” è un motivo biblico?

Questo contributo proviene dalla lezione inaugurale, da parte del decano della Facoltà valdese, a un seminario interdisciplinare sui temi del benessere e della guarigione vissuti nella prospettiva delle diverse religioni. Il testo riguarda alcuni interrogativi posti all’identificazione del messaggio cristiano come messaggio rivolto al benessere e alla guarigione: c’è una consonanza con l’attuale ricerca di terapia e di miglioramento a tutti i costi delle condizioni psico-fisiche dell’esistenza? La parte centrale del contributo si concentra sul tema dell’«oggi»: la capacità di «essere presente al presente» viene individuata nelle parole di Ge-sù come chiave di una vita impostata in maniera sana.

Yann Redaliè, Being Present in the Present. Is “Well-being” a Biblical Theme?

This article is part of the inaugurating lecture delivered by the Dean of the Waldensian Faculty, at an inter-disciplinary seminar on the themes of well-being and healing as they are experienced in different religions. The text deals with some questions concerning the Christian message as a message aimed at well-being and healing: is it in harmony with the present research of therapy and improvement at all costs of the psychological and physical conditions of life? The central part of the article concentrates on the theme of “today”: the capability of being “present in the present” can be found in the words of Jesus, to be considered like the key to a healthy approach to life.

Roberto Bottazzi, Resilienza e resa. Psicologia, teologia e spiritualità in dialogo; Fede e resilienza. Risonanze bibliche come ipotesi operativa

Questo contributo proviene da un modulo formativo offerto al corso di laurea in Scienze bibliche e teologiche della Facoltà valdese, e da alcune esperienze di formazione rivolte a credenti protestanti, evangelici e cattolici. La prima parte affronta il tema dell’intreccio tra psicologia, spiritualità e teologia relativamente a un argomento di attualità psicologica: quello della resilienza, la capacità di far fronte e superare traumi e negatività. Vengono esplorate le aree di confine e di sovrapposizione tra i vissuti emotivi e le esperienze di fede. La seconda parte offe un possibile percorso di «risonanze bibliche» sulla resilienza spirituale, individuando nel tema profondamente significativo della «forza dalla debolezza» la chiave interpretativa più importante.

Roberto Bottazzi, Resilience and Surrender. Psychology, Theology and Spirituality in Dialogue.
Faith and Resilience. Biblical Echoes as a Hypothesis of Work

This contribution comes from a training module which is part of the curriculum for the degree in Biblical and Theological Sciences at the Waldensian Faculty, and from the educational courses aimed at Protestant, Evangelical and Catholic believers. The first part deals with the intertwining of psychology, spirituality and theology vis-à-vis a theme which is psychologically very relevant today: resilience, that is to say the capability of facing and overcoming traumas and negative experiences. The border and overlapping areas of emotional and faith experiences are explored. The second part offers a possible path of “biblical resonance” on spiritual resilience, recognizing the main key of interpretation in the highly significant theme of “force from weakness”.

Laura Greig Krauss, An experimental Introduction to the Hermeneutic of Reception-History

Partendo dalle invenzioni artistiche che reinterpretano e arricchiscono i racconti biblici, l’Autrice, che è pastora in un quartiere di Los Angeles, propone di utilizzare la «reception theology» anche per la predicazione. Infatti, nel caso del testo biblico, i lettori/ascoltatori o ascoltatrici sono di fronte a un’opportunità: la recezione non è pura conservazione ma trasforma chi ascolta. Tale metodo domanda che chi ascolta si collochi di fronte al testo e nella società cui appartiene. Inoltre la teoria della recezione richiede un impegno nel lettore, che riceve un testo coinvolto in una lotta per la giustizia e viene invitato a partecipare alla stessa lotta. La globalizzazione tocca anche l’elaborazione artistica diversificata in ogni parte del mondo e crea nuove opportunità per il dialogo interreligioso: sono coinvolte anche le grandi agenzie di Questo contributo proviene da un modulo formativo offerto al corso di laurea in Scienze bibliche e teologiche della Facoltà valdese, e da alcune esperienze di formazione rivolte a credenti protestanti, evangelici e cattolici. La prima parte affronta il tema dell’intreccio tra psicologia, spiritualità e teologia relativamente a un argomento di attualità psicologica: quello della resilienza, la capacità di far fronte e superare traumi e negatività. Vengono esplorate le aree di confine e di sovrapposizione tra i vissuti emotivi e le esperienze di fede. La seconda parte offe un possibile percorso di «risonanze bibliche» sulla resilienza spirituale, individuando nel tema profondamente significativo della «forza dalla debolezza» la chiave interpretativa più importante.

Laura Greig Krauss, An experimental Introduction to the Hermeneutic of Re-ception-History

Starting from the artistic inventions which reinterpret and enrich biblical narrations, the Author – who is a protestant minister in Los Angeles – also proposes to use “Reception Theology” in preaching. With regard to biblical texts, readers/listeners are confronted by an opportunity: reception is not merely conservation but it transforms the listener. This method asks listeners to put themselves in front of the text and of the society to which the text belongs. Furthermore, Reception Theory requires a commitment from the reader, who receives a text involved in a struggle for justice, and is invited to take part in the same struggle. Globalization also concerns art works in every part of the world, and allows new opportunities for interfaith connections and mutual understanding: Hollywood, Bollywood (India), and Nollywood (Nigeria) are also invited to the conversation table. Contexts reach a new value in the artistic reinterpretation of biblical narrations. The history of Reception seeks to move beyond academic, Eurocentric, and text-based interpretations for its cross-disciplinary approach to hermeneutics. The “Reception Theology” is based on the study of J. Sawyer (2004): it emerges as a new instrument to analyze the impact of biblical texts on the lives of readers and believers’ communities.

Ilenya Goss, Dalla filosofia del limite al testo biblico come traccia per il pensiero: libertà e male in Kant

Lo studio, parte di un lavoro più ampio sul tema della libertà nella filosofia di Kant, si articola in tre momenti dedicati al rapporto tra presenza del male, peccato originale e teodicea. Riferendosi a testi di periodi differenti, mostra come il problema attraversi tutta la vicenda del criticismo. La complessità del modello di pensiero proposto emerge nei passaggi dal piano speculativo all’indagine sul testo biblico alla ricerca di chiarificazione del tema che si rivela posto “al limi-te” del filosofare. Il racconto biblico del peccato originale e la figura di Giobbe costituiscono i luoghi in cui Kant rintraccia la pensabilità di una questione di interesse primario, che non può essere affrontata con le categorie della filosofia trascendentale. Il lavoro riprende l’indagine filosofica sul problema del male come questione di interesse per la teologia della creazione.

Ilenya Goss, From the Philosophy of Limit to the Biblical Text as a Trace for Thought: Freedom and Evil in Kant

This study, which is part of an ampler essay on the theme of freedom in Kant’s philosophy, is composed of three moments dedicated to the presence of evil, original sin and theodicea and their relationship. Referring to texts belonging to different periods, the Author shows how this issue is present throughout the period of Criticism. The complexity of the model of thought offered emerges when passing from a speculative plane to an exegesis of the biblical text when one tries to clarify a theme which seems to be placed “at the border” of philosophizing. The biblical tale of the original sin and the figure of Job are for Kant the places where a question of primary interest can be conceived, which cannot be dealt with by using the categories of transcendental philosophy. The article resumes a philosophical study on the problem of evil conceived like a question which concerns the theology of creation.

Massimo Marottoli, Una lettura sinottica alle figure di Edipo, Achab e Giobbe

Articolando il discorso sul mondo nell’accezione religioso-filosofica (l’esistente riconducibile a unità) e nel dogma cristiano quale evento irriducibile, l’Autore prova a tessere un discorso incentrato sul rapporto tra l’opera-mondo creata e la sua verità. Che la Genesi inizi dalla seconda e non dalla prima lettera dell’alfabeto ebraico lo induce ad affermare che in principio era il Beth, «il segno della eventualità dell’essere». Le figure, progressivamente convocate, di Edipo, Achab e Giobbe costituiscono nella loro eterogeneità solidale un tracciato ermeneutico concluso da una allusione heideggeriana: «La scommessa è riuscire a pensare l’uomo quale essere natale, perché eventuale, e non mortale, perché necessario».

Massimo Marottoli, A Synoptic Reading of Oedipus, Ahab and Job.

Basing his argument of the world in its religious and philosophical meaning (the existent restored to unity) and the Christian dogma as an irreducible event, the Author tries to weave an argument centred on the relationship between the world as a created work and its truth. The fact that Genesis starts from the second and not the first letter of the Hebrew alphabet convinces the Author that in the beginning it was Beth “the sign of the eventuality of being”. The characters progressively recalled of Oedipus, Ahab and Job trace, in their solid heterogeneity, a hermeneutic which is concluded by a Heideggerian allusion: “The wager is to be able to think of man as a natal being because he is an event, and not mortal because he is a necessity”.

Gesine Von Kloeden-Freunderberg, 1517-2017: la Riforma, un cammino. Il Catechismo di Heidelberg, da Ursinus a Nemo e James Bond

L ’Autrice, molto coinvolta nei rapporti ecumenici e pastore attivo in Germania, prende spunto dal 450° anniversario del Catechismo di Heidelberg per sviluppare varie considerazioni sul momento storico della sua formulazione, sul suo carattere così limpidamente riformato, ispiratore di recenti importanti prese di posizione cristiane come la Confessione di Belhar, sull’attualità della sua impostazione e su che cosa può, ancora oggi, dire alle chiese. Analizza la sua struttura «do-manda-risposta» come efficace metodo d’insegnamento, la sua testimonianza di una chiesa come popolo in cammino, e l’importanza data al rapporto diretto Dio-credente; discute infine quelle che ritiene le principali emergenze della chiesa di oggi, il rapporto con le scienze e il «narcisismo come l’etica protestante di oggi».

Gesine Von Kloeden-Freunderberg, 1517-2017: the Reformation, a Journey. The Heidelberg Catechism from Ursinus to Nemo and James Bond

The Author, who is very much involved in the ecumenical dialogue and an active minister in Germany, starts from the 450th anniversary of the Heidelberg Catechism and goes on to develop various considerations on the time when this was first written, on its limpidly reformed character which inspired recent important Christian opinions such as the Belhar Confession, on its approach which is still valid today, and on what it can say to Churches even today. The Author analyses its question/answer structure as a valid teaching method; in addition, it bears witness to a church considered as a people on a journey and it stresses the importance of a direct relationship between God and the believer; finally the Author examines what she considers to be the main issues of the Church today, the relationship with sciences and “narcissism as the protestant ethics of today”.

Gunnar Wiegand, Provvidenza versus finalità: un Kant semi-inesplorato

L’articolo ripercorre lo sviluppo dello studio di Lehner sul concetto di «provvidenza» ricollegandolo innanzitutto all’utilizzo che ne viene fatto nella filosofia e nella teologia contemporanee di Kant, tenendo presente che si tratta di una idea poco sviluppata nel pensiero kantiano, e certamente assente nella più nota filosofia della fase critica. Lo studio riprende il rapporto tra giudizio teleologico, finalità e provvidenza mostrando l’intenzionalità con cui Kant evita di utilizzare questo termine per non indurre una sovrapposizione di significati, e mira a evidenziare soprattutto l’influsso della filosofia e della teologia scolastiche sul pensiero dello stesso Kant. Rimangono volutamente aperte prospettive di utilizzo di strumenti di pensiero elaborati nell’ambito della filosofia trascendentale per una trattazione di tipo teologico.

Gunnar Wiegand, Providence versus Finality: A Semi-explored Aspect of Kant

The article goes over Lehner’s study of the concept of “Providence” and connects it with its use in the philosophy and theology of Kant’s time, bearing in mind that this idea was not developed much in Kant, and was totally absent in the better known philosophy of the critical period. The article resumes the relationship of teleological judgement, finality and providence, showing how Kant purposefully avoids using this term, in order not to produce a superimposition of different meanings, and aims at highlighting, above all, the influence of Scholastic philosophy and theology on Kant’s thought. What is purposefully left open is the possibility of using tools of thought which were developed by transcenden-tal philosophy for a theological approach.

Fulvio Ferrario, Il cielo vuoto di Umberto Galimberti

Esaminando l’ultimo lavoro di Umberto Galimberti, che in realtà rielabora un’opera precedente, si sottolinea la difficoltà della teologia accademica di mediare i metodi e i risultati del proprio lavoro nel dibattito culturale corrente. Ta-le difficoltà determina (e il caso si Galimberti non è isolato) un tipo di critica alla teologia e alla religione nel quale l’interlocutore cristiano incontra significative difficoltà nel riconoscere se stesso, il che non favorisce la fecondità del dibattito. L’analisi si conclude indicando i compiti che tale situazione assegna al lavoro teologico.

Fulvio Ferrario, Umberto Galimberti’s Empty Sky

Analysing the latest work by Umberto Galimberti, which actually revises a previous work, the difficulty encountered by theology in conveying its methods and the results obtained to the cultural debate of today is underlined. Such a difficulty gives rise (and Galimberti is not the only case) to a kind of criticism of theology and religion which makes it difficult for a Christian to recognize him/herself in it, which does not favour a fruitful debate. The analysis is concluded by indicating the tasks which this situation assigns to the theologian’s work.