Autore: wp_5978506

abstract vol 68 : 3-4

Elizabeth E. Green, Teologia e genere. Un’introduzione

Partendo dalla seconda ondata femminista e dall’opera epocale di Simone de Beauvoir, l’articolo esplora la relazione fra teologia e teologia di genere. Ven- gono percorse le tre fasi della riflessione – l’identità sessuata, la distinzione tra sesso e genere, la decostruzione del genere – evidenziando il modo in cui la teologia cristiana si è trovata implicata in un complesso sistema che riproduce il dominio maschile. Lungi dall’essere un argomento marginale, la teologia di genere impatta questioni attuali come il femminicidio, l’identità maschile e la relazione tra donne e uomini oggi.

Elizabeth E. Green, Theology and Gender. An Introduction

Starting from the second feminist wave and from the epoch-making work by Simone de Beauvoir, the article explores the relationship between Theology and the Theology of Gender. The three phases of reflection are examined – sexual identity, the distinction between sex and gender, and the deconstruction of the gender – highlighting how Christian theology became involved in a complex system which replicates male rule. Far from being a marginal subject, Gender Theology regards current issues like feminicide, male identity and the relation- ship between women and men today.

Gianluigi Gugliermetto, Le teologie queer e la ricerca del soggetto

Negli ultimi decenni del Novecento, sulla scorta di altre teologie contestuali, è emersa la teologia gay/lesbica come una modalità di critica e ricostruzione delle dottrine cristiane a partire dall’esperienza del soggetto omosessuale. Un’ulteriore fase riflessiva ha dato origine alla teologia queer, che, riscoprendo molti elementi di instabilità sessuale e di genere all’interno della tradizione, può con- durre a esiti assai diversi tra loro, che vanno da una critica del progetto di liberazione omosessuale alla sua estensione universale come liberazione della soggettività queer che è di ognuno.

Gianluigi Gugliermetto, Queer Theologies and the Individual’s Research

In the last decades of the 20th Century, in the wake of other contextual theologies, gay/lesbian theology emerged as a manner of criticism and reconstruction of Christian doctrines starting from the experience of the homosexual individual. A further phase of reflection brought about Queer Theology which, re-discovering many elements of sexual and gender instability within tradition, may lead to quite different results, from a criticism of the project of homosexual liberation to its universal extension as a liberation of the queer identity of everyone.

Isabella Stretti, L’incongruenza di genere in Italia. Una proposta pastorale

La tesi si delinea su una dettagliata fotografia del contesto italiano a livello clinico e legale, ma soprattutto sui temi che affiorano dal cuore della tesi, ossia le testimonianze rilasciate da persone transgender, loro amici e familiari, varie competenze scientifiche, associazioni di supporto, ministeri per la pastorale, oltre a documenti ecclesiastici di varie denominazioni cristiane. Successivamente, le argomentazioni emerse sono messe a confronto con la teologia naturale e con l’alleanza fra teologie femministe e teologie queer, motivando teologicamente tale alleanza come migliore indicazione stradale per un cammino pastorale liberante che coinvolga le comunità ecclesiali nella loro interezza.

Isabella Stretti, The Inconsistency of Gender in Italy. A Pastoral Proposition

The thesis describes a detailed picture of the Italian situation from a clinical and legal point of view, but above all the themes which emerge from the heart of the thesis, that is the evidence given by transgender persons, by their friends and relations, by various scientific competences, Aid Associations, Pastoral Ministry, besides ecclesiastical documents from various Christian denominations. Successively, the arguments which emerged are compared to Natural Theology and to the alliance between Feminist and Queer theologies, an alliance which is motivated theologically as the best road to a liberating pastoral journey involving the entire ecclesial communities.

Shahrzad Houshmand, La forza delle donne nell’islam

Il Corano si rivolge a donne e uomini con la stessa determinazione. Due donne sono citate nel Corano come figure della fede e due donne come figure di tradimento, e servono da esempio per tutti i credenti. L’Autrice si sofferma poi sulla figura di Maria che collabora con il disegno di Dio, e afferma che Muhammad è un profeta mariano, nel senso che Maria accetta e si fa da parte. Maria non è però la sola donna che si trova a voler accettare la rivelazione di Dio che appare inaccettabile. Il Corano propone anche le storie della madre di Mosè e di Agar. L’Autrice sottolinea la loro capacità di decidere e la responsabilità del- la scelta di fronte a Dio e alla società. Donne forti si ritrovano anche nella sto- ria dell’islam e qui vengono tratteggiate velocemente le figure iniziali, responsabili di giustizia, carità e trasmissione del messaggio: Khadija, Aisha e Zeinab.

Shahrzad Houshmand, The Strength of Women in Islam

The Koran addresses women and men with the same determination. Two women are quoted in the Koran as characters of faith and two women as characters of betrayal, and they serve as examples for all the believers. The Authoress then lingers on the character of Mary, who collaborates with God’s plan, and states that Muhammad is a Marian prophet, in the sense that Mary accepts and draws aside. Mary however is not the only woman who wants to accept a revelation from God which appears unacceptable. The Koran offers also the stories of Moses’s mother and of Agar. The Authoress underlines their ability to decide and their responsibility in the choice before God and society. Strong women can also be found in the history of Islam and the characters at the beginning of the Book, who are responsible for justice, charity and the handing over of the mes- sage are outlined here: Khadigia, Aisha and Zeinab.

Letizia Tomassone, Trovare libertà femminile nell’islam contemporaneo

In ambito cristiano le storiche e le teologhe hanno lavorato da più di un secolo per ritrovare quegli spazi di libertà femminile che sono incastonati nella storia e che hanno le loro radici saldamente nel messaggio cristiano. I processi che hanno portato a dar forma all’istituzione della chiesa, fin dal primo secolo dell’era cristiana, hanno anche ristretto gli spazi delle donne. Spazi che le donne di volta in volta hanno riguadagnato e poi perso ancora una volta, in una dinamica fluttuante di libertà e oppressione. Ciò che vorrei cercare di capire, in questa lettura di testi prodotti da giuriste, storiche e teologhe musulmane, è se un meccanismo simile ha operato anche nell’islam, e soprattutto, quali sono le radici di libertà a cui le donne musulmane oggi possono riferirsi. Farò questo riferendomi in particolare a quelle autrici e autori che si riconoscono nell’islam progressista.

Letizia Tomassone, Finding Feminine Freedom in Islam Today

In the Christian context, female historians and theologians have been working for over a century to re-discover those spaces of feminine freedom which are embedded in history and which have their roots firmly in the Christian message. The processes which brought the institution of the Church to acquire its present form, from the first century of the Christian era, have restricted women’s space since the first century of the Christian era. Such space was re-gained and then lost again by women each time, in a fluctuating alternation of freedom and oppression. Analyzing these texts produced by Moslem women jurists, historians and theologians, I would like to try to understand whether a similar mechanism was at work also in Islam, and above all, what roots of freedom Moslem women of today can refer to. I shall refer mainly to those authoresses and authors who recognise themselves as belonging to progressive Islam.

Patrizia Ottone, Donne di confine. Le figlie di Selofead in Num. 27,1-11 e Num. 36,1-13

Con una proposta di esegesi dei racconti delle figlie di Selofead di Numeri 27,1-11 e Numeri 36,1-13, si mostra come una prospettiva di genere applicata a un episodio apparentemente marginale sui diritti delle donne possa gettar luce sulla discussione del Secondo Tempio intorno all’ identità del popolo di Israele dopo la distruzione babilonese. Dopo aver presentato alcuni elementi di analisi testuale, si approfondiscono i temi centrali dei due racconti per rintracciar- ne i collegamenti intertestuali dentro e fuori del Pentateuco, individuando nella questione del rapporto tra Israele e i popoli stranieri un importante collegamento tra il dibattito sulla formazione del libro dei Numeri e alcune tensioni presenti nei due racconti sulle figlie di Selofead. Il lavoro converge sul contesto storico e sociale dell’epoca persiana, concentrandosi sulla situazione delle don- ne di frontiera e sulla crisi dei matrimoni misti. Alla luce delle ricerche di esegesi femminista, si argomenta il nesso tra la questione dell’eredità delle donne e quella dei matrimoni misti.

Patrizia Ottone, Women at the Border. The Daughters of Zelophehad in Num.27,1-11 and Num. 36, 1-13

With the exegesis offered of the episodes of the daughters of Zelophehad in Numbers 27,1-11 and Numbers 36, 1-13, the Authoress shows how a perspective of gender, when applied to an apparently marginal episode concerning women’s rights, may throw some light on the discussion regarding the identity of the people of Israel after the Babilonian destruction, at the time of the Second Temple. After offering some elements of textual analysis, the central themes of the two episodes are studied thoroughly, in order to find their intertextual connections inside and outside the Pentateuch, identifying in the relationship between Israel and the alien peoples the issue which connects the debate on the com- position of the Book of Numbers and some tensions which can be found in the two episodes of the daughters of Zelophehad. The essay concentrates on the historical and social context of the Persian period, treating in detail the situation of women at the border and the crisis of mixed marriages. In the light of the re- searches of feminist exegesis, the link between the two issues of women’s inheritance and of mixed marriages is discussed.

Daniele Garrone, Dina (Gen.34) e i maschi attorno a lei. Sdegno per uno stupro o furore antiesogamico?

Genesi 34 non presenta una reazione violenta a una violenza sessuale, ma riflette visioni diverse sul problema dei matrimoni esogamici in epoca persiana. La “riparazione” di un rapporto sessuale di una donna di Israele con uno straniero, che alcuni ritenevano possibile a certe condizioni, è da altri respinta come una intollerabile contaminazione e come perniciosa assimilazione.

Daniele Garrone, Dinah (Gen. 34) and the Males around Her. Outrage for a Rape or Anti-exogamous Wrath?

Genesis 34 does not illustrate the violent reaction to a rape, but reflects dif- ferent points of view on the problem of exogamous marriages during the Per- sian period. The “reparation” of the sexual intercourse of a woman of Israel with an alien, which was considered possible by some on certain conditions, was rejected by others because it was considered an intolerable contamination and harmful integration.

Lidia Maggi, Una catechesi che fa la differenza

Sotto forma di appunti, l’articolo evidenzia l’apporto che la riflessione di genere offre alla catechesi. Il partire da sé, tipico del pensiero della differenza, sollecita un approccio non essenzialistico ma storico nell’interpretazione dei soggetti coinvolti, primo fra tutti la famiglia. La coniugazione della singolarità bio- grafica con la più ampia genealogia permette di inserire il percorso formativo nell’orizzonte della memoria biblica, plurale, in grado di fornire ai soggetti una nuova identità narrativa.

Lidia Maggi, A Catechesis which Makes the Difference

The article, which is in the form of notes, highlights the contribution that a reflection on gender brings to catechesis. Starting from one’s own personal experience – which is typical of the knowledge of gender – elicits a non-essentialist but a historical approach to the interpretation of the subjects involved, in the first place the family. Combining the single specific biography with an ampler genealogy enables one to insert the formative journey into the horizon of the biblical memory, a plural memory which can offer people a new narrative identity.

Paola Schellenbaum, Ai margini, tra antropologia e teologia. Verso nuove piste di ricerca

Il rapporto tra antropologia e teologia è esplorato “ai margini”, partendo dalla nozione di confine di Tillich. Dapprima si rilegge l’opera di Leenhardt, pastore ed etnologo francese, attraverso le lenti interdisciplinari della teoria postcoloniale di Clifford, esponente di spicco dell’antropologia storica negli Stati Uniti che propone chiavi di lettura innovative sulla reciprocità nel rapporto con gli interlocutori. Quindi, sono tratteggiati gli aspetti critici del rapporto tra antropologia e teologia, con riferimento alle ricerche sul campo contemporanee e una ri- flessione sul metodo etnografico. Infine, sono proposti due ambiti di confronto: famiglia/genere e bioetica come terreni privilegiati per la ricerca interdisciplinare vicino all’esperienza delle persone, temi dibattuti anche nelle nostre chiese.

Paola SchellenBaum, On the Edges between Anthropology and Theology. Towards New Areas of Research

The relationship between anthropology and theology is explored “at the border”, starting from the notion of “boundary” in Tillich. First, the work of the French Pastor and ethnologist Leenhardt is reviewed through the interdisciplinary lenses of postcolonial theory in Clifford, a well-known American historical anthropologist who offers an innovative perspective on reciprocity in field- work. Then, the critical aspects of the relationship between Anthropology and Theology are outlined, with particular reference to contemporary ethnographic field research and a reflection on the ethnographic method. Finally, two are- as of comparison are proposed: family/gender and bioethics as privileged fields of interdisciplinary research and of research near the experience, two themes which are currently debated also in our congregations.

Ermanno Gengre, Dialogo tra la teologia pratica e le scienze umane e sociali

Nell’intervista a Ermanno Genre raccolta da Paola Schellenbaum si ripercorrono le tappe principali del dialogo interdisciplinare fra la teologia pratica e le scienze umane e sociali, in particolare nella Facoltà valdese di Teologia con riferimento all’introduzione di una prospettiva di genere negli studi teologici e alla relazione d’aiuto in una prospettiva di Clinical Pastoral Education. Nel corso dell’intervista il confronto si articola anche intorno ai libri principali di Ermanno Genre e questo consente di tracciare il profilo intellettuale di un teologo che ha dialogato con le principali facoltà teologiche europee e americane.

Ermanno Genre, A Dialogue between Practical Theology, Humanities and Social Sciences

The interview with Ermanno Genre, carried out by Paola Schellenbaum, goes over the principal stages of the interdisciplinary dialogue between Practi- cal Theology, Humanities and Social Sciences, in particular at the Waldensian Faculty of Theology, with reference to the introduction of a perspective of gen- der in theological studies and to the therapeutic relationship in the perspective of Clinical Pastoral Education. In the interview, the dialogue deals also with the main books by Ermanno Genre; this makes it possible to trace the intellectual profile of a theologian who has been in dialogue with the principal European and American Faculties of Theology.

Sergio Rostagno, Il contributo di Lutero all’antropologia

Partendo dal film Des hommes et des dieux, presentato a Cannes nel 2010, l’Autore illustra le tesi luterane: l’essere umano è costituito in forma nuova non più sulla base della giustizia delle sue azioni, ma sulla base della giustizia di Dio. Tale riconoscimento ha luogo nel profondo della personalità umana, si nu- tre di essere fede in Dio e questo dato può soltanto essere ammesso come fondamento, anzi come «nascita» del soggetto. Affermato il fatto indubitabile della giustizia si pone a Lutero un nuovo problema, quello dell’etica. Come agisce l’essere umano che abbiamo visto rinascere nella giustizia e nella fede? E come si spiega che l’essere umano, definito contemporaneamente giusto e peccatore, faccia infallibilmente opere buone? Non è facile rispondere. Lutero ci prova nel Sermone sulle Tre giustizie (Sermo de triplici iustitia), tenuto nell’autunno 1518.

Sergio Rostagno, Luther’s Contribution to Anthropology

Starting from the film Des hommes et des dieux, shown in Cannes in 2010, the Author expounds the Lutheran theses: the human being is established in a new form, no longer on the basis of the justice of his/her actions, but on the basis of the justice of God. This recognition takes place deep inside the human person- ality, it draws nourishment from being faith in God and this datum can be ac- cepted only as a foundation, in fact as the “birth” of the individual. Once Luther has stated the indubitable fact of justice, a new problem arises for him – ethics. How does the human being, who has been re-born in justice and in faith, act? How can we explain the fact that the human being, defined simultaneously as just and sinner, does infallibly good deeds? It is not easy for Luther to answer; he tries to do so in his Sermon on the Three Justices (Sermo de triplici iustitia), delivered in the Autumn of 1518.

Enrico Cerasi, Le mosche di Wittgenstein. Antropologia e teologia in un’epoca postliberale

Una delle tesi più fertili del “secondo Wittgenstein” è che il compito della filosofia non è fondare il linguaggio ma semplicemente descriverne i suoi usi determinati. Lindbeck ha colto il suggerimento considerando la religione come una lingua e le dottrine teologiche come le sue regole “grammaticali” con valore cognitivo, sempre incarnato in un gioco linguistico. Hauerwas sostiene che la teologia, l’etica e l’esegesi biblica non possono separarsi dalla prassi della chiesa, a condizione che questa sia in grado di raccontare una storia alternativa a quella della società individualista che testimoni cioè dell’amore di Dio in Gesù Cristo. Ma tutto ciò sembra comportare la rinuncia alla critica nei confronti della chie- sa, rendendone problematica la riforma.

Enrico Cerasi, Wittgenstein’s Flies. Anthropology and Theology in a Post-liberal Period

One of the most fertile theses of the “second Wittgenstein” is that the task of Philosophy is not to found the language, but simply to describe its determined uses. Lindbeck has taken in the suggestion, considering religion like a language, and its theological doctrines like its “grammar” rules with a cognitive value, al- ways incarnated in a linguistic play. Hauerwas maintains that Theology, Ethics and Biblical exegesis cannot be separated from the praxis of the Church on condition that this is capable of telling an alternative story to the one told by the individualistic society, which bears witness of God’s love in Jesus Christ. But all this seems to involve renouncing criticism vis-à-vis the Church, rendering its re- form more problematic.

Romano Madera, Il crogiuolo del confronto tra teologie, filosofie e antropologie. Una spiritualità laica come pratica

Il confronto fra teologia e scienze umane può e deve oltrepassare i confini di un corretto, ma spesso sterile, dialogo fra campi gelosi delle loro specificità. Prendendo spunto da Frye, si delinea una possibilità di affinità di campo attraverso il tipo di verità immaginativo-letterario. Si richiama però all’idea che, come la filosofia, anche la teologia sia diventata un discorso accademico, più che una pratica di vita. Si propone, sulla base di un’esperienza di un ventennio di pratiche filosofiche, una modalità di scambio, nella ricerca del senso, basata su un metodo biografico: una spiritualità laica che, nella consapevolezza della universale necessità di senso, possa rispondere alla minaccia di inconsistenza che il mondo del capitalismo globale e della spettacolarizzazione sembra assegnare a ogni tentativo di superare l’idolatria dell’accumulazione e dell’egolatria.

Romano Madera, The Crucible of the Confrontation among Theologies, Phi- losophies and Anthropologies. A Lay Spirituality as Practice

The confrontation between Theology and Humanities can and should go beyond a fair but often sterile dialogue between fields which are jealous of their own specificity. Taking the cue from Frye, the possibility of an affinity of field through the kind of imaginative-literary truth emerges. However, this is based upon the idea that, like Philosophy, Theology has become an academic subject more than a life practice. The Author suggests, basing it on twenty years’ experience of philosophical practices, a modality of exchange in the research of sense, based upon a biographical method: a lay spirituality which, being conscious of the universal necessity of sense, can respond to the threat of insubstantiality which the world of global capitalism and of spectacularization seems to present to any attempt at overcoming the idolatry of hoarding and of egolatry.

Debora Spini, Quali soggetti per quali democrazie

Questo saggio vuole proporre alcune riflessioni sul tema del futuro della politica visto però da un’angolazione diversa, per così dire dal basso in alto, non a partire dal punto di vista delle istituzioni bensì da quello della soggettività. Si tenta di mettere in luce una crisi parallela delle forme politiche della modernità e delle forme di soggettività che a esse corrispondono, ma nella prospettiva di identificare oltre agli elementi di crisi, anche le possibili risorse. È necessario salvare un “soggetto” come punto di riferimento di pratiche che si vogliono politiche; non per nostalgia acritica di un soggetto “maiuscolo”, ma nella prospettiva di una proposta alternativa di soggettività, che sappia fare tesoro della memoria per farsi capace di futuro.

Debora Spini, Which Individuals for Which Democracies

This essay offers some reflections on the theme of the future of politics seen from a different angle, looking upwards from below; not from the point of view of institutions, but from the point of view of individuals. The parallel crises of political forms in the modern world and the corresponding forms of individuality will be highlighted, with the aim of identifying, beyond the elements of crisis, the possible resources. It is necessary to save an “individual” as a datum point of practices that should be political; not for an acritical nostalgia of the individual in “block letters”, but in the perspective of an alternative suggestion of individuality, which may profit from memory in order to become capable of building the future.

Alessia Passarelli, Dalle politiche alle pratiche d’integrazione: modelli di essere chiesa insieme a confronto

L’articolo analizza la situazione delle chiese protestanti in Italia circa le loro risposte all’immigrazione e la confronta con quella irlandese, presentando uno dei progetti di integrazione della chiesa valdese denominato «Mezzano Secondo distretto» e il «Discovery Project» della chiesa anglicana della diocesi di Dublino e Glendalough. Attraverso la comparazione tra i due progetti, l’artico- lo mette in luce le sfide che incontrano le chiese e il divario tra politiche e pra- tiche. Inoltre, si esplora il ruolo delle chiese per i migranti e si sottolinea l’importanza di promuovere legami di continuità e cambiamento nelle comunità di fede, per costruire chiese integrate.

Alessia Passarelli, From Policies to Integration Practices: Comparing Pat- terns of «Being a Church Together»

This article analyses the situation of Protestant Churches in Italy and their responses to migration and the increased number of newcomers in their congre- gations, with a parallel to the situation in the Republic of Ireland. It looks into one of the integration projects of the Waldensian Church – Union of Waldensian and Methodist Churches, the «Mezzano – Second District Project», and into the «Discovery Project» of the Anglican Church in the Diocese of Dublin and Glendal- ough. Through the comparison between the two projects, the article highlights the challenges faced by churches and the gaps emerging between policies and practices. In addition, the article looks into the role of churches for migrants, stressing the importance of promoting both bonding and bridging ties in the communities of faith, in order to build integrated churches.

Marta Bernardini, La preghiera “forte”: un caso di studio nella chiesa metodista a Bologna

La preghiera “forte”, pratica religiosa spiccatamente performativa, è caratterizzata da una “pratica forte”, intesa come molto fisica, animata e vocale, e da un “credere forte”, dimostrato attraverso la numerosità del gruppo che la met- te in atto, la ripetizione di certe richieste e a volte esperienze come il digiuno. Tale preghiera si inserisce nel contesto religioso della chiesa metodista di Bologna, nel quale convivono istanze di un protestantesimo storico e rielaborazioni sincretiche che mescolano la tradizione africana con un cristianesimo missionario e risvegliato.

Marta Bernardini, The “Strong” Prayer: the Case of a Study in the Methodist Church in Bologna

The “strong” prayer, a markedly performative religious practice, is characterized by a “strong practice” which is very physical, animated and vocal, and by a strong belief, shown by the high number of performers, by the repetition of certain requests and sometimes by experiences such as fasting. This kind of prayer is part of the religious context of the Methodist Church of Bologna, where issues of historical Protestantism co-exist with syncretic formulations mixing African tradition with a missionary revival.

Paolo Naso, Le chiese come comunità di resilienza per gli immigrati

Richiamando il tema della resilienza, il saggio affronta il tema del ruolo delle comunità di fede degli immigrati, nel caso di specie di quelle evangeliche. In particolare si sviluppano tre tesi: le chiese per approssimazione definite “etniche” costituiscono un primario fattore di resilienza utile a sostenere gli immi- grati nei loro percorsi di inserimento in società talvolta ostili; nel tempo le comunità religiose “etniche” rischiano di strutturarsi come isole impermeabili ai processi esterni pertanto ghettizzanti; la funzione di resilienza garantita dall’appartenenza degli immigrati a una comunità di fede è potenziata dall’inserimento in contesti multiculturali e interculturali in grado di stimolare integrazione, partecipazione e inclusione sociale.

Paolo Naso, The Churches as Communities of Resilience for Immigrants

Referring to the theme of resilience, this essay deals with the role which communities of faith, in the specific case Protestant communities, have for immigrants. In particular three theses are developed: the so-called “ethnic” churches are a primary factor of resilience which supports immigrants in their effort of including themselves into sometimes hostile societies; at the same time, “ethnic” religious communities risk becoming impervious to external processes and therefore ghettoizing; the function of resilience, which is guaranteed to immi- grants belonging to a community of faith, is strengthened by fitting into multi-cultural and intercultural contexts which can stimulate integration, participation and social inclusion.

Donato Di Sanzo, L’Italia delle 836 “religioni”

Lo studio critico propone una recensione ragionata dell’Enciclopedia delle Religioni in Italia del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), uscita nel marzo del 2013 e diretta da Massimo Introvigne e Pier Luigi Zoccatelli. Il lavoro opera una classificazione enciclopedica delle comunità di fede e delle denominazioni religiose attualmente presenti in Italia, offrendo stime delle dimensioni numeriche e organizzative delle stesse. La preziosa indagine individua l’esistenza, sul territorio della penisola, di 836 “religioni” e restituisce l’istantanea di un pluralismo religioso in costante evoluzione.

Donato Di Sanzo, The Italy of 836 “Religions”

This critical study offers an explanatory review of the Encyclopaedia of Religions in Italy by CESNUR (Centre of Studies on New Religions), which was published in March 2013 and is directed by Massimo Introvigne and Pier Luigi Zoccatelli. This work is an encyclopaedic classification of the communities of faith and of the religious denominations which can be found in Italy at present, and it offers estimates of their sizes as regards numbers and organization. This important survey identifies, in the territory of the peninsula, 836 “religions”, and restores the picture of a religious pluralism in constant progress.

abstract vol 69: 1-2

Martin Rothkegel, La spada e la perfezione di Cristo: teologie del potere nell’anabattismo del Cinquecento

Il saggio mette in discussione il focus dell’anniversario della Riforma del 2017 sul significato attribuito a Martin Lutero e alla tradizione luterana tedesca nell’e- volvere del pensiero politico moderno. Rivisitando le tesi di Ernst Troeltsch, il quale sottolineava il contributo del «protestantesimo settario», più che quello dei luterani, alla genesi del liberalismo politico e della democrazia moderna, sono analizzate le diverse posizioni politiche dei vari gruppi «anabattisti». Attraverso i sociniani e i battisti inglesi, ma anche attraverso la presenza continua di una minoranza mennonita nella Repubblica olandese, il rifiuto della violenza reli- giosa affermato dagli anabattisti del Cinquecento ha verosimilmente influito sul- la genesi del concetto occidentale moderno della separazione tra stato e chiesa.

Martin Rothkegel, The Sword and the Perfection of Christ: Theological Views on Government in 16th Century Anabaptism

The lecture challenges the focus of the coming 2017 Reformation jubilee on the significance of the person of Martin Luther and of the German Lutheran tradition for the development of modern political thought. Revisiting the thesis of Ernst Troeltsch, who emphasized the contribution of «sectarian Protestantism», rather than the Lutherans, to the genesis of political liberalism and modern democracy, the political attitudes of the various «Anabaptist» groups are discussed. Through the Socinians and the English Baptists, but also through the continuing presence of a significant Mennonite minority in the Dutch Re- public, the 16th century Anabaptist rejection of religious violence quite plausibly had an impact on the genesis of the modern Western concept of the separation of church and state.

Paolo Ribet, La lunga notte del ’43

Il 6 settembre del 1943 si apriva a Torre Pellice l’annuale Sinodo della Chiesa valdese. In quei giorni convulsi vennero discussi alcuni ordini del giorno importanti e impegnativi. In particolare, il giorno 8 settembre, quando la radio diffuse il comunicato del maresciallo Badoglio, il Sinodo stava discutendo su una dichiarazione di «cristiana umiliazione» presentata dalla commissione d’esame, ricordata in seguito come «l’ordine del giorno Subilia», che, a seguito di un di- battito molto aspro, venne ritirata dai presentatori e che diede, in seguito, origine a un certo dibattito, spentosi, purtroppo, troppo presto. L’articolo ripercorre quei momenti basandosi anche su un interessante inedito: il diario del pastore Alberto Ribet, all’epoca membro della Tavola valdese.

Paolo Ribet, The Long Night of ’43

The 6 September 1943, the annual Synod of the Waldensian Church opened in Torre Pellice. In those feverish days, some important and momentous items on the agenda were discussed. In particular, on the 8 September, when the radio broadcast Marshal Badoglio’s announcement, the Synod was debating on a declaration of «Christian Humiliation», which had been submitted by the Examination Committee, and which would later be remembered as «the Subilia Agenda». After a very hard debate, it was withdrawn by the submitters and afterwards it gave origin to a discussion, which unfortunately died down too soon. This article goes over that period, on the basis of an unpublished document: the diary of pastor Alberto Ribet, who was a member of Tavola Valdese at that time.

Rosanna Ciappa, Rileggere Gangale

Questo studio riprende Revival, il saggio sulle origini del protestantesimo italiano di Giuseppe Gangale, e lo rilegge alla luce della sua controversa tesi storio- grafica. La chiave interpretativa è profondamente autocritica: se il protestantesi- mo non ha avuto successo in Italia, è perché si è presentato come una sequenza di successivi revivals, innestati su un terreno che non aveva conosciuto la Rifor- ma del xvi secolo. Il protestantesimo in Italia nasce segnato da un limite di fon- do: la dialettica tra Riforma e risveglio ne determina fin dall’origine una strutturale fragilità. La lettura autocritica di Revival è un’interpretazione teologica del- la propria storia, finalizzata a offrire una proposta culturale ed etico-politica di stampo neocalvinista che promuova la creazione di un ethos, di uno “stile” pro- testante radicati in una fede intransigente e senza concessioni.

Rosanna Ciappa, Rereading Gangale

This article studies again Revival, the essay on the origin of Italian Protestantism by Giuseppe Gangale, and interprets it in the light of his controversial historical thesis assumption. The interpretative key is deeply self-critical: Protestantism has not been successful in Italy because it appeared as a sequence of successive revivals, which happened in a country that had not known the 16th century Reformation. Protestantism in Italy is marked, from its very beginning, by a fundamental limit: the dialectics between Reformation and Revival, which produces, from the very beginning, its structural fragility. The self-critical interpretation of Revival analyses its history from a theological point of view, which aims to offer a neo-calvinistic cultural, ethical and political proposal, which promotes the creation of an ethos, a protestant “style” rooted in an uncompromising faith without concessions.

Mario Turchetti, Il contributo di Calvino e del calvinismo alla nascita della democrazia moderna

Che Calvino abbia organizzato la chiesa di Ginevra, opera della sua vita, ispi- randosi a una concezione aristocratica del potere appena tinta di democrazia, sembra essere un’opinione assai diffusa. Ma non tutti gli specialisti sono concordi su questo punto. Fra loro, un certo numero tende a pensare che il Riformatore abbia dato un impulso decisivo a quella che sarebbe diventata la democrazia moderna, avendone forgiati gli elementi costitutivi: le libertà fondamentali. At- traverso un’indagine sulla terminologia e sul pensiero politico di Calvino, Tur- chetti cerca di definire la portata e i limiti della concezione democratica di Cal- vino e del calvinismo individuando nella libertà di coscienza l’elemento fonda- tore lasciato dal Riformatore in eredità alla democrazia moderna.

Mario Turchetti, The Contribution of Calvin and Calvinism to the Birth of Modern Democracy

The idea that Calvin organized the Church in Geneva, the work of his life, on the basis of an aristocratic conception of power with a faint tint of democra- cy, appears to be a widespread opinion. However, not all experts agree. A num- ber of experts think that the Reformer gave a momentous impulse to the birth of what would become modern democracy, because he fashioned its basic ele- ments: fundamental freedoms. By analyzing Calvin’s terminology and his political philosophy, Turchetti tries to define the significance and the limits of the democratic conception of Calvin and Calvinism, identifying the founding element be- queathed by the Reformer to modern democracy in the freedom of conscience.

Fulvio Ferrario, Storia di una traduzione tra modernismo e protestantesimo

In occasione della ristampa della traduzione italiana della grande Storia del dogma di Adolf von Harnack, viene ricostruita la genesi di tale traduzione (1912), negli anni infuocati della repressione antimodernista, tracciando, sulla scorta di ricerche altrui, un profilo del suo promotore, l’ex sacerdote Domenico Battaini. Ne esce il quadro di un episodio minore, ma non privo di un suo interesse, del- la storia dei rapporti tra modernismo e protestantesimo.

Fulvio Ferrario, History of a Translation between Modernism and Protestantism

On the occasion of the reprinting of the Italian translation of the great History of Dogma by Adolf von Harnack, the origin of this translation (1912) is tracked down, in the fiery years of the anti-modernist repression, outlining, on the basis of other researchers’ work, a profile of its promoter, the ex-priest Domenico Battaini. The result is the picture of a minor episode of the history of the relationship between Modernism and Protestantism, which is nevertheless not devoid of interest.

abstract vol 69 : 4

Fulvio Ferrario, La storia infinita. Il dibattito intraprotestante sul battesimo. Sviluppi possibili

Il contributo rielabora il testo di una relazione tenuta dall’autore in un seminario organizzato dagli esecutivi delle chiese battiste, luterane, metodiste e valdesi in Italia. Esso intende fare il punto dell’annoso dibattito, internazionale e italiano, sul tema della piena comunione tra le chiese battiste e quelle che aderiscono alla Comunione di Chiese Protestanti in Europa e che si rico- noscono nella Concordia di Leuenberg (1973). In particolare, vengono esposti alcuni elementi di un documento, poco noto in Italia, elaborato dalle chiese battiste e luterane della Baviera e del dibattito da esso suscitato. Il testo si conclude con alcune domande alle chiese italiane, in vista della ripresa costruttiva di una discussione teologica che, finora, non è stata in grado di giungere a un consenso.

Fulvio Ferrario, The Never-ending Story. The Intra-protestant Debate on Bap- tism. Possible Developments

This essay expands the text of a report that the Author gave at a seminar organized by the Executive Committee of the Baptist, Lutheran, Methodist and Waldensian Churches in Italy. It reviews the long-lasting debate, both Italian and international, on the theme of a full community between Baptist Churches and the Churches which are members of the Community of Protestant Churches in Europe, which accepts the Leuenberg Agreement (1973). In particular, the Author expounds some points of a document, which is little known in Italy, which was produced by the Baptist and Lutheran Churches of Bavaria, and the debate which was risen by it. At the end of the essay there are some questions to Italian Churches, in view of a fruitful resumption of a theological discussion, which so far has not led to a consensus.

Ilenya Goss, La nozione di responsabilità da Weber a Bonhoeffer: linee per un’etica teologica

L’articolo sviluppa la nozione di responsabilità a partire dalla celebre espres- sione di Weber, etica della responsabilità, attraverso l’elaborazione fattane da Bonhoeffer nella sua fondazione cristologica dell’etica. La centralità del Sermone sul monte viene posta in evidenza mostrando come l’interpretazione del te- sto biblico conduca i due autori a soluzioni diverse rispetto al tema etico e mostrando come l’utilizzo del termine «responsabilità» abbia correlazioni e implicazioni speciali a seconda della base fondativa del discorso, filosofico-sociologico, oppure teologico. La nozione di responsabilità viene indicata come possibilità di confronto fecondo per la discussione attuale anche in campo bioetico, dove il pluralismo è il dato di partenza da cui oggi non si può prescindere; vie- ne proposta come prospettiva su cui lavorare sia rispetto al ruolo delle chiese nella società sia rispetto al pensare teologico stesso, nel rapporto tra annuncio e sequela. L’accantonamento dell’impostazione etica fondata su principi risulta diversamente motivato nelle due proposte, ma conduce infine alla proposizione della domanda radicale: l’etica elaborata su basi cristologiche è ancora «eti- ca» o rende necessario un ripensamento della disciplina filosofica di partenza?

Ilenya Goss, The Notion of Responsibility from Weber to Bonhoeffer: Outli- nes of Theological Ethics

The article expounds the idea of responsibility starting from Weber’s famous expression, ethics of responsibility, through to the formulation given by Bonho- effer in his Christological foundation of Ethics. The central importance held by the Sermon on the Mount is highlighted, showing how the interpretation of the biblical text leads the two authors to different results vis-à-vis the ethical the- me, and showing how the use of the term “responsibility” takes on special correlations and implications depending on whether the argument is founded on a philosophical and sociological, or on a theological basis. The notion of respon- sibility is indicated as a possible fruitful confrontation for the current discus- sion also in the bio-ethical field, where pluralism is the starting point which cannot be left out of consideration. The notion of responsibility is suggested as a prospect of work as regards both the role of churches in society and theological thought itself, in the rapport between announcement and discipleship. The two different propositions give a different motivation for setting aside an ethical formulation based on principles, but finally a radical question is suggested: is an ethics based upon Christological bases still “ethics”, or is a re-thinking of the philosophical discipline necessary?

Massimo Marottoli, P.K. Feyerabend, sulla precipitazione epistemica dell’autonomia

La critica feyerabendiana chiarisce come l’evoluzione della conoscenza umana neghi la legittimità della difesa delle autonomie disciplinari. Tale evoluzione si produce storicamente in un conflitto tra dottrine generali e procedimenti, mentre rileva come vi sia conoscenza soltanto delle cose particolari e delle loro relazioni. La tesi feyerabendiana rimarca così il suo rapporto di derivazione critica dal riduzionismo, che supera senza negarne la validità di fondo, e confer- ma alla teologia che il verbum rimane un’altra cosa e che il suo corrispondente umano non è la conoscenza (rigorosamente parlando), ma la fides.

Massimo Marottoli, P.K. Feyerabend, on the Epistemic Precipitation of Autonomy

According to Feyerabend’s criticism, the history of human knowledge demon- strates that the idea of the scientific autonomies of disciplines is untenable. The historical datum shows a conflict between general doctrines and the procedures actually used, in the field of the different disciplines of research. Feyerabend’s thesis reveals his critical origin from reductionism and confirms to Theology that what tallies with the verbum is not knowledge, but (rigorously speaking) fides.

Gianluigi Gugliermetto, Il pensiero di Richard Hooker all’origine della teologia anglicana

Il saggio presenta gli aspetti principali della teologia di Richard Hooker (1554-1600) specialmente in riferimento alla controversia con i puritani. Scorrendo i volumi della sua opera monumentale Of the Laws of Ecclesiastical Polity sullo sfondo delle differenze tra la teologia anglicana, da una parte, e la teologia romana e le teologie riformate, dall’altra, il saggio rintraccia la sostanza del metodo teologico di Hooker nell’interazione ben regolata tra Scrittura, ragione umana e tradizione ecclesiastica. La centralità di tale metodo tripartito e la visione di Hooker del rapporto tra potere civile e potere ecclesiastico servono an- che a spiegare il ruolo del rito e del ministero ordinato nella ecclesia anglicana. Infine, vengono valutate brevemente le tradizioni interpretative della teologia di Hooker e la sua influenza sull’anglicanesimo contemporaneo.

Gianluigi Gugliermetto, The Thought of Richard Hooker at the Origin of Anglican Theology

This essay presents the main aspects of the theology of Richard Hooker (1554-1600) especially with reference to the Puritan controversy. Examining the volumes of his monumental work Of the Laws of Ecclesiastical Polity on the background of the differences between, on one side, Anglican theology and, on the other side, Roman-catholic and Reformed theologies, the substance of his theological method is found in the well-regulated interaction between Scriptu- re, human reason, and ecclesiastical tradition. The centrality of such triparti- te method and Hooker’s vision of the relation between political and ecclesiastical power are used to explain as well the role of rites and the ordained ministry within the ecclesia anglicana. Finally, the interpretative tradition of Hooker’s theology and his influence on contemporary Anglicanism are briefly evaluated.

Lothar Vogel, Martin Lutero: ribelle in un tempo di svolta. La nuova biografia di Heinz Schilling

Questo studio critico si dedica alla nuova biografia pubblicata da Heinz Schilling, in cui si rivendica l’impatto sul mondo delle scelte di Martin Lutero in materia di religione. Particolare attenzione viene prestata alla chiave interpretativa di un Lutero «ribelle»; essa si presenta come una caratterizzazione significativa, ma forse meno universalmente applicabile di quanto la monografia in questione suggerisca.

Lothar Vogel, Martin Luther: A Rebel at a Turning Point: the New Biography by Heinz Schilling

This critical study is dedicated to the new biography of Martin Luther written by Heinz Schilling. In this publication, the impact of Luther’s religious choices on the world is strongly underlined. Particular attention is drawn on the inter- pretative key of Martin Luther as a “rebel”: this is an effective description, but it seems less universally applicable than Schilling’s monograph may suggest.

abstract vol 70 : 1

Daniele Garrone, Lutero, la Riforma e gli ebrei: alcuni cenni

La Riforma del XVI sec. si trovò ad affrontare il rapporto con l’ebraismo in tre ambiti: l’ermeneutica dell’Antico Testamento; la valutazione dell’ebraismo coevo; la condizione giuridica degli ebrei nella società cristiana. Con diverse articolazioni, si tese a vedere nell’Antico Testamento un annuncio di Cristo, per cui la continuità della fede dei patriarchi e dei profeti continuava nell’interpretazione cristiana e gli ebrei l’avevano abbandonata. L’ermeneutica biblica e le convinzioni religiose dell’ebraismo coevo erano dunque viste come (malevola, accecata) alterazione del messaggio dell’Antico Testamento, che appariva tanto più chiaro dopo il ritorno alla hebraica veritas che la Riforma propugnava. Sia Lutero sia esponenti della Riforma urbana affrontarono la questione dello status giuridico degli ebrei in termini di lotta alla blasfemia, minacciosa per l’integrità della società. Per modificare queste visioni furono necessari l’emergere di una lettura storico-critica delle Scritture e di una visione laica e pluralistica della società.

Daniele Garrone, Luther, the Reformation and the Jews: a Short Account

The 16th Century Reformation had to tackle the relationship with Judaism in 3 spheres: the Old Testament hermeneutics; the appraisal of contemporary Judaism; and the judicial condition of the Jews in a Christian society. With several variations, the general tendency was to consider the Old Testament an announcement of Christ, so that the faith of the Patriarchs and Prophets could continue in the Christian interpretation, which the Jews had abandoned. Therefore, the biblical hermeneutics and the religious beliefs of contemporary Judaism were seen as a malevolent, blind alteration of the message of the Old Testament, which appeared to be even clearer after the return of the Hebraica Veritas advocated by the Reformation. Both Luther and the representatives of the urban Reformation faced the issue of the legal status of the Jews, vis-à-vis fighting blasphemy, a threat to the integrity of society. These points of view would be changed only with the advent of a historical critical interpretation of the Scriptures and a lay and pluralistic vision of Society.

Giorgio Tourn, Studi, esami e consacrazione dei ministri valdesi

La prassi delle chiese valdesi per quel che riguarda la consacrazione dei loro ministri è legata alla loro storia. Non potendo studiare in loco, i giovani si formavano in istituti protestanti europei e al termine degli studi ricevevano la consacrazione presso una chiesa estera o nel sinodo valdese. A metà del xix secolo, nel clima del Réveil, sorse il problema della teologia seguita e professata dal candidato. Venne così istituito un esame da parte dei pastori che consisteva in domande su punti dottrinali e una predicazione. Se il risultato era positivo il candidato era consacrato in una chie- sa. Questa prassi si è mantenuta sino a oggi, peculiare è il fatto che l’esame è condotto dal Corpo pastorale (istituzione particolare delle chiese valdesi) ed è pubblico e la consacrazione ha luogo nel corso del sinodo.

Giorgio Tourn, Studies, Examinations and Ordination of Waldensian Ministers

The procedure of Waldensian churches as regards the ordination of their ministers is connected with their history. Because the young men could not study in their area, they were educated in European Protestant institutes and at the end of their studies they were ordained in a church abroad or at the Waldensian Synod. In the middle of the 19th Century, during the Réveil, the issue of the theology followed and professed by the candidates was aroused. Therefore, an examination by the pastors was established. It consisted of questions concerning points of the doctrine, and a sermon. If the result was positive, then the candidate was ordained in a church. This procedure has remained to the present, the unusual feature being that the examination is carried on by the Pastoral Body (a particular institution of Waldensian churches), it is open to the public and the ordination then takes place during the Synod.

Antonella Varcasia, L’evoluzione della figura angelica attraverso la letteratura vetero e intertestamentaria

Attraverso una ricognizione delle tipologie angeliche e delle funzioni degli angeli nell’Antico Testamento, nella letteratura qumranica e in quella enochica, l’articolo cerca di ricostruire i momenti salienti e le motivazioni dell’evoluzione della figura angelica dalle sue prime manifestazioni come essere umano, anonimo, indistinguibile dagli altri uomini con cui entra in contatto, con funzioni prevalenti di messaggero di Dio, fino alla sua costituzione come figura a sé stante, autonoma, alata e interamente celeste, individuando nelle trasformazioni del periodo del Secondo Tempio, nel fiorire della letteratura apocalittica e nell’influenza del pensiero straniero le cause principali di questo sviluppo.

Antonella Varcasia, The Evolution of the Figure of the Angel through the Old Testament and Intertestamental Literature

By identifying the types and functions of angels in the Old Testament, in the Qumran literature and the Enochian literature, the article tries to recognize the outstanding moments and the motivation of the evolution of angels, from their first manifestations as anonymous human beings, not distinguishable from the people they come into contact with, having the prevailing role of messengers from God, down to their becoming an independent, autonomous, winged and utterly celestial figure, identifying the main causes of this evolution in the changes during the period of the Second Temple, with the flourishing of Apocalyptic literature and the influence of foreign thought.

abstract vol 70 : 2-3

Eric Noffke, La musica in prosa nel Nuovo Testamento

Si offre qui una panoramica della documentazione antica sul canto nel mediogiudaismo e nel primo cristianesimo. Notando la scarsità di accenni alla mu-sica e, soprattutto, ai testi innici nel Nuovo Testamento, si cerca nel mediogiudaismo la presenza di un contesto utile a dipingere un quadro della situazione. Se il canto era chiaramente importante nel giudaismo settario (i testi di Qumran ci hanno lasciato un numero notevole di inni), le fonti riguardanti le sinagoghe sono poche e vaghe. Sappiamo che nelle comunità protocristiane si cantava, qualche testo neotestamentario può essere classificato come «inno» (Fil. 2,6-11; Col. 2,1-10…) e vari frammenti innici sono identificabili, a dispetto di una cor-rente attuale della ricerca che cerca di sostenere il contrario.

Eric Noffke, Music in Prose in the New Testament

A general picture is given of the old documents on singing in middle Juda-ism and early Christianity. Pointing out the paucity of hints to music and, above all, to the hymn texts in the New Testament, a useful context to illustrate the situation is found in middle Judaism. If singing was clearly important in sec-tarian Judaism (the Qumran texts left a relevant number of hymns), the sourc-es regarding Synagogues are few and uncertain. We know that people sang in the proto-Christian communities, in fact some passages in the New Testament can be classified as “hymns” (Phil. 2,6-11; Col. 2,1-10) and various fragments of hymns can be identified, in spite of the fact that a current tendency tries to sup-port the opposite view.

Jolando Scarpa, Il pensiero musicale in Lutero. Ein feste Burg oltre l’icona della Riforma

Lutero operò un rinnovamento della musica liturgica le cui conseguenze stabiliscono ancor oggi lo stile autenticamente comunitario del canto nella chiesa evangelica. Il concetto della musica sentita come un dono di Dio non fu solo di ordine estetico o teorico, ma si accompagnò a precise istanze teologiche, di ordine pratico, morale e pedagogico. Lutero, pur conoscendo a fondo la pratica musicale, collaborò con eminenti compositori e lui stesso compose il testo poetico e la musica di diversi inni, in uso anche oggi. Un excursus sulla storia del suo più celebre inno Ein feste Burg ne evidenzia l’impatto che ebbe, il favo-re che riscosse nel tempo, le diverse interpretazioni che furono dettate dalle vicende storiche, sociali e culturali dei paesi di lingua tedesca fino ai nostri giorni. La melodia di Ein feste Burg fu anche la fonte inesauribile di ispirazione per molti compositori di musica vocale e strumentale dal secolo della Riforma fi-no ai nostri giorni.

Jolando Scarpa, Luther’s Musical Thought. Ein feste Burg beyond the Icon of the Reformation

The renewal of liturgical music carried out by Luther is the basis of the authentically communitarian style of singing in Evangelical Churches. The idea of music as a gift from God was not only an aesthetic or theoretical concept; it went together with precise theological, practical, ethical and pedagogical is-sues. Although Luther had a profound knowledge of musical practice, he collaborated with eminent composers and was himself the author of the poetical text and music of several hymns, which are still in use today. An excursus into the history of his most famous hymn, Ein feste Burg highlights the impact that it had, the favour it always roused, and the interpretations which were suggest-ed by different historical, social and cultural circumstances in German-speak-ing countries up to our times. The melody of Ein feste Burg has also been an in-exhaustible source of inspiration for many vocal and instrumental music composers from the century of the Reformation to our present time.

Emanuele Fiume, Il Salterio ugonotto: una Confessione in musica

Il Salterio di Ginevra, edito per la prima volta come parafrasi integrale del libro biblico dei Salmi nel 1562, rappresenta un fatto unico tanto nella storia della chiesa moderna, quanto nella storia della musica. Venuto alla luce per vo-lontà di Calvino come innario in lingua popolare in cui la Scrittura fosse unica origine e riconosciuta misura e con una struttura melodica solida, ma semplice e modesta, ebbe una diffusione pressoché globale nelle chiese riformate per tre secoli. Divenuto nella storia un distintivo musicale della fede riformata, il Salterio ha avuto un ruolo particolare nella formazione della cultura moderna, tanto musicale quanto letteraria, senza mai smettere di essere un innario bibli-co e semplice per le chiese.

Emanuele Fiume, The Huguenot Psalter: A Confession in Music

The Geneva Psalter, which was published for the first time as an unabridged paraphrase of the Biblical Book of Psalms in 1562, is a unique phenomenon both in the History of modern Church and in the History of Music. It was produced because Calvin wanted it as a hymnbook in the popular language, in which the Scripture was the sole source and recognized measure, with a solid melodic structure, but simple and modest at the same time. It was in use in nearly althe Reformed Churches for three centuries. It came to be recognized in History as the musical distinctive feature of Reformed faith and it played a special role in the formation of modern culture, both musical and literary, without ever ceas-ing to be a simple hymnbook for churches.

Daniele Cristiano Iafrate, Da Lipsia a Treviso passando per Rio. L’accompagnamento strumentale del canto comunitario

Prendendo le mosse da una lezione tenuta a Roma presso la Facoltà valdese di Teologia, l’autore presenta, appoggiandosi anche a un excursus storico, vari aspetti riguardanti l’accompagnamento strumentale del canto comunitario, fi-no a confrontare due approcci diversi e antitetici: quello della Thomaskirche di Lipsia, con riferimento alla Thomana (scuola di musica con una storia di più di ottocento anni) e quello della chiesa battista Agape di Treviso (dove la musica ha comunque una funzione di grande rilevanza). In parte vengono anche affronta-ti la storia e la morfologia di alcuni strumenti musicali presi in considerazione (in particolar modo l’organo).

Daniele Cristiano Iafrate, From Leipzig to Treviso through Rio… The Instrumental Accompaniment of Singing in the Congregation

Starting from a lecture given at the Waldensian Faculty of Theology in Rome, the Author illustrates, with the help of a historical excursus, various aspects of the instrumental accompaniment of singing in the congregation, comparing two different, opposite approaches: the one of the Thomaskirche of Leipzig, with ref-erence to Thomana (a school of music more than 800 years old) and the one of Agape, a Baptist Church in Treviso (where music has a very relevant function). The history and morphology of some instruments (the organ in particular) are taken into consideration.

Giorgio Tourn, Psaumes et cantiques: una teologia

Riguardo al canto ecclesiastico, le chiese delle Valli valdesi hanno usato sino a metà XIX secolo il Salterio di Ginevra. Il Réveil introdusse nuovi inni e negli anni Cinquanta si sentì la necessità di unificare le due espressioni di fede. Nacque così il Psaumes et Cantiques con 30 salmi e inni provenienti dal mondo risvegliato. La nuova teologia vede in Gesù il Salvatore, la sua presenza nella vita del credente ne determina la fede. Egli vive fra il mondo al quale Gesù lo ha sottratto e il cielo dove lo riceverà. Il rapporto che si instaura fra loro ha carattere personale, Gesù non è solo lo strumento della salvezza ma il mio Salvatore. Nelle successive edizioni si sentirà l’influenza del Revival anglosassone.

Giorgio Tourn, Psaumes et Cantiques: a Theology

The churches of the Waldensian valleys used the Geneva Hymn Book until the middle 19th Century. The Réveil introduced new hymns and in the Eighteenfifties the necessity of unifying the two expressions of faith was felt. This gave birth to Psaumes et Cantiques, with 30 psalms and hymns from the world of the Réveil. The new theology sees Jesus as the Saviour; his presence in the life of the believer produces his/her faith. He/she lives between the world from which Jesus has taken them away and Heaven, which will receive them. There is a personal relationship between the believer and Jesus; Jesus is not only the instrument of salvation, but is also my personal Saviour. In the subsequent editions, the influ-ence of Anglo-Saxon Revival was felt.

Gabriella Ballesio, Il Canzoniere di Agape. La stagione rimossa

Tra il 1969 e il 1973 alcuni campi cadetti di Agape ebbero come tema la rac-colta e lo studio di canti religiosi (e di protesta) tratti da un patrimonio musica-le che andava dagli spirituals alla riscoperta di canti popolari, in vista della re-alizzazione di un Canzoniere che arricchisse il repertorio in uso presso i gruppi giovanili delle chiese evangeliche. L’esperienza produsse tre successive edizioni della raccolta, alcuni spettacoli nelle comunità del Piemonte e della Lombardia e quattro incisioni discografiche; soltanto uno dei canti proposti dal gruppo dei cadetti è stato compreso nell’edizione dell’Innario cristiano del 2000.

Gabriella Ballesio, The Agape Songbook. The Forgotten Season

The theme of some youth holidays in Agape between 1969 and 1973 was to collect and study religious (and protest) songs taken from a musical heritage which ranged from Spirituals to folk songs. The ultimate aim was to create a Canzoniere (songbook) which would enrich the repertoire used by junior groups in Evangelical Churches. As a result, three successive editions of the collection were published, shows were organized in the communities of Piedmont and Lom-bardy, and four records were produced. However, only one of the songs proposed by the juniors has been included in the Hymn Book of 2000.

Sante Cannito, L’innologia protestante contemporanea

L’autore espone alcuni concetti propedeutici tra cui i significati di «periodo contemporaneo» e «innologia protestante», e approfondisce gli ambiti della pre-parazione teologica dei cantautori, dei testi, dello stile musicale e dei nuovi arrangiamenti. Per ognuno di questi punti vengono portati alcuni esempi di autori contemporanei, fornendo brevi cenni storici e proponendo un loro canto (con spartito). Nel terzo e ultimo capitolo, si sottolinea la differenza tra «musica cristiana» e «innologia protestante», in quanto le due definizioni attengono a concetti e ambiti diversi, pur se presenti oggi contemporaneamente nel mondo musicale e editoriale cristiano internazionale. Infine, l’autore conclude riaffermando l’importanza dell’innologia protestante (non solo contemporanea, ovviamente) quale elemento essenziale del rinnovamento liturgico nell’ambito del culto.

Sante Cannito, Contemporary Protestant Hymnology

The Author explains some introductory concepts such as the meaning of “contemporary period” and “protestant hymnology”, and looks into the theo-logical knowledge of singers and songwriters, the words they use, their musical style and new arrangements. Some examples are given for each of these points, offering brief historical notes and proposing one of their songs (with the score). In the third and last chapter, the difference is underlined between “Christian music” and “Protestant hymnology”, because the two definitions cover different concepts, even though they are both present in the international Christian mu-sical world. Lastly, the Author underlines the importance of Protestant hymnol-ogy (obviously not only contemporary) as an essential element of the liturgical renovation of the Service.

Ilenya Goss, Il canto in chiesa, preghiera in musica

Cantare è un’azione tanto spontanea quanto raffinata, tanto estroversa quanto intima, e proprio per questo suo strutturale rapporto con l’espressività e con la bellezza ha suscitato nel corso dei secoli riflessioni contrastanti rispetto al suo esercizio in chiesa, con una storia intrecciata, e non sempre coincidente, con le vicende più generali del rapporto tra culto e musica. Le brevi considerazioni qui proposte intendono portare in luce la profondità che dà rilievo a quanto anche oggi accade nel culto delle chiese italiane legate alla Riforma, in cui la sobrietà del carattere liturgico si articola in pochi misurati gesti, centralità della parola, canto dell’assemblea e talvolta musica strumentale

Ilenya Goss, Singing in Church, a Prayer in Music

Singing is an action both spontaneous and refined at the same time; it is both extroverted and intimate, and because of its structural relationship with expan-siveness and beauty, it has given birth, over the centuries, to opposite reflections vis-à-vis its use in church, its history intertwining but not always coinciding with the more general events of the relationship between the Service and music. The short considerations offered in this article aim at highlighting the depth of what happens during the Service in Italian Reformed Churches, where the simple li-turgy is characterized by few, measured gestures, the central importance of the word, singing by the congregation and sometimes instrumental music.

abstract vol 70 : 4

Massimo Rubboli, Protestantesimo e mondo islamico (da Lutero a John Leland)

Il rapporto tra protestantesimo e islam viene analizzato a partire dallo scontro/incontro tra mondo europeo e mondo musulmano nel XVI secolo. Di fronte all’espansione dell’impero ottomano, molti riformatori si interessarono alla religione musulmana ma non si discostarono sostanzialmente dalle interpretazioni e dai giudizi formulati nei secoli precedenti dalla cultura cattolica. Nell’ambito della Riforma radicale e, in particolare, del Dissenso anglosassone, la riflessione sulla libertà religiosa e la critica alla persecuzione degli eretici portò invece a posizioni più tolleranti nei confronti di ebrei, turchi e pagani.

Massimo Rubboli, Protestantism and the Islamic World (from Luther to John Leland)

The relationship between Protestantism and Islam is analysed starting from the clash/encounter of the European and the Islamic worlds in the 16th century. When confronted with the expansion of the Ottoman Empire, many reformers became interested in the Muslim religion but they did not draw away from the interpretations and the judgements given by the Roman Catholic culture in the previous centuries. In the world of the radical Reformation and, in particular, of the Anglo-Saxon Dissent, the reflection on religious freedom and the criticism of the persecution of heretics brought, instead, more tolerance towards the Jews, the Turks and pagans.

Barbara Faes, Ernesto Buonaiuti, la Grande guerra e i protestanti

Partendo dalla recensione critica di Ernesto Buonaiuti all’opuscolo di Ugo Janni ed Ernesto Comba, La guerra e il Protestantesimo del 1918, si enuclea quella che per lui è la causa prima del conflitto bellico, ossia il pangermanesimo, la cui origine egli fa risalire a Lutero considerato matrice di tutta una genealogia di errori moderni; si rintraccia la genesi e l’articolazione di questa convinzione-tesi di Buonaiuti in altri documenti sempre del periodo bellico; ci si interroga se la sua posizione ostile nei riguardi della cultura protestante, per lui in questo periodo emblematicamente rappresentata da Ernst Troeltsch, non sia stata dettata anche da motivi contingenti.

Barbara Faes, Ernesto Buonaiuti, the Great War and Protestants

Starting from Ernesto Buonaiuti’s critical review of the booklet by Ugo Janni and Ernesto Comba, La guerra e il Protestantesimo of 1918, the Author explains that the main cause of the armed conflict was Pan-Germanism, which according to him originated in Luther, who is considered the origin of a whole genealogy of modern errors; the genesis and development of this thesis and conviction by Buonaiuti is traced down in other documents of the period of the war; the Author wonders if his hostile position to protestant culture, which nowadays is emblema- tically represented by Ernst Troeltsch, was inspired also by contingent motives.

Ettore Franco, Gesù e la storia tra due domande inquietanti: È possibile scrivere una storia di Gesù? Il cristianesimo ha tradito Gesù?

La presentazione critica degli undici contributi della prima e seconda parte della Festschrift in onore di Giorgio Jossa, inquadrata e messa a confronto con i suoi scritti (in particolare Tu sei il re dei Giudei? del 2014), è articolata su tre punti nodali della ricerca contemporanea: a) Critica storica contro interpretazione teologica? b) Dalla ricostruzione storica alle “vere”intenzioni di Gesù e dei “gruppi” di credenti in lui; c) Giudaismo e cristianesimo nei primi secoli. Si conferma così la risposta positiva alle due domande inquietanti: è possibile scrive- re una storia di Gesù e, pur nella discontinuità, si può rintracciare una continuità tra la ricostruzione storica della figura di Gesù e la storia del cristianesimo.

Ettore Franco, Jesus and History between Two Troubling Questions: Is it Possible to Write a History of Jesus? Has Christianity Betrayed Jesus?

The critical presentation of the eleven articles of the first and second part of the Festschrift in honour of Giorgio Jossa, seen in the perspective and compared with his works (in particular: Tu sei il re dei Giudei? of 2014), consists of three main points of contemporary research: a) historical criticism vs. theological interpretation? b) From a historical reconstruction to the “real” intentions of Jesus and the “groups” of those who believed in him; c) Judaism and Christianity in the first centuries. Thus, we find a positive answer to the two disturbing questions: it is indeed possible to write a history of Jesus and, even in the discontinuity, it is possible to trace down a continuity between a historical reconstruction of the figure of Jesus and the history of Christianity.

abstract vol 71 : 4

Vincenzo Vozza, Francesco Negri da Bassano. Aggiornamenti bio-bibliografici e nuovi percorsi di ricerca sul monaco benedettino passato alla Riforma

La vicenda biografica di Francesco Negri da Bassano, già monaco benedettino e poi appartenente alla prima generazione della Riforma e del radicalismo italiano, è ancora oggi un cantiere aperto per gli studiosi del protestantesimo italiano. Dopo la ricerca del bassanese Giuseppe Zonta, che a distanza di un secolo resta ancora un importante riferimento per la riscoperta del Negri nel contesto storico e letterario italiano, molti altri studiosi hanno prodotto una consistente bibliografia orientando i propri interessi verso l’esule benedettino, mettendo in luce tuttavia alcune carenze che saranno enucleate in questo contributo e per le quali si proveranno a tracciare possibili piste di ricerca.

Vincenzo Vozza, Francesco Negri da Bassano. An Updated Bibliography and New Avenues of Research on the Benedictine Monk who Turned to the Reformation

The life of Francesco Negri da Bassano, previously a Benedictine monk and later a member of the first generation of the Reformation and of the Italian Radicalism, is still an open field of research for scholars of Italian Protestantism. After the work of Giuseppe Zonta from Bassano, whose research, even after a century, remains an important reference for re-discovering Negri in his Italian historical and literary context, many other scholars have produced a rich bibli- ography, turning their interest towards the Benedictine exile, highlighting some gaps which will be explained in this article, indicating also possible new directions of research.

Christine Wenona hoffmann, Interpretazioni della nascita verginale nella prassi contemporanea della predicazione evangelica

Maria, la madre di Gesù – un presunto personaggio cattolico? – ha da anni il suo posto fisso nel dialogo ecumenico come anche nel protestantesimo. Lo studio indaga la lettura – complessivamente positiva – offerta da predicatori e predicatrici protestanti tedeschi relativamente a uno dei grandi temi di contrasto confessionale, ossia la nascita verginale. L’autrice esamina a fondo come questa sia discussa nella prassi contemporanea di predicazione e indaga in che modo tale prassi e i modelli di interpretazione cui fa riferimento, reggano a livello teologico sistematico. Lo studio tenta di rispondere alla domanda se e come possa essere predicata oggi la nascita verginale in ambito evangelico.

Christine Wenona hoffmann, Interpretations of the Virgin Birth in the Contemporary Praxis of Protestant Preaching

Mary, mother of Jesus – a supposed Catholic character? – has had for a long time her fixed place in the ecumenical dialogue and in Protestantism. This study investigates the interpretation – positive on the whole – offered by German preachers vis-à-vis this theme, one of the main themes of confessional contrast– virgin birth. The Author examines in depth how this subject is handled in to- day’s practice of preaching and investigates how such a practice and the models of interpretation it refers to hold at a systematic theological level. This study attempts to answer the question, if and how the virgin birth can be preached in a Protestant context today.

abstract vol 72 : 1

Roberto bottazzi, L’apostolo Paolo e la trasformazione dei conflitti nelle chiese

La trasformazione dei conflitti rappresenta un paradigma evoluto rispetto a quello della gestione e della risoluzione dei conflitti, perché punta a pervenire a una riconciliazione. I conflitti procurano particolare sofferenza quando avvengono nell’ambito della chiesa: perciò è auspicabile riuscire a percorrere l’intero cammino verso la riconciliazione. La Bibbia fornisce un ampio laboratorio per la gestione e la trasformazione dei conflitti, in particolare l’apostolo Paolo, a partire da un suo vissuto personale, giunse a formulare una serie di indicazioni teologiche e pratiche per il superamento delle derive distruttive nei rappor- ti interpersonali.

Roberto Bottazzi, The Apostle Paul and the Transformation of Conflicts in Churches

Transforming conflicts is a more evolved model if compared to managing and solving conflicts, because it aims at finding reconciliation. Conflicts cause much suffering when they happen in a congregation; that is why the entire route to re- conciliation should be followed. The Bible offers an ample laboratory of examples of managing and transforming conflicts; the apostle Paul in particular, formulated a series of theological and practical suggestions based on his personal experience for overcoming the destructive drifts in interpersonal relationships.

Fulvio Ferrario, Il concilio di Nicea e l’incontro-scontro tra culture

L’articolo riproduce un intervento in un seminario di teologia interculturale tenutosi alla Facoltà valdese nell’autunno 2016. Lo scontro tra l’arianesimo e la posizione di Atanasio, che il concilio di Nicea farà propria, viene interpretato nella prospettiva del dialogo tra le culture. Già i testi biblici decisivi per Nicea (in particolare il prologo di Giovanni) sono il frutto di contaminazioni; il dibattito sull’arianesimo, poi, riguarda il confronto con una posizione filosofica (il cosiddetto medioplatonismo) che promette di risultare particolarmente feconda nell’interpretazione della Scrittura, ma reca con sé notevoli minacce. L’articolo cerca di approfondire tale dialettica, in prospettiva essenzialmente metodologica, come caso esemplare di una tensione di permanente attualità.

Fulvio Ferrario, The Council of Nicaea and the Meeting/Clash between Cultures

This article reproduces a lecture given at a seminar on inter-cultural theology, which took place at the Waldensian Faculty in the autumn of 2016. The dispute between Arianism and Athanasius’s position, which would then be adopted by the Council of Nicaea, is interpreted in the perspective of a dialogue between cultures. The biblical texts that were crucial for Nicaea (the prologue of St. John’s Gospel in particular) are the result of contaminations; besides, the deba- te on Arianism regards the confrontation with a philosophical position (the so- called Middle Platonism) which promises to be particularly fecund to interpret the Scriptures, but is at the same time a considerable threat. The article investi- gates this dialectic more deeply, with a mainly methodological approach, as a typical example of a permanent tension, which is of topical interest even today.

Sergio Manna, Relazioni pericolose

La Seelsorge, cura d’anime, può essere terapeutica nel senso greco del termi- ne, cioè un «prendersi cura» del prossimo; ma talvolta gli operatori e le opera- trici pastorali possono incorrere nel rischio di trasformare una relazione d’aiuto in una relazione malata, una relazione patogena, sia per coloro ai quali sono chiamati a prestare la propria cura sia per se stessi.

Sergio Manna, Dangerous Relationships

Seelsorge, or Pastoral Care, can be therapeutic in the Greek sense of the word, meaning “taking care” of one’s neighbour; but sometimes, pastoral carers risk transforming a relationship of care into one which is unhealthy both for those they are called to help and for themselves.

Sergio Manna, La Bibbia come risorsa per la cura pastorale: la Scrittura che ci legge

Nella convinzione dell’autore, la Bibbia, Parola di Dio, più di ogni altro libro ha la capacità di leggerci dentro e dunque di comunicare con la nostra parte più profonda costituendo una risorsa preziosissima per la cura pastorale. Passando attraverso l’analisi applicata di diversi testi biblici ed esplorando una fase del dialogo tra Staupitz e Lutero, l’autore esplora la Scrittura quale risorsa per i mo- menti esistenzialmente difficili della vita.

Sergio Manna, The Bible as a Resource for Pastoral Care: the Scripture Which Reads Us

According to the Author, the Bible, the word of God, can read inside us and communicate with the deepest part of ourselves, thus offering a very precious resource for Pastoral Care. Using the applied analysis of various biblical texts, and exploring a phase of the dialogue between Staupitz and Luther, the Author explores the Scripture as a resource of the difficult times in our lives.

Eric Noffke, Risurrezione

Quando nasce il concetto di risurrezione nella fede d’Israele? Come mai dall’Antico Testamento, congruente intorno a una prospettiva di vita limitata dalla morte, si arriva al Nuovo Testamento dove l’idea di risurrezione dei cor- pi e di vita eterna è data per scontata? È stata la riflessione mediogiudaica ad aprirsi alla prospettiva dell’eternità di Dio, a partire dal iii secolo a.C. Prenden- do le mosse in particolare dall’idea di una corruzione originaria della creazio- ne, riapre la questione della teodicea, proponendo la necessità di un giudizio ul- timo da parte di Dio, che dia inizio a una nuova creazione. L’articolo si conclu- de con una digressione sul significato della risurrezione di Gesù, anche in rela- zione a quella dei credenti.

Eric Noffke, Resurrection

When did the concept of resurrection first appear in the faith of Israel? How do we go from the perspective of life ending with death, consistent of the Old Testament, to the New Testament, where the ideas of the resurrection of bodies and eternal life are given for granted? It was the reflection carried out by Middle- Judaism which opened the perspective of God’s eternity, starting from the 3rd century B.C. moving from the concept of the original corruption of creation, it takes on again the question of theodicy, suggesting the necessity of a last judgement by God, which will start a new creation. The article ends with a digression on the meaning of Jesus’s resurrection, also in connection with the resurrection of believers.

abstract vol 73 : 2-3

Riccardo Maisano, Girolamo interprete di Isaia: dal testo ebraico alla versione di Giovanni Diodati

Nel campo della critica testuale biblica, le posizioni dell’esegesi protestante da un lato e cattolica dall’altro non sono sempre così distanti come si potrebbe essere indotti a credere a prima vista. Al contrario, esse sono non di rado aperte a reciproche, anche se non dichiarate, influenze. L’esegesi di Girolamo al libro del profeta Isaia (traduzione latina dell’originale ebraico e commentario continuo al testo) esercitò un influsso notevole sull’interpretazione che ne diede Giovanni Diodati, come è dimostrato da una serie di raffronti testuali.

Riccardo Maisano, Jerome as interpreter of Isaiah: from the Hebrew text to Giovanni Diodati’s version

Dealing with biblical textual criticism, the attitudes of Protestant exegesis on the one hand and of Catholic exegesis on the other are not always so far away as one might believe at a first sight. On the contrary, they are often open to mutual, albeit undeclared influence. The exchange between Reformed and Catholic translations and exegetical approaches to interpreting difficult biblical passages looks lively and fruitful. This helps to show us that Jerome’s example facing the sacred languages, followed by Diodati holding his dialogue with Hebrew, Greek, and Latin languages, did not remain an isolated example. It was indeed a pattern for an effective approach to the Scriptures.

Stefano Villani, William Chauncey Langdon e l’attività del Comitato sulla Riforma italiana della Chiesa protestante episcopale negli Stati Uniti d’America (1865-1874)

Questo articolo ricostruisce l’importante ruolo svolto da William Chauncey Langdon (1831-1895) nelle attività sviluppate dalla Chiesa episcopale protestante verso l’Italia nella seconda metà dell’Ottocento. Qui, tra l’autunno del 1850 e la primavera del 1861, Langdon diede vita alle congregazioni episcopali di Roma e Firenze. In America, dietro suo impulso, nel 1865 la Chiesa episcopale creò il Joint Committee on the Italian Reform Movement. All’inizio del 1867 Langdon fu dunque rimandato in Italia, dove rimase fino all’estate del 1873 fornendo informazioni sul mondo religioso italiano in America e sostenendo i gruppi riformatori italiani. Langdon presentò l’episcopalismo ai suoi interlocutori italiani come modello per una possibile riforma della chiesa cattolica. In contatto con Ricasoli, fu direttore de facto della rivista “L’Esaminatore” dopo la morte di Stanislao Bianciardi nel 1868.

Stefano Villani, William Chauncey Langdon and the activity of the Protestant Episcopal Church’s Committee on the Italian Reform Movement in the United States (1865-1874)

This article reconstructs the major role played by William Chauncey Langdon (1831-1895) in the activities towards Italy developed by the Episcopal Protestant Church in the second half of the nineteenth century. In Italy, between the autumn of 1859 and the spring of 1861, Langdon gave life to the Episcopal congregations of Rome and Florence. Back in America, on his impulse, in 1865 the Episcopal Church gave life to a Joint Committee on the Italian Reform Movement that sent him to Italy in early 1867. He remained there until the summer of 1873, providing information on the Italian religious world in America and supporting Italian reform groups. Langdon presented Episcopalism to his Italian interlocutors as a model for a possible reformation of the Catholic church. In contact with Ricasoli, Langdon was the de facto director of the Esaminatore, after the death of Stanislao Bianciardi in 1868.

Fulvio Ferrario, Con la Riforma, oltre la Riforma. Tesi sulla dottrina della predestinazione

Le tesi costituiscono la traccia di una conferenza tenuta in diverse sedi (comunità evangeliche, convegni ecumenici, gruppi di studio) su un classico tema di controversia. La prospettiva scelta si colloca sulla scia di Karl Barth e vorrebbe, da un lato, valorizzare le intenzioni dei riformatori, dall’altro superare le aporie più problematiche evidenziate dalla dottrina.

Fulvio Ferrario, With the Reformation, Beyond the Reformation. Theses on the Doctrine of Predestination

These theses constitute the draft of a lecture given in different places (protestant congregations, ecumenical meetings, workshops) on a topic that traditionally raises controversies. The perspective that has been chosen here follows Karl Barth and would like, on the one side, to endorse the Reformers’ intentions, on the other to overcome the most problematic apories that are stressed by this doctrine.

Lubomir Žak, Un importante contributo alla Lutherforschung italiana

L’articolo offre una sintetica analisi dell’opera Lutero. Un cristiano e la sua eredità 1517-2017, diretta da A. Melloni, mettendo in luce due aspetti che ne caratterizzano il contributo alla Lutherforschung storico-critica: l’italianità e l’intenzione di cogliere nella poliedrica funzione storica esercitata da Lutero il peso del suo essere un cristiano. Lo studio si sofferma, in particolare, sull’idea del direttore di sottoporre all’indagine il nesso tra il «Lutero della storia» e il «Lutero della tradizione», mostrando che il riformatore è stato e continua a essere raccontato e interpretato, storicamente e teologicamente, a partire da punti di vista molto differenti, spesso antitetici.

Lubomir Žak, An important contribution to the Italian Lutherforschung

This article offers a synthetic analysis of the book: Lutero. Un cristiano e la sua eredità 1517-2017 (Luther: a Christian and his Legacy 1517-2017), directed by A. Melloni, and stresses two aspects that characterize the critical historical Lutherforschung: its Italian specificity and the intention to catch the full weight of Luther as a Christian in the multifaceted historical function carried out by him. This essay focuses particularly on the idea of the project director to analyze the connection between the “Luther of history” and the “Luther of tradition”, showing that the Reformer has been and still is told and interpreted, historically and theologically, from quite different, often opposite, points of view.