Paolo Ricca, Perché celebrare la Riforma?
Celebrare, cioè esaltare pubblicamente, commemorare o semplicemente ricordare la Riforma? Senz’altro essa va celebrata perché è stata un’opera di Dio, che i riformatori hanno subito piuttosto che promosso. Nonostante alcuni lati oscuri, come il ricorso all’autorità politica per reprimere i dissidenti, la strage dei contadini, l’atteggiamento contro gli ebrei, la rottura tra Lutero e Zwingli, la Riforma ha arricchito di cinque perle la cristianità europea: il solus Christus, la libertà della coscienza, vinta solo dalla Parola di Dio, la grazia incondizionata, la libertà del cristiano, la creazione non solo di un nuovo modello di chiesa basato sulla Scrittura, ma di una vera e propria civiltà.
Paolo Ricca, Why Celebrate the Reformation?
Should the Reformation be celebrated – that is to say exalted publicly – commemorated or simply remembered? It should definitely be celebrated because it was a deed of God, which the Reformers underwent rather than promote. In spite of some dark aspects, like resorting to political authorities to suppress dissidents, the farmers’ massacre, the attitude towards the Jews and the breaking off between Luther and Zwingli, the Reformation enriched European Christendom with five pearls: Solus Christus, the freedom of conscience – beat only by the Word of God – unconditioned grace, the freedom of a Christian and the creation not only of a new model of Church based on the Scriptures, but also a true and proper civilization.
Lothar Vogel, Wittenberg, la Bibbia come antidoto
Questo contributo intende contestualizzare le 95 tesi sulle indulgenze, inviate da Martin Lutero all’arcivescovo Alberto di Magonza il 31 ottobre 1517, nel- la storia politico-religiosa e nella teologia del suo tempo. La città di Wittenberg, sede dell’università nella quale insegnava, era il centro ecclesiastico e religioso di un principato importante e apparteneva a una zona del cristianesimo occidentale, i cui legami con la sede romana erano più deboli che altrove. Teologicamente, Lutero si formò in una scuola di pensiero caratterizzato da un ago- stinianismo antipelagiano, dalla mistica renana e dalla filologia rinascimentale, che convergevano in un potenziale riformistico motivato da una percezione critica della religiosità consuetudinaria. Al centro di quest’approccio è la lettu- ra della Bibbia, adoperata in una chiave critica. La Riforma portata avanti da Lutero cercò di tradurre questi impulsi, pur con tutti i condizionamenti del suo tempo, in realtà ecclesiastica.
Lothar Vogel, Wittenberg, the Bible as an Antidote
This contribution aims at contextualising the 95 Theses on Indulgences, which Martin Luther sent to Albrecht, Archbishop of Mainz on 31 October 1517, placing them within the political and religious history, and the theology of that time. The town of Wittenberg, which was the seat of his university, was the ecclesiastical centre of an important principality, and part of a region in which the links with the Holy See were much weaker than elsewhere. From a theological view- point, Luther represented a school in which an anti-Pelagian Augustinianism, German mystics and Renaissance philology worked together and converged in- to a reformist attitude which criticized the religious customs of the time. The centre of his approach is the reading of the Bible, performed in a critical way. The Reformation launched by Luther attempted to express these impulses, with- in the limits imposed by the conditions of the time, into ecclesiastic practice.
Emidio Campi, Liberi e diversi nella verità evangelica: l’esempio svizzero
La Riforma ebbe un’origine e un decorso particolari nelle città-stato della Confederazione Elvetica, dove sorse la corrente riformata del protestantesimo, parallela ma non identica a quella luterana. Sebbene il pensiero dei riformatori svizzeri collimasse sostanzialmente con quello dei riformatori tedeschi sui principali articoli dottrinali, essi si distinsero con precisa consapevolezza da Lutero e dai suoi collaboratori su alcune questioni teologiche e ecclesiologiche di peso. Il saggio esamina la dottrina della salvezza e la concezione del rapporto tra il potere spirituale e secolare, ossia un tema teologico e uno di etica politica, da cui emergono sia le comunanze sia le differenze tra la Riforma svizzera e la Riforma tedesca.
Emidio Campi, Free and Different in Protestant Truth: the Swiss Example
The Reformation had a particular origin and development in the city-states of the Swiss Confederation, where the Reformed current of Protestant thought, parallel but not identical to the Lutheran Reformation, originated. Although the thought of the Swiss reformers almost coincided with that of the German Reformers as regards the principal articles of doctrine, the Swiss differed consciously from Luther and his collaborators on some relevant theological and ecclesiological matters. This essay examines the doctrine of salvation and the view of the relationship between spiritual and secular power, that is to say a theological the- me and one of political ethics, from which both the shared and the differing ideas between the Swiss and German Reformation emerge.
Emanuele Fiume, Ginevra: dal declino alla città simbolo
La città di Ginevra, entrata in una fase di decadenza nei decenni precedenti alla Riforma, visse un profondo mutamento senza variare la propria architettura istituzionale, se non con il trasferimento definitivo dei poteri dal vescovo al Piccolo Consiglio. Con la Riforma non furono costruiti nuovi luoghi di culto, ma ebbero luogo dei cambiamenti nel rapporto tra chiesa e autorità politica, nell’accoglienza e nell’inserimento nel tessuto cittadino di migliaia di profughi per motivi religiosi e in un notevole sforzo per rendere l’istruzione pubblica obbligatoria per tutti e di alto livello. La Ginevra di Calvino poté ergersi in pochi decenni nel simbolo della Riforma in Europa e più tardi nel simbolo di una ci- viltà della libertà di matrice protestante.
Emanuele Fiume, Geneva: from Decline to Symbol City
The city of Geneva, which had entered a period of decadence in the decades before the Reformation, underwent a profound change without really changing its institutions, with the exception of the definitive transfer of power from the Bishop to the Small Council. No new places of worship were built with the Reformation, but there were changes as regards the relationship between the Church and political authorities, the welcoming and inclusion in city life of the thousands of religious exiles and the remarkable effort to make public education compulsory for everyone, at a high level. Calvin’s Geneva became, in a few decades, the symbol of Reformation in Europe and, later, the symbol of a civilization of freedom of Protestant origin.
Dorothea Wendebourg, La via di mezzo della chiesa anglicana
La chiesa d’Inghilterra, ovvero la Ecclesia anglicana, è un fenomeno ecclesiastico particolare: in essa elementi tradizionali e l’aspetto cerimonioso e gerarchico della cosiddetta High Church sono integrati in un insieme evangelico, per cui appare come una via di mezzo tra la chiesa cattolico-romana e le chiese della Riforma. Ciò è il risultato di una complessa storia di riforma, dalla rottura con Roma di Enrico VIII a Elisabetta I e al movimento dei puritani. Le tappe di questa complessa vicenda sono qui ripercorse con attenzione alle spesso carenti motivazioni teologiche dei vari passaggi. Questa carenza spiega la successiva accentuazione di elementi tradizionali, come il rito eucaristico e l’episcopato, percepiti come irrinunciabili.
Dorothea Wendebourg, The Middle-of-the-road of the Church of England
The Church of England, or Ecclesia Anglicana, is a particular ecclesiastical phenomenon: traditional elements, and the ceremonial and hierarchical aspect of the High Church are integrated in a Protestant whole, so that it appears to be in between the Roman Catholic Church and the Churches of the Reformation. This is the result of a complex history of reform, from Henry VIII’s rupture with Rome to Elizabeth I, and the Puritan movement. The Author runs through the stages of these complex events, with particular attention to the frequent lack of theological motivation in the various phases. This lack explains the successive accentuation of traditional elements like the Eucharistic rite and episcopacy, which are considered essential.
Giancarlo Pani, Giustizia
Una lenta maturazione porta Lutero a scoprire il significato del termine «giustizia» e a elaborare la teoria della giustificazione per fede. La scoperta è del 1515, anno dei commenti al Salterio e delle lezioni sulla Lettera ai Romani; Lutero vi torna dopo il 1535 nelle lezioni sulla Genesi, confortato dal De spiritu et littera di Agostino, e nel 1545 nella Prefazione al primo volume delle sue opere latine. Valutando analogie e differenze, si rileva che nella fase iniziale Lutero non sente contrasto con l’interpretazione tradizionale e non si esalta per una scoperta così innovatrice, segno che essa non è frutto di ispirazione improvvisa, ma di ricerca concettuale.
Giancarlo Pani, Justice
A slow spiritual growth brought Luther to discover the meaning of the word “justice” and to develop the theory of Justification by Faith. This discovery happened in 1515, the year of his comments to the Psalter and the lectures on the Epistle to the Romans; Luther came back on the subject after 1535 in his lectures on Genesis, being supported by De spiritu et littera by St. Augustin, and in 1545 in the Preface to the first volume of his works in Latin. If we consider the similarities and the differences, we note that initially Luther did not feel that there was any contrast between his theory and the traditional interpretation, and was not elated by such an innovative discovery. This shows that it was not the result of sudden inspiration, but of a conceptual research.
Fulvio Ferrario, Ragione
L’intervento presenta alcune note a margine delle tesi presentate da Lutero nel 1539 sul tema Verbum caro factum est: il tema è costituito dal rapporto tra la ragione filosofica e il paradosso della rivelazione. La critica di Lutero non dovrebbe essere interpretata in senso piattamente irrazionalistico, bensì come ricerca di orizzonti del pensiero e del linguaggio conformi al messaggio evangelico. La posizione di Lutero viene poi riletta nel quadro dell’odierno dibattito sul- la ragione teologica e sul suo rapporto con il pensiero secolare.
Fulvio Ferrario, Reason
The article offers some marginal notes on the Theses presented by Luther in 1539 on the theme Verbum caro factum est: the theme is based on the rapport between philosophical reason and the paradox of revelation. Luther’s criticism should not be interpreted in a simply irrational sense, but rather as the research of horizons of thought and language in conformity with the Protestant message. Luther’s position is then examined against the background of the present debate on theological reason and its relationship with secular thought.
Hans-Martin Barth, Parola
Quella di parola di Dio è notoriamente, per Lutero, una (o, almeno da un certo punto di vista, la) nozione centrale dell’esistenza cristiana, e dunque anche della teologia. Essa non è in primo luogo comunicazione di contenuti, ben- sì la realtà di Dio stesso in azione nella storia. La vocazione della chiesa risiede nell’affidarsi a tale azione, in una caratteristica passività che, per il riformatore, racchiude il vero agire della fede. L’analisi prosegue interrogandosi sul fatto che, nel contesto odierno, questa nozione non possiede più una simile immediatezza e deve essere nuovamente accostata nel quadro assai complesso del confronto con le religioni e con la sensibilità secolare.
Hans-Martin Barth, Word
The concept of Word of God is notoriously for Luther one (or, at least from a certain point of view, the) central notion of Christian life, therefore also of theology. It is not, in the first place, a communication of subjects, but rather the reality of God acting in history. The vocation of the Church is to trust in this action, in a characteristic passivity in which, for the Reformer, consists the true act of faith. The analysis then continues asking questions about the fact that, in the present context, this notion is not so immediate and needs to be approached again in the complex background of the confrontation with other religions and secular sensitivity.
Silvana Nitti, Libertà
Per Lutero la libertà è una liberazione che viene dal di fuori dell’uomo e lo salva dall’opprimente convinzione che la sua libertà consista nell’operare per meritare la propria salvezza, mentre è asservito al peccato. Giustificato per grazia, l’uomo è libero di operare nel «regno della ragione», può e deve operare nella storia, negli ambiti della politica, dell’economia (a cominciare dalla famiglia) e della chiesa, esercitando le sue forze fisiche come il suo intelletto. Le opere non hanno più lo scopo di «difendere e salvare» chi le compie, ma sono l’azione di una «volonterosa, lieta vita per servire il prossimo gratuitamente». La liberazione dalle opere, diventa responsabile libertà delle opere.
Silvana Nitti, Freedom
According to Luther, freedom is a liberation which comes from outside man and saves him from the oppressing conviction that his freedom consists in work- ing to merit his own salvation, while he is enslaved by sin. Justified by grace, man is free to work in the “kingdom of reason”, can and must work within his- tory, in the spheres of politics, of economy (starting from his family) and of the Church, using his physical strength as well as his intellect. The purpose of actions is not to “defend and save” the person who performs them, but are the act of a “willing, happy life in order to serve one’s neighbours gratuitously”. Liberation from actions becomes a responsible freedom of actions.
Kurt Cardinale Koch, Il primato dell’accogliere rispetto al fare. Sull’attualità della dottrina cristiana della giustificazione
La Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione del 1999 è un segno dell’avanzato dialogo ecumenico: ma come può questo messaggio esse- re credibile nel mondo attuale, così diverso da quello di Lutero, anche a seguito della critica nei confronti della coscienza del peccato espressa da Nietzsche? Oggi occorre procedere in senso inverso e risalire dalla misericordia all’esperienza del peccato. Occorre altresì riaffermare, nel rapporto fede-opere, la responsabilità dell’uomo nei confronti delle sue azioni, poiché la grazia di Dio non ostacola la collaborazione umana: Gesù, infatti, non è solo il Dio che si è abbassato fino all’uomo, ma è anche l’uomo che si è innalzato sino a Dio.
Kurt Cardinal Koch, The Primacy of Welcoming over Acting. On the Present Relevance of the Christian Doctrine of Justification
The joint Declaration on the Doctrine of Justification of 1999 is the sign of the advancing ecumenical dialogue: but how can this message be credible in the world of today – which is very different from Luther’s world – further to the criticism of the consciousness of sin as formulated by Nietzsche? Today it is necessary to proceed in the opposite direction and go from the concept of mercy to the experience of sin. It is also necessary to reassert, vis-à-vis the relationship be- tween faith and actions, the responsibility of man towards his actions, because the grace of God does not hinder the collaboration of man: Jesus is not only the God who abased Himself down to human level, but man also rose up to God.
Daniele Garrone, «Judenschriften» luterane: diffusione, ricezione, ripercussioni
Il convegno tenuto alla Friedrich-Alexander-Universität di Erlangen-Nürnberg nell’ottobre 2014 offre un fondamentale contributo di ricerca alla storia della ricezione e delle ripercussioni delle «Judenschriften» di Martin Lutero nel xix e nel xx secolo, cioè nel periodo cruciale dello sviluppo del nazionalismo tedesco e poi del nazionalsocialismo. I contributi sondano analiticamente vari ambiti e generi letterari. Il risultato è che se non esiste un filo diretto, a collegare Lutero con l’antisemitismo tedesco, le «Judenschriften» furono tuttavia utilizzate e diffuse dall’antisemitismo tedesco più di quanto fosse avvenuto nei secoli precedenti.
Daniele Garrone, Lutheran «Judenschriften»: Diffusion, Reception and Repercussions
The Convention which took place at the Friedrich-Alexander-Universität of Erlangen-Nürnberg in October 2014 offers a fundamental contribution to the research on the history of reception and repercussions of the «Judenschriften» by Luther in the 19th and 20th century, that is in the crucial period of the development of German nationalism and then of National Socialism. The various essays sound analytically various fields and literary genres. The result is that, al- though there is not a direct connection between Luther and German antisemitism, however the «Judenschriften» were used and spread by German antisemitism more than had been done in the previous centuries.